Case popolari: per quanto tempo posso rimanerci?

Scopri quanto tempo si può vivere nelle case popolari, come funzionano e chi può averne diritto.

Chiara Del Monaco è una linguista e copywriter specializzata in welfare.
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6' di lettura

Per accedere alle case popolari è necessario rispettare una serie di requisiti e presentare un’apposita domanda. Ma una volta che si è entrati, quanto tempo si può vivere nelle case popolari? In questo approfondimento cerchiamo di rispondere alla domanda (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

L’assegnazione delle case popolari è gestita dagli enti locali che mettono a disposizione appositi bandi e che generalmente corrispondono a Regioni, Province o Comuni. Prima di fare domanda è bene assicurarsi di essere in possesso dei requisiti previsti dai singoli bandi.

Quello che molti si chiedono e che non sempre è chiaro, però, è se esista un limite di tempo per abitare in un determinato appartamento popolare. Per questo motivo, nei prossimi paragrafi cerchiamo di chiarire quanto tempo si può vivere nelle case popolari.

Indice

Quanto tempo si può vivere nelle case popolari?

Le case popolari, note anche come alloggi ERP, ossia alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, sono degli immobili di proprietà pubblica che lo Stato decide di assegnare ad alcune categorie di cittadini in difficoltà. In generale, le case popolari sono destinate alle persone in grave difficoltà economica, persone in condizioni psico-fisiche svantaggiose, genitori single con figli a carico e cittadini senza fissa dimora.

Questi alloggi vengono assegnati seguendo una procedura specifica, che prevede la richiesta all’ente che gestisce le case popolari tramite bando e l’assegnazione in base a una graduatoria. Una volta assegnato l’appartamento, il cittadino dovrà pagare una somma, solitamente irrisoria, a titolo di canone di locazione.

Leggi anche chi paga il condominio delle case popolari e l’amministratore.

Ma quanto tempo si può rimanere in una casa popolare una volta ottenuta? Esistono delle scadenze?

In effetti, non è prevista una scadenza di base per la permanenza negli alloggi popolari. Ovviamente, però, è sempre utile controllare ciò che è scritto nel bando indetto dal Comune, dalla Provincia o dalla Regione di residenza, per assicurarsi che non ci siano delle tempistiche limitate.

Se il bando prevede dei requisiti di permanenza nell’alloggio popolare, per esempio un anno, il contratto stipulato con l’ente gestore si considera risolto alla scadenza dei tempi previsti. Questo significa che alla data indicata nel bando, il cittadino dovrà lasciare l’immobile.

Al contrario, se non sono presenti scadenze per la permanenza nell’alloggio, bisogna prestare attenzione ai requisiti. In linea generale, infatti, si può abitare in una casa popolare assegnata fino a quando sussistono i requisiti previsti dal bando. Per esempio, se si superano i limiti di reddito stabiliti, lo sfratto non è immediato, ma l’inquilino riceve la comunicazione che deve lasciare l’immobile entro un “termine di grazia“.

Un’altra ipotesi che potrebbe causare lo sfratto dell’inquilino dall’alloggio popolare si verifica in caso di morosità nel pagamento del canone di locazione. Seguendo un’apposita procedura, l’ente gestore ha la possibilità e il diritto di chiedere lo sfratto, seguendo una procedura diversa da quella ordinaria.

Leggi quando è possibile lo sfratto nelle case popolari.

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Quanto tempo si può vivere nelle case popolari: quando si perde la casa

Nel paragrafo precedente abbiamo chiarito che in genere non esiste una scadenza di tempo per rimanere in una casa popolare; però alcuni bandi degli enti gestori potrebbero stabilire delle tempistiche, quindi è sempre bene controllare.

Inoltre, in mancanza di scadenza, si può rimanere in alloggio popolare fino a quando si rispettano tutti i requisiti previsti dal bando.

Nello specifico, esistono delle condizioni in cui si rischia di perdere il diritto alla casa popolare. Queste sono:

  • abbandono dell’alloggio per un periodo superiore a tre mesi, senza alcuna autorizzazione da parte dell’ente gestore;
  • cessione a terzi, in tutto o in parte, dell’alloggio assegnato e delle sue pertinenze;
  • cambio della destinazione d’uso dell’alloggio o delle relative pertinenze;
  • uso dell’alloggio, delle sue pertinenze o dei beni comuni per attività illecite che risultino da provvedimenti giudiziari, della pubblica sicurezza o della polizia locale;
  • violazione delle disposizioni concernenti l’ospitalità, l’ampliamento, la coabitazione, la fusione e la mobilità;
  • causare gravi danni all’alloggio, alle sue pertinenze o alle parti comuni dell’edificio;
  • mancata presentazione dell’assegnatario per la sottoscrizione del contratto di affitto;
  • mancata stabile occupazione dell’alloggio da parte dell’assegnatario, che non ha trasferito la residenza entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto di locazione;
  • violazione delle disposizioni del regolamento dell’ente gestore concernenti l’uso dell’alloggio;
  • morosità nel pagamento dell’affitto;
  • comportamenti lesivi del clima di convivenza civile;
  • mancata produzione, a seguito di diffida dell’ente gestore, della documentazione richiesta in sede di aggiornamento dell’anagrafe dell’utenza o produzione in forma incompleta;
  • perdita di uno dei requisiti di permanenza nell’alloggio (vedi ad esempio il superamento del limite massimo di reddito previsto per la permanenza nell’alloggio o il conseguimento della titolarità del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento su un alloggio ubicato nella stessa Provincia di residenza o a una distanza inferiore a 70 Km).

Ecco una guida completa sulle case popolari nel 2023.

Quanto tempo si può vivere nelle case popolari? In foto, delle case popolari antistanti un parco.

Quanto tempo si può vivere nelle case popolari: requisiti

I requisiti per accedere alle case popolari variano a seconda dei bandi indetti dagli enti gestori, che corrispondono ai Comuni, alle Province o alle Regioni.

Generalmente, però, per fare domanda ed entrare nella graduatoria è necessario possedere questi requisiti:

  • Non essere proprietari di altri alloggi (o essere proprietari di altri immobili, ma inadeguati alle esigenze familiari);
  • Non essere stati sfrattati da altre case popolari negli ultimi cinque anni;
  • Non essere stati occupanti abusivi di altre case popolari negli ultimi cinque anni;
  • Essere residenti nel territorio comunale. Spesso non importa essere cittadino italiano: i bandi sono destinati a cittadini italiani, europei e anche immigrati extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno. Ecco come funzionano le case popolari senza residenza;
  • Non superare un certo reddito massimo, in proporzione ai membri della famiglia. Scopri tutto sui limiti di reddito per case popolari.

Per quanto riguarda i requisiti di reddito, di solito il tetto massimo per accedere alle case popolari è fissato a 20.000 euro di ISEE-ERP. In ogni caso, è sempre meglio controllare sul bando di partecipazione emanato dagli enti locali.

Per saperne di più, scopri dove richiedere le case popolari e a chi rivolgersi.

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