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Case ultrapopolari: cosa sono e come cambiarne l’uso

Case ultrapopolari: scopri nell'approfondimento cosa sono, qual è la differenze tra le varie categorie catastali e come cambiare la destinazione d'uso.

di Imma Duni

Marzo 2023

Case ultrapopolari: scopri nell’approfondimento cosa sono, qual è la differenze tra le varie categorie catastali e come cambiare la destinazione d’uso (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Case ultrapopolari: cosa sono

Sono abitazioni di categoria A5, ovvero appartamenti con caratteristiche costruttive e di rifiniture di bassissimo livello.

Di solito o non sono dotati di servizi igienici o ne sono dotati non in modo esclusivo, ciò significa che i bagni sono in condivisione.

Questi tipi di alloggi sono ormai in disuso.

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Lucia Polidori Liolli

Case ultrapopolari: la differenza tra le varie categorie catastali

Vediamo una tabella con le categorie catastali di tipo A, cioè quelle residenziali e gli uffici. Le altre categorie, invece, riguardano edifici commerciali, industriali, di interesse collettivo e senza attribuzione di rendita catastale.

Tabella catastale di tipo A

CategoriaDescrizione
A/1Abitazioni di tipo signorile, ubicate in zone di pregio, con rifiniture superiori.
A/2Abitazioni di tipo civile – Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche, tecnologiche e di rifiniture di livello rispondente alle locali richieste di mercato per fabbricati di tipo residenziale.
A/3Abitazione di tipo economico – Unità immobiliari appartenenti a fabbricati economici per i materiali utilizzati e le rifiniture.
A/4Abitazione di tipo popolare, con rifiniture modeste.
A/5Abitazione di tipo ultrapopolare, senza servizi igienici e ormai in disuso.
A/6Abitazioni di tipo rurale – (in disuso)
A/7Abitazioni in villini – Per villino deve intendersi un fabbricato con aree coltivate o giardini.
A/8Abitazioni in ville – Per ville devono intendersi quei fabbricati caratterizzati essenzialmente dalla presenza di parchi e/o giardino edificati in zone di pregio.
A/9Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici.
A/10Uffici e studi privati
A/11Rifugi di montagna, baite, trulli, sassi.
Tabella categorie catastali di tipo A

Adesso vediamo come effettuare il cambio di destinazione d’uso.

Scopri la pagina dedicata alla disoccupazione e al reinserimento lavorativo.

Case ultrapopolari
Case ultrapopolari: in foto un enorme palazzo.

Case ultrapopolari: come cambiare la destinazione d’uso

Per trasformare il tuo ufficio o la tua tavernetta in una casa, avrai bisogno di cambiare la destinazione d’uso e la stessa cosa dovrai fare se vuoi convertire un’abitazione in un magazzino o in un locale commerciale.

Il cambio di destinazione è una procedura semplice che richiede però molta attenzione ai dettagli.

Cos’è la destinazione d’uso?

La destinazione d’uso è la qualificazione che la normativa utilizza per indicare un edificio o una singola unità immobiliare: in pratica è un modo per classificare gli immobili.

La categoria catastale cambia a seconda dello scopo dell’immobile: commerciale, industriale, abitazione e così via.

Il cambio di destinazione serve a cambiare proprio questa classificazione, quando ce n’è la necessità.

È il caso, ad esempio, del cambio di destinazione d’uso da abitazione a locale commerciale. Fare il cambio è importantissimo, perché cambiano le tasse da pagare, cambia la rendita catastale.

Le destinazioni d’uso più comuni sono:

Quando è possibile cambiare la destinazione d’uso?

Di solito è sempre possibile ottenere il passaggio da una categoria di destinazione d’uso all’altra. Esistono però alcune eccezioni:

La prima cosa che occorre sapere è che quando si vuole cambiare la destinazione d’uso, bisognerà rivolgersi al Comune per richiedere eventuali permessi.

Solo successivamente si dovrà effettuare il cambio all’ufficio al Catasto dove avviene l’aggiornamento dei documenti fiscali e dei valori catastali.

È necessario richiedere l’autorizzazione al Comune solo in caso di cambio di destinazione d’uso urbanisticamente rilevante, cioè quando, alla fine dei lavori, l’immobile sarà passato da una categoria ad un’altra. Per esempio da quella commerciale a quella residenziale.

Nel caso in cui, invece, non si operi un cambio di categoria, il cambio di destinazione d’uso non viene ritenuto rilevante e non occorre nessuna autorizzazione comunale.

Per esempio: per effettuare il cambio destinazione d’uso da magazzino ad abitazione è necessario che l’edificio abbia le caratteristiche di un’abitazione e che la modifica sia prevista nel Piano Urbanistico Regionale.

Entro il termine massimo di 15 giorni dalla fine dei lavori, bisognerà presentare la SCILA. La violazione delle normative vigenti porta a pesanti sanzioni pecuniarie e amministrative.

Quali documenti servono per fare il cambio di destinazione d’uso?

Il DL Semplificazioni 2020 ha reso più rapide le procedure burocratiche per i passaggi all’interno della stessa categoria.

Per esempio il cambio da magazzino a negozio, da garage a deposito, non prevede la richiesta del permesso a costruire, ma solo presentare la CILA.

Stessa cosa se il cambio riguarda la categoria A, ovvero quella residenziale.

Quali sono i costi da sostenere per il cambio di destinazione d’uso?

I costi da sostenere riguarderanno:

Cambiare destinazione d’uso non è una pratica complessa, ma bisogna prestare attenzione ai dettagli.

Abbiamo visto le case ultrapopolari e il cambio di destinazione d’uso.

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