Categorie protette, non solo disabili: ecco chi ci rientra

Categorie protette non solo per persone con disabilità: chi rientra in queste categorie e quali sono le tutele previste.

Chiara Del Monaco è una linguista e copywriter specializzata in welfare.
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6' di lettura

Quando si parla di categorie protette, si pensa alle persone disabili iscritte alle liste di collocamento mirato. Eppure, fanno parte di queste categorie anche alcune persone senza disabilità. In questo articolo vediamo quali sono (scopri tutti gli annunci e le offerte di lavoro sempre aggiornati. Ricevi su Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Che significa categorie protette non solo per persone con disabilità? Anche se di solito quando si parla di categorie protette ci si riferisce a persone con una determinata percentuale di invalidità, nell’elenco delle persone che rientrano in queste categorie ci sono anche altri tipi di individui.

Il motivo è che la legge 68/99, che ha istituito il collocamento mirato, prevede una serie di tutele per tutte le persone che a causa di condizioni particolari, non solo fisiche ma anche psichiche, hanno difficoltà nell’inserimento e nell’integrazione lavorativa.

Nei prossimi paragrafi, ci concentriamo sulle persone che rientrano nelle categorie protette, ma non hanno una disabilità.

Indice

Categorie protette non solo per persone con disabilità: chi sono

Le persone che rientrano nelle categorie protette e che quindi sono tutelate dalla legge 68/99 per trovare un proprio spazio del mondo lavorativo, sono suddivise dalla stessa legge in due gruppi: “disabili” e “altre categorie“.

Il primo gruppo comprende in particolare queste persone:

  • gli invalidi civili con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 46%;
  • gli invalidi del lavoro con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 34%;
  • i non vedenti (comprese anche le persone con residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi, anche con correzione di lenti);
  • i non udenti (individui colpiti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata, purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio);
  • gli invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi di servizio.

Scopri la pagina dedicata alle offerte di lavoro e ai diritti dei lavoratori.

Tuttavia, la nostra attenzione di oggi si concentra sul secondo gruppo, che è costituito da queste persone:

  • gli orfani e i coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per cause di lavoro, di guerra e di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni;
  • orfani, le vedove e i familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata);
  • i soggetti equiparati, ovvero coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, lavoro e servizio;
  • i profughi italiani rimpatriati, il cui status è riconosciuto ai sensi della legge 26 dicembre 1981, n. 763.

Secondo la legge 68/99, infatti, anche se queste persone appena menzionate non hanno una disabilità, si trovano comunque in una forte posizione di svantaggio e perciò hanno il diritto di essere tutelate.

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Categorie protette non solo per persone con disabilità: assunzioni obbligatorie

La prima e più importante tutela della legge 68/99 nei confronti delle categorie protette con disabilità e senza è l’assunzione obbligatoria da parte delle aziende pubbliche e private di una specifica percentuale di lavoratori appartenenti agli elenchi del paragrafo precedente.

Leggi la guida completa delle categorie protette su Invalidità e Diritti.

La quota di assunzioni obbligatorie varia in base al numero di lavoratori alle dipendenze di un datore di lavoro. In particolare, per le categorie con disabilità, la quota di assunzioni segue questo schema:

  • se l’azienda occupa oltre 50 dipendenti, la quota di riserva deve essere pari al 7% dei lavoratori disabili;
  • se si occupano da 36 a 50 dipendenti, la quota è pari a 2 lavoratori disabili;
  • da 15 a 35 dipendenti, la quota scende ad 1 lavoratore disabile.

Dall’altro lato, le quote di riserva destinate alle categorie protette non disabili, prevedono queste percentuali:

  • assumere 1 lavoratore se le imprese ne occupano da 51 a 150;
  • 1% se si occupano più di 150 dipendenti.

Inoltre, i datori di lavoro hanno l’obbligo di inviare online, a cadenza annuale, un prospetto informativo con la situazione aggiornata al 31 dicembre dell’anno precedente, in cui sono indicati: il numero complessivo di lavoratori impiegati, il numero di lavoratori appartenenti alle categorie protette già assunto e quello ancora da assumere in base alla quota di riserva, suddiviso per provincia.

Se non viene rispettato l’obbligo di assunzione secondo i termini previsti dalla legge, il datore di lavoro può incorrere in sanzioni di diverso valore.

Tuttavia, ci sono alcune attività esonerate dall’obbligo di assunzione delle categorie protette, e cioè quelle che rientrano nei seguenti settori:

  • edile;
  • trasporto aereo, marittimo, terrestre: per il personale viaggiante/navigante;
  • impianti a fune;
  • minerario.

Allo stesso modo, le aziende possono essere esonerate dall’obbligo, anche quando si verificano queste situazioni:

  • quando l’azienda dichiara la cassa integrazione;
  • quando l’azienda apre la procedura di fallimento;
  • quando l’azienda avvia una riorganizzazione, ristrutturazione o conversione.

Scopri la guida agli obblighi e incentivi per categorie protette per le aziende.

Categorie protette non solo per persone con disabilità: in foto, due persone che si stringono la mano a un colloquio di lavoro.

Categorie protette non solo per persone con disabilità: collocamento mirato

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, le persone appartenenti alle categorie protette hanno il diritto di essere assunte in un’azienda in misura variabile, a seconda del numero di dipendenti. Questo vale sia per chi ha una disabilità sia per le altre categorie che non hanno disabilità.

Inoltre, una volta assunti, i lavoratori ricevono lo stesso trattamento economico degli altri dipendenti e hanno il dovere di svolgere lo stesso orario di lavoro, compresi straordinari o turni notturni, laddove è concesso dalla situazione psico-fisica.

Ma come si viene viene assunti, in primo luogo?

Per agevolare l’inserimento lavorativo delle categorie protette, la legge 68/99 prevede l’iscrizione ad apposite liste di collocamento mirato. L’iscrizione deve avvenire presso il centro dell’impiego del luogo di residenza.

In questo modo, per i ruoli negli uffici pubblici, vengono banditi dei concorsi destinati appositamente a chi è iscritto al collocamento. Invece, la procedura per le aziende private è leggermente diversa: i datori di lavoro, infatti, assumono mediante la chiamata numerica ai centri dell’impiego, seguendo l’ordine delle liste di collocamento.

Ecco alcuni consigli per il colloquio con categorie protette. Leggi anche i concorsi per categorie protette a marzo 2023.

Tuttavia, l’unica eccezione a questa modalità per le imprese private, è rappresentata proprio dalle categorie senza disabilità. In questo caso, infatti, l’assunzione avviene tramite la chiamata diretta agli interessati inseriti nelle liste di collocamento, che hanno la precedenza rispetto a ogni altra categoria.

Infine, è fondamentale ricordare che per iscriversi alle liste di collocamento mirato è obbligatorio:

  • essere disoccupati, e quindi aver rilasciato la dichiarazione di disponibilità al lavoro (DID);
  • avere almeno 16 anni di età;
  • avere meno di 65 anni di età, e quindi non aver raggiunto l’età pensionabile.

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