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Cessione del quinto, il diritto di recesso

Cessione del quinto, il diritto di recesso: quando e come si può attivare, come si può interrompere il finanziamento. La procedura per chi ha deciso di rinunciare al prestito, cosa cambia tra chi lo fa prima di aver ricevuto il denaro e chi invece decide di farlo successivamente.

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5' di lettura

Cessione del quinto, il diritto di recesso: vediamo se e come chi ha ottenuto un prestito può interrompere il finanziamento. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Diciamolo subito: quando si firma la cessione del quinto di uno stipendio o della pensione si ha diritto al recesso. Può dunque essere attivata la “facoltà di ripensamento”, in applicazione dell’articolo 7 delle legge 229 del 2003 del Codice del Consumo.

Verifichiamo ora quali sono i tempi, i modi e come funziona la procedura.

Cessione del quinto: cos’è

Prima di andare avanti è opportuno ricordare in sintesi cos’è la cessione del quinto.

Si tratta di un prestito non finalizzato (quindi non ha uno scopo, come invece un finanziamento per l’acquisto di un immobile o di un’auto), ed è rivolto ai dipendenti pubblici e privati (in particolare se con un contratto a tempo indeterminato) e ai pensionati.

Per le banche e gli istituti di credito gli stipendi e le pensioni rappresentano la garanzia per il rimborso. Si definisce cessione del quinto perché il creditore trattiene ogni mese dallo stipendio o dalla pensione massimo un quinto (il 20%) dell’importo netto complessivo.

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La cessione del quinto non è preclusa alle persone che sono protestate o inserite nell’elenco dei cattivi pagatori, ma in questo caso è necessaria, in genere, la sottoscrizione di una polizza assicurativa che è a carico del debitore.

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Cessione del quinto: facoltà di ripensamento

Veniamo al dunque: il consumatore ha la possibilità di esercitate la facoltà di ripensamento. Può quindi bloccare il finanziamento anche senza il consenso della banca o della finanziaria.

Questa facoltà si può attivare in modo semplice se si decide di annullare il finanziamento entro 14 giorni dalla firma del contratto.

Cessione del quinto: i tassi 2022 – Tabella

La procedura è piuttosto semplice. Si deve inviare alla banca o alla società finanziaria che ha concesso il prestito una comunicazione. Attenzione su questo punto: le modalità di invio cambiano da istituto a istituto e per questo è preferibile prima di scrivere il documento contattare la filiale di riferimento e farsi dire tutte le informazioni necessarie.

Si può pignorare lo stipendio con la cessione del quinto?

La cosa certa è che la comunicazione deve essere inviata con un mezzo tracciabile. E quindi una Pec o una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Non è accettata una disdetta inviata con la posta tradizionale.

Il recesso della cessione del quinto viene accettato di frequente anche se sono trascorsi più di 14 giorni dalla firma del contratto. Ma solo a condizione che il cliente non abbia ancora percepito il denaro. Non è comunque una prassi comune a tutti gli istituti. E quindi se si decide di rinunciare al finanziamento sarebbe saggio farlo entro i 14 giorni.

Cessione del quinto: dopo i 14 giorni

Se il consumatore ha già ricevuto i soldi del finanziamento, ha 30 giorni di tempo dall’invio della comunicazione, per restituire il capitale e gli interessi che sono maturati fino alla data di restituzione. Gli interessi saranno ovviamente calcolati sulla base di quello che è stato previsto dal contratto.

Rimborso cessione del quinto: tutto quello che bisogna sapere

In questo caso alla banca dovrà essere anche rimborsata l’imposta sostitutiva che l’istituto di credito ha versato al datore di lavoro (se la cessione del quinto riguarda uno stipendio) o all’ente pensionistico (se la cessione del quinto è sull’importo della pensione).

Cessione del quinto: estinzione anticipata

Cosa accade invece se la banca o la finanziaria hanno già iniziato a prelevare della rate dallo stipendio o dalla pensione? Beh, in questo caso non si può parlare di facoltà di ripensamento, siamo un po’ oltre i tempi. Ma è comunque possibile richiedere l’estinzione anticipata della cessione del quinto.

L’operazione è un po’ più costosa, perché molti istituti di credito e finanziarie (quasi tutti) prevedono l’applicazione di una penale, in genere è prevista dal contratto e non può essere arbitraria. I parametri dovrebbero essere riportati nel modulo Secci, che è il punto di riferimento per il cliente.

Il rimborso anticipato, parziale o totale, è possibile in ogni momento.

Cessione del quinto: quota assicurativa

Con l’estinzione anticipata del debito si ha comunque diritto alla restituzione di una parte della quota assicurativa oltre agli oneri e le commissioni che a questo punto la banca non ha più diritto di trattenere.

Ma le procedure per il recesso dell’assicurazione obbligatoria possono variare, è quindi preferibile contattare la banca e la compagnia assicurativa per informarsi nei dettagli e farsi consegnare l’eventuale modulo da compilare per la disdetta.

Se la polizza rientra tra le voci che concorrono per il calcolo del Tan, la disdetta sarà a carico della banca (e quindi il costo della copertura può essere automaticamente recuperato).

Cessione del quinto, il diritto di recesso
Cessione del quinto, il diritto di recesso

Cessione del quinto: domanda di recesso

Ci soffermiamo infine sulla domanda di recesso della cessione del quinto. Deve essere redatta in modo corretto e inviata secondo le modalità stabilite e che abbiamo accennato (raccomandata A/R o Pec).

Quando si informa una banca o la finanziaria della decisione di recedere dal contratto deve essere citata la normativa di riferimento che è la direttiva comunitaria numero 48 del 2008 o l’articolo 125 del testo unico bancario.

Nella stessa comunicazione vanno indicati altri due dati fondamentali:

  • numero del contratto:
  • data di stipula del contratto.

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