Che aiuti ci sono per chi non lavora oltre al reddito di cittadinanza? Poco a parte l’assegno di ricollocazione, l’indennità di disoccupazione Naspi, la DIS-COLL e la disoccupazione agricola, strumenti al quale il lavoratore accede solo se ha versato i contributi economici: insomma, non si tratta misure di assistenza concesse dallo Stato a tutti quelle persone che restano senza lavoro.
Dopo che il governo ha parlato dell’intenzione di abolire il reddito di cittadinanza nel 2024, viene spontaneo chiedersi: cosa resta a favore di chi è senza lavoro? Ne parliamo in questo articolo. In questo articolo, quando parliamo di che aiuti ci sono per chi non lavora, ci riferiamo ai disoccupati così come definiti dal D.lgs. 297 del 2002, quindi chi non ha un lavoro, ma ha avuto un contratto sia autonomo che subordinato anche per un breve periodo (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice- Che aiuti ci sono per chi non lavora in Italia?
- Chi ha diritto alla Naspi 2022?
- Chi ha diritto alla DIS-COLL?
- Come funziona l’assegno di ricollocazione?
- Quando si ha diritto alla disoccupazione agricola?
- Come funziona il reddito di cittadinanza 2023?
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Che aiuti ci sono per chi non lavora in Italia?
Oggi in Italia, per chi resta senza lavoro, esistono l’assegno di ricollocazione e le indennità Naspi, DIS-COLL e disoccupazione agricola per chi ha versato i contributi necessari ad accedere a queste misure economiche. Nei prossimi paragrafi vedremo in dettaglio come ottenerli.

La prima considerazione importante da fare è che, a eccezione del reddito di cittadinanza, oggi non esistono misure di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà che assolvono le stesse funzioni e nello stesso modo. Questo significa che, chi è senza lavoro e non ha versato i contributi previsti per accedere alle indennità di disoccupazione, non ha strumenti economici dei quali beneficiare a eccezione dell’Rdc.
Nel video di seguito, RDC 2023: 8 MESI PER CHI? OBBLIGO SCOLASTICO E… LIVE!, spieghiamo quali sono le novità previste per il reddito di cittadinanza nel 2023.
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Chi ha diritto alla Naspi 2022?
La Naspi è una indennità di disoccupazione che spetta ai lavoratori subordinati che hanno perso involontariamente il lavoro e che hanno versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti alla domanda di disoccupazione.
Nel calcolo dei contributi versati rientrano:
- periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli fino a 8 anni e per un massimo di 5 giorni lavorativi;
- contributi figurativi per il congedo parentale;
- contributi figurativi per la maternità;
- contributi versati dal datore di lavoro che riveste il ruolo di sostituto d’imposta.
La Naspi spetta a:
- lavoratori dipendenti, inclusi gli apprendisti;
- personale artistico con contratto di lavoro subordinato;
- dipendenti a tempo determinato impegnati nelle pubbliche amministrazioni;
- dal 2022 operai agricoli a tempo determinato.
Vengono esclusi dalla Naspi:
- operai agricoli a tempo determinato;
- dipendenti a tempo indeterminato che lavorano per le pubbliche amministrazioni;
- chi ha già maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata.
Chi riceve l’assegno di invalidità può scegliere se beneficiare della Naspi o sospendere la disoccupazione e preferire l’altro contributo a sostegno del reddito. Leggi “Naspi, come cambia l’indennità del 2022“, per approfondire gli aggiornamenti della disoccupazione entrati in vigore quest’anno.
Chi ha diritto alla DIS-COLL?
La DIS-COLL è una indennità mensile di disoccupazione destinata ai lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata che hanno perso involontariamente il lavoro. Hanno diritto a questo strumento:
- collaboratori coordinati e continuativi (cosiddetti co.co.co), inclusi i lavoratori con contratto a progetto;
- assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio;
- collaboratori delle pubbliche amministrazioni;.
Per accedere alla DIS-COLL bisogna essere in disoccupazione al momento della domanda e avere almeno tre mesi di contributi nel periodo compreso fra il 1° gennaio dell’anno precedente a quello in cui è terminato il lavoro e la data nella quale è cessata l’attività.
Non possono accedere alla DIS-COLL:
- lavoratori titolari di partita Iva, al momento della presentazione della domanda;
- collaboratori pensionati;
- amministratori, sindaci o revisori di società, di associazioni e altri enti, con o privi di personalità giuridica.
Come funziona l’assegno di ricollocazione?
L’assegno di ricollocazione è una misura al sostegno del lavoro, non obbligatoria, gestita dall’agenzia ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) e nata per ricollocare i disoccupati che percepiscono la Naspi da almeno 4 mesi senza aver trovato una nuova occupazione.
L’assegno garantisce un importo compreso tra i 250 e i 5.000 euro che non vengono versati al disoccupato o alla disoccupata, ma all’ente che è deputato a trovare una nuova occupazione a chi è rimasto senza lavoro: per esempio centri per l’impiego o altri enti accreditati scelti dal disoccupato.
Per poter aderire all’iniziativa, oltre a percepire la Naspi da almeno 4 mesi senza aver trovato una nuova occupazione, bisogna:
- non usufruire di altri aiuti di reinserimento come Dote Lavoro, Accompagnamento al Lavoro o Contratto di ricollocazione;
- non aver ricevuto finanziamenti statali per l’avvio di attività e imprese;
- non essere impegnati in tirocini o corsi formativi finanziati da enti locali o pubblici.
Hanno diritto all’assegno di ricollocazione anche gli iscritti al programma Garanzia Giovani e i lavoratori domestici in Naspi da almeno 4 anni.
Quando si ha diritto alla disoccupazione agricola?
La disoccupazione agricola è una prestazione economica destinati agli operai impegnati nel settore dell’agricoltura inseriti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli.
L’iscrizione è riferita all’anno in cui si presenta la domanda o a un rapporto di lavoro agricolo a tempo indeterminato riferita all’anno di competenza della prestazione.
La domanda per la disoccupazione può essere presentata da chi ha lavorato nel settore agricolo o ha svolto attività compatibili per almeno 102 giorni nel biennio precedente alla richiesta: nel caso del 2022, si fa riferimento al periodo 2020-2021.
Sono richiesti due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria.
I giorni di lavoro svolti vanno comunicati dal datore di lavoro attraverso il modello DMAG. L’indennità spetta a queste categorie di lavoratori:
- operai agricoli a tempo indeterminato;
- operai a tempo determinato;
- piccoli coloni;
- compartecipanti familiari;
- piccoli coltivatori diretti (a patto che abbiano versato volontariamente fino a 51 giornate di iscrizione negli elenchi nominativi agricoli);
- operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano solo per un determinato periodo dell’anno;
- lavoratori agricoli che si dimettono per giusta causa.
Come funziona il reddito di cittadinanza 2023?
Il reddito di cittadinanza 2023 spetterà per soli 8 mesi a chi non ha carico una persona con almeno 60 anni di età, figli minorenni o persone con disabilità ai fini ISEE. Chi soddisfa questi requisiti, invece, percepirà l’Rdc per 12 mesi. Dal 2024, invece, il reddito di cittadinanza sarà abrogato.
Il governo ha permesso l’istituzione di un nuovo sussidio che sarà garantito a persone con disabilità ai fini ISEE, famiglie con figli minori a carico o persone nel nucleo familiare con almeno 60 anni, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli ne sugli importi né sulla pratica necessaria a ottenere il sussidio. Nell’approfondimento, Reddito di cittadinanza 2023 per 8 mesi per questi disabili, abbiamo spiegato quali sono le persone con disabilità che avranno diritto a percepire l’Rdc per soli 8 mesi.
Oltre alle pensioni da 2100 euro tagliate per 2 anni, sulla Legge di Bilancio 2023 leggi anche:
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