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Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023 dopo la modifica ufficiale della misura. Quali sono le categorie, le classi anagrafiche (1962/1964), i requisiti necessari e le finestre di decorrenza.

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6' di lettura

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023? Dopo un lungo confronto il governo ha finalmente deciso e nella manovra di bilancio si chiarisce in modo definitivo quali lavoratrici potranno utilizzare questa uscita anticipata. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Con Opzione donna andranno in pensione le lavoratrici caregiver, quelle con una invalidità non inferiore al 74 per cento, le licenziate e quelle che sono dipendenti di aziende in crisi.

Il requisito anagrafico è stato alzato a 60 anni e resta l’obbligo di aver raggiunto almeno i 35 anni di contributi. I requisiti devono essere stati maturati entro il 31 dicembre del 2022.

Il governo ha anche previsto lo sconto di un anno per ogni figlio, con un massimo di due anni.

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Per le sole licenziate e dipendenti di aziende in crisi il requisito anagrafico scende a 58 anni. Ma quel limite di età dovrà essere stato raggiunto entro il 31 dicembre del 2022.

Su questo argomento puoi leggere un post che spiega con Opzione Donna prima e dopo il 31 dicembre: chi ci guadagna; c’è anche un focus che mette a confronto Opzione Donna 2022 e 2023: tutte le novità.

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: 1962/1964

Potranno quindi accedere a questa pensione anticipata:

  • le caregiver e le persone con invalidità al 74 per cento che sono nate nel 1962;
  • le caregiver e le persone con invalidità al 74 per cento che sono nate nel 1963 se hanno un figlio;
  • le caregiver e le persone con invalidità al 74 per cento che sono nate nel 1964 se hanno due figli;
  • le licenziare o dipendenti di aziende in crisi se sono nate nel 1964.

Per tutte resta l’obbligo dei 35 anni di contributi e ovviamente potranno accedere a Opzione Donna anche le lavoratrici che hanno raggiunto prima tutti i requisiti richiesti (e come vedremo potranno farlo con la vecchia normativa).

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Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: cos’è

Opzione donna è stata una misura molto dibattuta all’interno dell’ultima finanziaria. Consente alle lavoratrici (pubbliche e private) di andare in pensione con uno sconto medio di 53 mesi (4,5 anni) rispetto all’età ordinaria.

Ma solo a una condizione: accettare che l’assegno venga calcolato interamente con il sistema contributivo.

Nella versione precedente la misura era aperta a tutte le lavoratrici, con la sola differenza di età per le dipendenti (58 anni) rispetto alle autonome (59 anni).

Bisogna anche considerare la finestra mobile, che era di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: com’è cambiata

Con l’ultima manovra di bilancio il governo ha deciso di limitare l’accesso alla misura, considerata altrimenti troppo costosa.

È stata introdotta anche una condizione soggettiva che rende questa misura molto simile all’Ape Sociale  (leggi la guida su Invaliditàediritti.it), dalla quale si differenzia per il requisito anagrafico (in quel caso è di 63 anni) e contributivo (30 anni), ma che riguarda in buona parte la stessa categoria di lavoratrici (nel caso dell’Ape sociale la misura riguarda anche gli uomini e chi è stato impegnato in lavori gravosi).

L’altra differenza è che Opzione Donna può definirsi una pensione anticipata, mentre l’Ape Sociale è un trattamento di accompagnamento alla pensione di vecchiaia, che scatta a 67 anni.

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: categorie

Vediamo nel dettaglio quali sono le categorie di lavoratrici che potranno uscire dal lavoro con Opzione Donna nel 2023:

  • le lavoratrici che svolgono assistenza al momento della richiesta di prepensionamento  da almeno sei mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992), o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • le lavoratrici che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
  • le lavoratrici licenziate e quelle che sono dipendenti di imprese per le quali è in atto un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: età

Come abbiamo visto sono cambiati i requisiti anagrafici rispetto alla prima versione di Opzione donna. Ora si può accedere:

  •  a 60 anni con 35 anni di contributi maturati (i requisiti devono essere stati raggiunti entrambi entro il 31 dicembre del 2022);
  • non c’è più alcuna differenza tra dipendenti e autonome;
  • il requisito anagrafico diminuisce di un anno per ogni figlio (fino a un massimo di due).

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: finestre mobili

Le finestre mobili sono rimaste uguali: 15, 18 mesi:

la prima finestra di decorrenza per le lavoratrici autonome che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre del 2022 sarà disponibile dal primo agosto del 2023;

la prima finestra di decorrenza per le dipendenti che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre del 2022 sarà disponibile dal primo febbraio;

le ultime lavoratrici che rientrano nella proroga (quelle che maturano i requisiti nel dicembre del 2022), vedranno aprirsi la finestra di decorrenza rispettivamente il primo luglio e il primo gennaio del 2024.

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: cumulo

Non si potranno cumulare gratis per raggiungere i 35 anni di versamenti le contribuzioni che sono state accumulate in gestioni previdenziali diverse (questa norma era in vigore anche in precedenza).

Nell’immagine una pensionata che sorride

Chi andrà in pensione con Opzione Donna nel 2023: diritti acquisiti

Per le lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre del 2021 non cambiano i requisiti (58 anni dipendenti, 59 autonome, 35 anni di contributi e senza la necessità di appartenere a determinate categorie di tutela).

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