Come annullare le cartelle esattoriali con la rottamazione: il 30 aprile scade il termine, la procedura funziona così. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Come annullare le cartelle esattoriali: funziona così
- Come annullare le cartelle esattoriali: la domanda
- Come annullare le cartelle esattoriali: quali debiti
- Come annullare le cartelle esattoriali: i debiti che non rientrano
- Come annullare le cartelle esattoriali: conclusione
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La scadenza per la presentazione delle domande di rottamazione si avvicina e l’Agenzia delle Entrate invita i contribuenti che voglio aderire di attivarsi in anticipo per evitare, così è scritto in una nota, «i rallentamenti dei sistemi informatici per l’altro traffico degli ultimi giorni».
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I contribuenti che hanno scelto la definizione agevolata delle cartelle, dovranno versare i debiti affidati in riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022, senza però aggiungere sanzioni, interessi di mora e l’aggio (oltre alle spese per l’iscrizione a ruolo).
Le multe stradale e le altre sanzioni amministrative potranno invece essere definite dai contribuenti con l’esclusione del pagamento degli interessi e dell’aggio.
Ma vediamo come funziona la Rottamazione Quater, ovvero come si possono annullare le cartelle esattoriali.
Potrebbe interessarti un articolo che spiega nei dettagli come presentare la domanda per la rottamazione delle cartelle esattoriali; abbiamo anche proposto una guida breve che spiega le cifre e cosa fare.
Come annullare le cartelle esattoriali: funziona così
Con la Rottamazione Quater si può definire il pagamento di un vecchio debito fiscale in una sola soluzione o con 18 rate fino a un massimo di 5 anni. La domanda, come detto, deve però essere presentata entro il 30 aprile.
Dopo aver presentato la richiesta, l’Agenzia delle Entrate comunicherà al contribuente entro il 30 giugno:
- l’esito della domanda;
- l’ammontare delle somme dovute al fisco;
- i moduli di pagamento (che saranno in base al piano di rateizzazione che è stato scelto).
Un esempio: se un contribuente ha un debito con il fisco di 15.000 euro in cartelle esattoriali, dopo aver scelto di aderire alla Rottamazione, potrà scegliere se versare il dovuto in una sola rata o se scegliere suddividere la somma in 18 rate (da 833,33 euro).
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Come annullare le cartelle esattoriali: la domanda
Come aderire alla Rottamazione Quater? La domanda può essere presentata via web sul sito dell’Agenzia Entrate-Riscossione.
Il contribuente deve accedere all’area pubblica (quindi non serve la password) o all’area riservata (con Spid, Cie o Cns).
Nell’area riservata, il cittadino interessato potrà presentare una dichiarazione di adesione. Basta selezionare i debiti che si intendono inserire nella richiesta. Non sono necessari i dati identificativi degli atti.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è anche disponibile il servizio che consente di chiedere il prospetto informativo: contiene l’elenco di tutti i debiti che possono essere rottamati. Nella stessa area sono anche previste le simulazioni dell’importo che bisognerà versare al fisco con le riduzioni previste dalla definizione agevolata.
Come annullare le cartelle esattoriali: quali debiti
Quali sono i debiti che rientrano nella Rottamazione Quater? Come detto tutti quelli che sono stati affidati all’Agenzia della Riscossione tra il primo gennaio del 2000 e il 30 giugno del 2020.
Sono incluse anche le cartelle che non sono state notificate, i debiti già soggetti a una rateizzazione (o sospensione). Rientrano anche i debiti per i quali sono state chieste precedenti rottamazioni (anche se risultano decaduti per il mancato o tardivo versamento delle rate).
Nella Rottamazione Quater rientrano anche i carichi affidati alle casse o enti previdenziali. In questo caso però solo se l’ente ha adottato un provvedimento specifico entro il 31 gennaio 2023.
Come annullare le cartelle esattoriali: i debiti che non rientrano
Niente rottamazione per chi ha debiti affidati alla riscossione in un periodo precedente al primo gennaio del 2000 o successivo al 30 giugno 2022.
Dalla rottamazione sono stati esclusi anche i carichi che riguardano:
- il recupero di aiuti di Stato;
- crediti scaturiti da una condanna della Corte dei Conti;
- multe e sanzioni pecuniarie stabilite dopo un provvedimenti e sentenze di condanna;
- l’Iva riscossa all’importazione;
- i carichi affidati dagli enti locali per la riscossione tramite avvisi di pagamento (Gia);
- o carichi che sono stati affidati dalle casse o enti di previdenza che hanno deciso di non aderire al provvedimento entro il 31 gennaio 2023.
In questo quadro non rientrano dunque le multe, perché si tratta di sanzioni amministrative.

Come annullare le cartelle esattoriali: conclusione
Ribadiamo dunque quali sono i debiti che rientrano nella rottamazione (sempre nel periodo compreso tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022):
- i debiti contenuti in cartelle non ancora notificate;
- quelli interessati da provvedimenti di rateizzazione o di sospensione;
- i debiti già oggetto di una precedente “Rottamazione” anche se decaduta per il mancato, tardivo, insufficiente versamento di una delle rate del relativo precedente piano di pagamento.
- I carichi affidati dalle casse/enti previdenziali di diritto privato rientrano nella Rottamazione quater solo se l’ente, entro il 31 gennaio 2023:
- ha adottato uno specifico provvedimento;
- lo ha trasmesso, sempre entro la stessa data, ad Agenzia delle entrate-Riscossione;
- lo ha pubblicato sul proprio sito Internet.
Questi sono invece i debiti che non rientrano nella Rottamazione Quater:
- i debiti dovuti a titolo di recupero degli aiuti di Stato;
- i crediti che derivano da pronunce di condanna della Corte dei conti;
- multe, ammende e sanzioni pecuniarie per provvedimenti e sentenze penali di condanna;
- “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e l’Imposta sul Valore Aggiunto riscossa all’importazione.
- le cifre affidate dagli enti della fiscalità locale e/o territoriale per la riscossione a mezzo avvisi di pagamento (Gia);
- i carichi affidati dalle casse/enti previdenziali di diritto privato che non hanno provveduto, entro il 31 gennaio 2023, all’adozione di uno specifico provvedimento.
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