Mestiere antico e dal fascino intatto che spinge molti giovani giuristi ad intraprendere un cammino lungo e molto difficile, il notaio è una delle figure professionali di più alta responsabilità all’interno del campo giuridico dello Stato. Oggi analizziamo proprio come diventare notaio, quali sono gli studi da seguire e quali sono, in particolare le sue mansioni, senza dimenticare di dare uno sguardo ai guadagni.
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Cosa fa un notaio?
Sono moltissime le funzioni di un notaio in Italia ma partiamo da una definizione fondamentale: questa figura professionale è un vero e proprio pubblico ufficiale al quale lo Stato affida compiti di rilevanza in determinati ambiti.
In primo luogo sarà colui il quale ha il potere di attribuire pubblica fede, cioè il valore legale, agli atti che stipulerà, come ad esempio compra-vendite di case o testamenti. Anche un giudice, in caso sia necessario un suo intervento in dispute, dovrà considerare veritiero ciò che il notaio avrà redatto. Naturalmente se non c’è una prova di falso.
Avendo l’atto pubblico la validità di prova, il notaio dovrà accertare personalmente quali siano le volontà delle persone che a lui si rivolgono, andando a capire lo scopo da raggiungere e, infine, preparare l’atto in sé nella maniera più idonea, conforme alla legge ed anche economica.
Per fare ciò, quindi, questo professionista avrà bisogno di essere assolutamente, per legge, indipendente ed imparziale, andando a tutelare gli interessi di tutti i contraenti in misura eguale. Non potrà, quindi, redigere atti nei quali potrebbe avere conflitti di interessi, come, ad esempio, con i parenti.
Un’altra funzione fondamentale, collegata a tutto l’iter di verifica che dovrà svolgere, sarà quella del controllo preventivo di legalità. Il suo dovere, infatti, è quello di far rispettare le leggi e non deve e non può redigere atti che vadano contro di esse.
Infine, ma non per importanza, il notaio riscuote, per conto dello Stato, le imposte collegate a tutti gli atti (imposte di registro, ipotecarie, catastali, ecc.) versando ogni anno, attraverso la propria rete informatica, diversi miliardi di euro di imposte indirette e plusvalenze senza alcun aggio a carico dello Stato, anche se non riscossi dal cliente.

Facendo un riassunto, quindi, il notaio ha le seguenti responsabilità:
- dovrà redigere ed assicurarsi che l’atto notarile sia conforme alla volontà delle parti;
- dovrà controllare che l’atto notarile sia valido e quindi conforme alla legge;
- nello scrivere un atto, dovrà anche verificare che gli effetti giuridici dell’atto non siano pregiudicati da vincoli o da diritti di terzi (ad esempio ipoteche, pignoramenti, servitù, prelazioni, ecc.) di cui il notaio non abbia avvertito le parti.
Il notaio dovrà anche provvedere all’identificazione della clientela, del titolare effettivo dell’operazione e comunicare eventuali operazioni sospette con segnalazione all’UIF, Unità di Informazione Finanziaria presso Banca d’Italia, nell’ambito delle operazioni di controllo antiriciclaggio.
Ci sono gravi conseguenze, vista la delicatissima e altissima responsabilità di questa figura, nel caso non si esegua adeguatamente il proprio lavoro. Queste possono essere:
- Civili: se ha causato alle parto danni per l’inadempimento dei suoi doveri professionali, il notaio è obbligato a risarcire i danni;
- Penali: se ha commesso reati;
- Disciplinari: se viola principi deontologici della categoria, il notaio deve pagare ammende di carattere pecuniario o essere sospeso dall’esercizio della professione per un determinato periodo di tempo o, nei casi più gravi, è prevista la sua destituzione.
Proprio per questo, dal 1999, i notai si sono dotati di un’assicurazione obbligatoria che per legge copre questi professionisti in caso di responsabilità civile o errore.
I controlli da parte dello Stato sono continui, per verificare il corretto andamento del proprio lavoro: infatti tutti gli atti notarili sono soggetti ad un controllo periodico (ogni 4 mesi) da parte dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero della Giustizia (ogni 2 anni)..
Anche i vari Consigli Notarili Distrettuali vigilano sul corretto comportamento del notaio.
Quindi un mestiere fatto di tanta responsabilità, tanto lavoro ma che può dare moltissime soddisfazioni, sia economiche, sia di status all’interno della società.
Come diventare notaio: il percorso formativo
Il percorso per diventare notai parte da una base comune per ogni aspirante tale: la laurea in Giurisprudenza. Questa, infatti, è obbligatoria per poter accedere al concorso e avere l’agognato “timbro”.
Se vogliamo, però, sintetizzare le tappe per arrivare a poter aprire un proprio studio, dovremmo tener conto di questi tre momenti fondamentali:
- come già detto una laurea in Giurisprudenza
- il praticantato in uno studio notarile di 18 mesi, 6 dei quali possono essere già anticipati durante l’ultimo anno di università. Per svolgerla occorre anche l’iscrizione nel registro dei praticanti tenuto dal Consiglio Notarile locale, presso il quale ogni bimestre il praticante dovrà presentare un certificato del notaio che ne attesti l’effettivo svolgimento. La pratica ha inizio dopo l’iscrizione nel registro dei praticanti. Questo momento di formazione andrà completato entro 30 mesi dall’iscrizione.
- il superamento del concorso pubblico gestito dal Ministero della Giustizia. Questo viene bandito ogni anno e prevede un numero programmato i sedi da coprire. Il limite di età per parteciparvi è fissato a 50 anni e si può tentare il suo superamento per un massimo di 5 volte. La sua struttura è composta da due parti: un esame scritto diviso in tre prove, dove l’esaminato dovrà redigere un atto di ultima volontà (testamento), un atto tra vivi (diritto civile) ed un atto tra vivi (diritto commerciale); ed un esame orale, anche questo diviso in tre prove, dove il candidato dovrà dimostrare di avere padronanza in campo di diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l’ufficio di notaio, sulle disposizioni sull’ordinamento del Notariato e degli archivi notarili ed infine sulle disposizioni concernenti le imposte indirette.
Una volta superato, il Ministero stesso assegnerà un sede di lavoro in base alla graduatoria e presso la quale il nuovo notaio avrà l’obbligo di aprire il proprio ufficio entro 3 mesi dalla nomina. Tutto questo iter viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Il neo-notaio riceverà dal Ministero il sigillo coniato dalla Zecca dello Stato e lo strumento per apporre la firma digitale. Per questo motivo il notaio deve depositare la propria firma autografa accompagnata dall’impronta del sigillo presso il Consiglio Notarile di appartenenza, che provvederà quindi a iscriverlo nel proprio ruolo.
Nel periodo del praticantato, senza però obbligatorietà, si potrà anche iscriversi ad una scuola notarile, istituti presenti su tutto il territorio nazionale, che hanno il compito di formare i giovani notai attraverso corsi tenuti da docenti universitari, notai e magistrati. L’obiettivo non è solo preparare al superamento del concorso pubblico, ma far acquisire una specifica sensibilità giuridica che deve caratterizzare il notaio nell’esercizio della sua funzione pubblica.
Come abbiamo visto, tutto l’iter prevede molto lavoro, dedizione e sacrifici e nessuna delle parti va a sostenere la leggenda della “trasmissione genitore-figlio”: basti pensare, infatti, che più dell’82% dei notai non è figlio di un notaio.
Come diventare notaio: Lo stipendio
Essendo una professione per certi versi “libera”, non si può stilare una vera e propria classifica dei guadagni. Ci sono infatti molti fattori da tenere in considerazione: luogo di lavoro, tipo di clientela, reputazione, esperienza.
Il notaio, da molti, è visto come colui il quale riesce a guadagnare moltissimo, e per certi versi è vero: basti pensare che, in alcuni casi, questa professione riesce a fruttare anche 200.000 euro annui, con un importo mensile che supera i 20.000 euro. Questi casi, però, secondo alcune statistiche riguardano l’1% degli addetti alla professione.
Più in generale, lo stipendio mensile medio, si aggira intorno ai 5.000 euro, cifra comunque al di sopra della media rispetto ad altre professioni del campo giuridico, ma che deve tener conto degli alti costi di gestione di uno studio notarile e, soprattutto, delle grandissime responsabilità che dovrà assumersi il notaio alla stesura di ogni atto.
Va sottolineato, infine, come affermato da molti professionisti del settore, che la professione notarile segue molto l’andamento dell’economia: se con il boom economico degli anni ’50 questa professione ha visto arricchirsi molte persone, la crisi del 2008 ha inciso in maniera molto negativa e, seguendo sempre queste statistiche, il divario Nord-Sud e città-campagna crea delle differenze di retribuzione molto nette.
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