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Come farsi una pensione integrativa

Come farsi una pensione integrativa: una piccola guida per capire di cosa si tratta, come funziona e se conviene. È utile avere un’idea precisa il prima possibile anche perché nella riforma del sistema previdenziale in arrivo la pensione complementare avrà un ruolo di primo piano e numerose agevolazioni fiscali.

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9' di lettura

Come farsi una pensione integrativa? È una possibilità che deve essere presa in considerazione, soprattutto da chi oggi è giovane. In questo articolo spieghiamo come funziona, quanto rende e se conviene. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Potrebbe interessarti un articolo che spiega quando può essere utile una pensione complementare;  in un altro post approfondiamo un altro aspetto: è meglio il fondo pensione o il Tfr; e infine abbiamo verificato a che età ha senso investire in una pensione integrativa.

Pensione integrativa e la riforma del sistema previdenziale

La pensione integrativa o complementare sarà uno dei capisaldi dell’ormai imminente riforma del sistema previdenziale. Sul punto c’è un accordo totale tra il governo e le parti sociali.

Il motivo? È ormai chiaro che con l’invecchiamento della popolazione (causato dalla diminuzione delle nascite), gli effetti del sistema contributivo e di carriere lavorativa spesso discontinue, gli assegni pensionistici continueranno a diminuire nei prossimi decenni.

Sarà quindi impossibile garantirsi una vecchiaia serena dopo aver trascorso una vita di lavoro. La soluzione è appunto quella di aggiungere alla pensione previdenziale quella integrativa. Il governo punta ad assicurare vantaggiose detrazioni fiscali per rendere questo strumento davvero conveniente.

Può essere quindi utile capire subito di cosa si parla quando si discute di pensioni integrative.

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Pensione integrativa: come funziona

La pensione integrativa viene erogata una volta maturati i requisiti per la pensione di base e dopo aver versato per almeno cinque anni in un fondo di previdenza complementare. È possibile ricevere la pensione integrativa anticipatamente sotto forma di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA). Questa può essere erogata interamente in rendita vitalizia o, a scelta, per il 50% massimo in capitale ed il resto in rendita. La pensione integrativa permette diverse opzioni di rendita, come quella reversibile che, in caso di morte dell’assicurato, viene erogata al beneficiario prescelto.

Le diverse soluzioni

Per creare una forma di pensione complementare è possibile aderire a una delle soluzioni proposte dal mercato assicurativo, tra le quali:

  1. un fondo negoziale chiuso, destinato a categorie previste da contratti o accordi collettivi aziendali;
  2. un fondo aperto all’adesione collettiva o individuale per qualsiasi categoria, salvo accordi specifici;
  3. un piano individuale pensionistico (il cosiddetto Pip), cioè un contratto assicurativo sulla vita con finalità previdenziale, ad adesione solo individuale.

I fondi chiusi

Il fondo chiuso è una forma di pensione integrativa istituita grazie agli accordi collettivi tra i lavoratori e i datori di lavoro. È un soggetto giuridico autonomo dagli aderenti ed è dotato di organi propri, quali l’assemblea, gli organi di amministrazione e di controllo, e il responsabile del fondo.

I fondi aperti

I fondi aperti sono le forme di pensione integrativa costituite direttamente dalle banche, dalle compagnie di assicurazione o dalle società di gestione del risparmio. Successivamente, vengono collocati presso il pubblico. Questi fondi rappresentano una forma di previdenza individuale, potendovi aderire singoli lavoratori autonomi, liberi professionisti, e lavoratori dipendenti.

Pensione integrativa: versamenti e durata

Quanto versare alla previdenza complementare per garantirsi una pensione minima? Dipende da quanto si versa e per quanto tempo. Molto dipende anche dai rendimenti previsti a seconda dello strumento prescelto.

Pensione integrativa con 200 euro al mese

Poniamo il caso che tu sia un libero professionista di 40 anni che guadagna circa 1500 euro al mese. Desideri crearti un piano pensionistico privato che ti garantisca una pensione di 1000 euro al mese per vivere dignitosamente.

La pensione minima in Italia è di € 513,01. Quindi, se hai deciso di versare il minimo all’INPS, hai necessità di ottenere una pensione integrativa di € 500 al mese.

Presumiamo un periodo di tempo di accantonamento di 27 anni. Vuoi arrivare a 67 anni, il momento giusto per riscuotere l’investimento.

Ogni anno dovrai mettere da parte 2400 euro, ovvero 200 euro al mese.

A questo calcolo della pensione integrativa, però, devi aggiungere i rendimenti del capitale che ogni anno si incrementano su quanto già accumulato. Questo ti metterà in condizione di raccogliere più di quanto versato.

Non solo. Immediatamente godrai dei benefici fiscali. Significa che dei 2400 euro che ogni anno investirai ne recupererai fino al 40% della somma accantonata.

Simulazione

Fare una simulazione per la tua pensione integrativa ti può aiutare a capire quanto puoi ottenere in base ai tuoi versamenti. Ci sono diversi strumenti online che ti permettono di fare una simulazione in base alle tue esigenze e alle tue possibilità di versamento.

Per esempio, versando 100 euro al mese per 20 anni, potresti ottenere una somma finale di circa 30.000 euro, a seconda dei rendimenti.

Ricorda che più inizi presto a versare, più alta sarà la somma che potrai ottenere.

Altri esempi

L’incremento del reddito pensionistico è una necessità per un gran numero di persone. Nel dettaglio, i lavoratori dipendenti che si apprestano a concludere il proprio percorso lavorativo al termine del decennio attuale percepiranno un importo pensionistico che oscillerà tra il 60% e il 70% del proprio stipendio. Questa percentuale cala tra il 40% e il 50% per i lavoratori autonomi.

Abbiamo già visto come un 40enne può incrementare il suo assegno pensionistico. Vediamo ora altri esempi pratici.

Naturalmente, l’importo dei versamenti mensili sarà maggiore per coloro che iniziano a risparmiare per la pensione privata a 45 o 55 anni, avendo meno tempo a disposizione per accumulare capitale. In questi casi, l’importo mensile da investire, per avere una rendita di 500 euro al mese, ammonta rispettivamente a 528 e 859 euro, presumendo che si opti per un fondo pensione con una forte esposizione ai mercati azionari, coerente con un orizzonte temporale più lungo.

Scegliendo invece un investimento esclusivamente in obbligazioni, l’esborso mensile dovrebbe aumentare di circa 130 euro per ciascuna delle fasce di età considerate.

Ma cosa succede se un incremento di 500 euro al mese non è sufficiente? Partendo dall’ipotesi iniziale, è possibile assegnare alla previdenza complementare i risparmi che si liberano progressivamente con il raggiungimento degli obiettivi a breve (5 anni), medio (10 anni) e lungo termine (15 anni).

Per esempio, un trentacinquenne che versa 304 euro al mese dovrebbe portare quella cifra, dopo il quinto anno, a 476 euro al mese (la media dei versamenti necessari per raggiungere l’obiettivo a cinque anni, in base ai diversi profili di rischio), per arrivare ai 740 euro al mese.

Al termine del piano di acquisto della seconda casa, potrebbe aggiungere altri 225 euro al mese (la media necessaria per l’obiettivo a 15 anni) quando il figlio avrà iniziato l’università, portando così la rendita pensionistica a 1.759 euro al mese. Questo scenario si basa su un portafoglio con una componente azionaria del 70%. Le stesse somme, se investite in un fondo pensione obbligazionario, produrrebbero invece una pensione integrativa di 1.311 euro.

Ma, ripetiamo, per trovare la soluzione migliore, quella più adatta alle tue esigenze economiche e alle tue aspettative, è opportuno provare a utilizzare uno dei tanti simulatori online. Non costa nulla e avrai un’idea precisa sui costi e i benefici.

Detrazioni

Grazie alla legge, infatti, i contributi versati per la previdenza complementare possono godere di un regime fiscale di favore, detto EET, acronimo di Exempt, Exempt, Taxed. Significa che:

  • sono esenti da tassazione i contributi versati (E),
  • sono esenti da tassazione i rendimenti maturati (E),
  • è tassato il solo rendimento al momento del prelievo (T).

Questo regime consente quindi di detrarre dall’imposta lorda il 19% dei contributi versati, fino a un massimo di 5.164,57 euro. Ma come accennato il governo ha intensione di rendere ancora più vantaggiose le detrazioni.

Come farsi una pensione integrativa
Nell’immagina due anziani che hanno raggiunto la pensione e un giovane che sta iniziando a versare contributi

FAQ (domande e risposte)

Cos’è la pensione integrativa?

La pensione integrativa è una forma di previdenza complementare alla pensione di base. Viene erogata una volta maturati i requisiti per la pensione di base e dopo aver versato per almeno cinque anni in un fondo di previdenza complementare.

La pensione integrativa può essere erogata in rendita vitalizia o, a scelta, per il 50% massimo in capitale ed il resto in rendita. Esistono diverse tipologie di rendita, tra cui quella reversibile, che in caso di morte dell’assicurato viene erogata al beneficiario prescelto.

Quanto devo versare per avere una pensione integrativa?

L’importo da versare per la pensione integrativa dipende dalle tue esigenze e dal piano pensionistico che scegli. Ad esempio, se desideri una pensione integrativa di 500 euro al mese, potresti dover versare 200 euro al mese per 27 anni.

Come viene calcolata la pensione integrativa?

La pensione integrativa viene calcolata in base ai contributi versati e ai rendimenti ottenuti. Puoi fare una simulazione per avere un’idea di quanto potresti ottenere in base ai tuoi versamenti.

Quando conviene la pensione integrativa?

La pensione integrativa conviene quando desideri avere un’integrazione alla tua pensione di base. Questa può essere utile per garantirti una vita dignitosa una volta raggiunta l’età pensionabile. Inoltre, i versamenti per la previdenza complementare godono di un regime fiscale di favore, permettendoti di detrarre dall’imposta lorda il 19% dei contributi versati, fino a un massimo di 5.164,57 euro.

Quanto si recupera dalla pensione integrativa?

La somma che si recupera dalla pensione integrativa dipende dai versamenti effettuati e dai rendimenti ottenuti. Ad esempio, versando 100 euro al mese per 20 anni, potresti ottenere una somma finale di circa 30.000 euro, a seconda dei rendimenti.

Che differenza c’è tra fondo pensione e pensione integrativa?

Il fondo pensione è un tipo di previdenza complementare gestito da enti specifici, come banche, compagnie di assicurazione, e società di gestione del risparmio. La pensione integrativa, invece, è la somma che si ottiene una volta raggiunta l’età pensionabile, a seguito dei versamenti effettuati nel fondo pensione.

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