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Come funziona la flat tax al 15% di Salvini e quanto costa?

Vediamo come funziona la flat tax per ridurre le tasse. Tre idee: le ipotesi di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia.

di Valerio Pisaniello

Agosto 2022

Far pagare meno, ma far pagare tutti. Questo è lo scopo della flat tax al 15%. Sì, perché il cavallo di battaglia della Lega diventa terreno fertile anche per Forza Italia che però la propone al 23%.

Nel primo caso si stimano costi di circa 50 miliardi per le casse dello stato, nel secondo arriviamo a 20 o 30. Ad ogni modo, a poco più di un mese dalle elezioni, le proposte elettorali impazzano da tutti i partiti. E allora vediamo come funziona la flat tax e soprattutto a chi conviene.

Alla fine dei paragrafi, con tutte le cifre, troverai degli utili box riassuntivi con le informazioni più importanti. Intanto dai un’occhiata alle ultime novità del Decreto Aiuti bis, a partire dalla rivalutazione anticipata delle pensioni e all’aumento degli stipendi con il taglio del cuneo fiscale.(scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

Come funziona la flat tax: i contrasti costituzionali

Come funziona la flat tax? Si tratta di una aliquota unica di tassazione che secondo le due proposte di Lega e Forza Italia dovrebbe essere al 15% o al 23%.

Il finanziamento per attuare una simile riduzione della fiscalità sui redditi arriverebbe da contributi, esenzioni, deduzioni, detrazioni e bonus. Ovvero le cosiddette tax expeditures che oggi consentono “sconti” sull’Irpef.

Iniziativa che però andrebbe a scontrarsi con quanto recita la Costituzione all’articolo 53: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva».

Un bel problema, non c’è che dire.

In Italia, quindi, la fiscalità è intesa come progressiva. Ovvero si dovrebbe ampliare in base all’aumento dei guadagni. Chi ha ha un reddito da lavoro più alto, paga di più.

E già questa premessa può costituire un ostacolo all’implementazione della flat tax nel sistema fiscale italiano.

Salvini dice che «nell’arco di cinque anni» è possibile portare la tassa piatta in Italia. Ad ogni modo, oggi la flat tax è in vigore in diversi paesi europei come Russia al 13%; Romania e Bulgaria hanno un’aliquota unica del 10%; quella dell’Ungheria è al 15%; in Estonia è al 20%.

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Come funziona la flat tax: i costi

Dall’ufficio studi della Uil si apprende che per i redditi fino a 27 mila euro si andrebbe a pagare di più rispetto al sistema attuale (che prevede 4 aliquote dal 23 al 43%).

I calcoli dicono che un cittadino con un reddito di 11 mila euro lordi l’anno dovrebbe pagarne 1.819 euro di tasse in più, il 200%.

Mentre chi percepisce 17.600 euro il 72%, chi incassa 23 mila euro il 29%. La tassazione cambia per chi guadagna intorno ai 30 mila-22%.

Per chi ha più di 50 mila euro le tasse diminuiscono del 43%. Chiaro che la tassa piatta inizi a essere efficiente per i redditi medio alti.

Per ovviare a questo inconveniente, però, si è pensato a una deduzione di 3 mila euro che va moltiplicata per il numero dei componenti se il reddito familiare è inferiore a 35 mila euro, per il solo numero di quelli a carico nel caso di reddito familiare tra 35 mila e 50 mila euro, zero oltre questa cifra.

È una clausola di salvaguardia che permette di usare la vecchia tassazione se più conveniente.

Da ricordare

La flat tax porterebbe un aumento del 200% delle tasse per redditi fino a 11mila euro lordi, del 72% per chi percepisce fino a 17.600 euro e del 29% per chi ha redditi fino a 23mila euro. L’abbassamento delle tasse si applica a chi guadagna intorno ai 30.000 euro (-22%) o più di 50.000 euro (-43%).

L’analisi degli esperti

A Carlo Cottarelli non piace come funziona la flat tax della Lega. Il candidato nelle liste del Pd – «l’aliquota del 15% che propone Salvini è certamente troppo bassa. Una simile riforma costerebbe moltissimo, diverse decine di miliardi».

Attraverso le colonne de La Stampa l’economista bocconiano Tito Boeri spiega: «Sono tutte proposte insostenibili perché hanno un costo altissimo. Bisognerebbe rifare i calcoli, ma in base alle vecchie stime siamo attorno agli 80 miliardi, e quella (la proposta ndr) di Forza Italia costa addirittura ancora di più. E quindi, se Lega e Forza Italia devono seguire il consiglio del loro candidato premier Giorgia Meloni, che ha detto di avanzare solo proposte che fattibili, è meglio che la ritirino immediatamente. Perché è una presa in giro. Voglio capire dove trovano 80 miliardi per una operazione di questo tipo».

Per Giovanni Tria invece – ex ministro dell’Economia nel primo governo Conte –, «cosa significa estendere a tutti la flat tax: si fa pagare di più a chi paga di meno?».

Come funziona la flat tax: le soluzioni dei diversi schieramenti

La Lega

Vediamo in dettaglio come funziona la flat tax: cavallo di battaglia della Lega. Il leader Matteo Salvini fa sapere: «In questo momento ci sono 2 milioni di partite Iva che pagano una flat tax al 15%, a me piacerebbe estendere questa tassazione piatta anche ai lavoratori dipendenti. Nell’arco di 5 anni si potrà fare”.

Oltre al fatto che vorrebbe ampliare anche il range dai 65mila ai 100mila euro, includendo società di persone e studi associati.

Avanti anche con la riforma dell’Irpef partendo da una riduzione delle aliquote. Il punto è che la progressività di tale imposta è prevista in Costituzione che potrebbe essere comunque «assicurata da deduzioni e detrazioni», fanno sapere dal Carroccio.

Sulle pensioni i salviniani voglio archiviare la riforma Fornero introducendo Quota 41, ossia andare in pensione dopo 41 anni di lavoro indipendentemente dall’età.

Da estendere anche l’esenzione dell’Imu per gli immobili occupati o inagibili e riapertura della rottamazione-ter e una nuova rottamazione-quarter che includa anche il 2021.

Al vaglio anche la proposta anche dell’abolizione delle microtasse, dell’acconto Iva e Irap per le società di persone e studi associati.

Forza Italia e Fratelli d’Italia

Forza Italia sulla stessa linea leghista. Ma parla di una flat tax al 23%. Secondo Silvio Berlusconi «bisogna agire con gradualità e avanzare proposte fattibili». Ma l’ex cavaliere – che proprio oggi ha sciolto la riserva sulla sua candidatura al Senato –  è andato alla ribalta con l’innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro e con la proposta di piantare un milione di alberi su tutto il territorio nazionale.

Inoltre arriva anche la proposta di tre aliquote Irpef al 15, 23 e 33% e il superamento dell’Irap. Temi appoggiati in toto anche da FdI di Giorgia Meloni che aggiunge il presidenzialismo (alla francese). Praticamente l’elezione diretta del presidente della Repubblica.

Da ricordare

La Lega vuole applicare una flat tax al 15%, oggi valida per le Partite Iva forfettarie, anche ai professionisti che guadagnano fino a 100.000 euro (oggi vale fino a 65mila euro) e ai dipendenti. Forza Italia e Fratelli d’Italia vogliono una flat tax al 23% e una riduzione delle aliquote.

Il Pd

I democratici – dopo la rottura con Carlo Calenda  e la definizione della coalizione con +Europa di Emma Bonino, Sinistra italiana e Verdi – puntano su una riforma fiscale che vede la riduzione delle aliquote medie dell’Irpef sui redditi bassi e medi.

Si aggiunge anche una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia con la trasformazione delle detrazioni fiscali di carattere sociale da destinare agli incapienti.

Si espongono anche sul taglio al cuneo fiscale che comunque contano di attuare in modo da portare una mensilità in più ai lavoratori.

È del segretario Enrico Letta, inoltre, la proposta di finanziare una “dote di autonomia” per i giovani meno abbienti con un aumento di successione per i patrimoni superiori ai 5 milioni di euro. Una sorta di patrimoniale in poche parole.

 Il Movimento 5 Stelle

Per il leader pentastellato Giuseppe Conte – che correrà da solo alle elezioni – la flat tax «non è fattibile. Costerà molti soldi alle casse dello stato. Inoltre  – continua – il centrodestra è stato venti anni al governo e non l’ha mai realizzata».

Ancora, per i 5S il reddito di cittadinanza non si tocca. Propongono anche il “cashback fiscale” che comporta la possibilità per i cittadini di vedersi accreditate direttamente sul conto corrente le detrazioni fiscali senza aspettare la dichiarazioni dei redditi annua.

In programma anche l’ampliamento del credito d’imposta previsto per il Superbonus e in particolare dei bonus energetici. Ancora una “maxirateizzazione” delle cartelle esattoriali con il taglio di sanzioni e interessi.

Italia viva e Azione  

Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno siglato l’accordo. Correranno insieme verso il voto del prossimo 25 settembre.

Le compagini centriste sono d’accordo sulla lotta all’evasione fiscale con il reimpiego di tali risorse sul taglio del cuneo fiscale.

Per Matteo Renzi si deve spostare la tassazione sulla previdenza integrativa dal momento di versamento a quello della maturazione della pensione. Utile diventa anche l’ “imposta negativa” – l’integrazione dei salari al di sotto di una certa soglia – in sostituzione del reddito di cittadinanza.

Un occhio particolare ai giovani lo strizza Calenda  nel proporre di non tassare gli under 25 e di abbattere del 50% il carico fiscale per la fascia tra i 26 e i 30 anni. A ciò aggiungono il potenziamento dell’assegno unico.

Come funziona la flat tax: lo spettro dell’inflazione

Ad ogni modo, al di là delle varie promesse e proposte messe in campo in vista del voto, il prossimo esecutivo dovrà fare i conti con uno scenario non roseo.

Sono proprio di queste ore i dati dell’Istat che attestano un’inflazione al 7,9% e il cosiddetto “carrello della spesa” che lievita del +9%. Mai così dal settembre 1984.

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