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Come non pagare più il riscaldamento centralizzato

Come non pagare più il riscaldamento centralizzato, ovvero chiedere al condominio di scegliere di passare all’impianto autonomo ed essere esclusi dai pagamenti. Cosa dice la legge, quali sono le regole e come funziona la procedura.

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6' di lettura

Siamo alla vigilia della stagione fredda, qualcuno potrebbe chiedersi come non pagare più il riscaldamento condominiale, quello centralizzato, per intenderci. In particolare se non viene più utilizzato, perché magari è stata trovata un’alternativa più utile o conveniente (come può essere un impianto autonomo). Ebbene, la risposta è sì. In molti casi. Vediamo come e quando. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Come non pagare più il riscaldamento centralizzato: presupposti

La legge di riforma del condominio negli edifici

La legge di riforma del condominio del 2012 ha apportato dei cambiamenti significativi, tra cui, appunto, la questione che riguarda il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato. Secondo questa norma:

  1. Il distacco dall’impianto può avvenire anche senza il consenso dell’assemblea.
  2. La decisione di predisporre un impianto autonomo non deve generare costi aggiuntivi per gli altri condomini.
  3. Dopo il distacco, non si pagherà più la quota di riscaldamento, ma si dovrà contribuire alle spese di manutenzione dell’impianto centrale e alle spese per la messa a norma.
  4. L’impresa responsabile dell’impianto autonomo dovrà redigere una relazione tecnica sulla modifica dell’impianto, come previsto dalla legge n. 10/1991.
  5. Per l’impianto autonomo, è necessario installare una caldaia con scarico a tetto, salvo alcune eccezioni.

Quando si può rinunciare al riscaldamento centralizzato?

Secondo l’articolo 1118 del Codice civile, un condomino può rinunciare all’uso dell’impianto centralizzato se questo non comporta squilibri o costi aggiuntivi per gli altri. Il condomino che rinuncia:

  1. Dovrà pagare solo per la manutenzione straordinaria e la messa a norma dell’impianto.
  2. Dovrà pagare una quota per i consumi involontari, ovvero il calore che si disperde dalle tubature condominiali. La determinazione di questa quota avviene secondo le tecniche Uni 10200.

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E’ possibile avere un esonero completo dalle spese?

È una domanda che molti si pongono. Quando un condomino non fa più uso del riscaldamento centralizzato, desidera sapere se può essere esentato completamente dal pagamento. La giurisprudenza ha individuato una soluzione: c’è un’ipotesi particolare in cui puoi avere un esonero completo dalle spese.

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La giurisprudenza afferma che nel caso in cui ci sia una totale impossibilità di allaccio alla rete di riscaldamento comune, come potrebbe accadere con la sostituzione di una caldaia, il condomino può essere esentato dalle spese. Ciò significa che se il nuovo impianto non può essere utilizzato da tutti, chi ne è escluso non deve contribuire alle spese per la manutenzione straordinaria, conservazione e aggiornamento dell’impianto. Tuttavia, rimangono dovute le spese per i consumi involontari.

Esempi pratici

Per comprendere meglio, vediamo qualche esempio pratico:

  1. Cambio della caldaia: supponiamo che il condominio decida di sostituire la vecchia caldaia con una nuova. Se questa nuova caldaia, per motivi tecnici, non può essere utilizzata da alcuni appartamenti, questi ultimi non devono pagare le spese relative al sistema di riscaldamento.
  2. Distacco dalla rete comune: immaginiamo che un condomino decida di dotarsi di un impianto autonomo e si disconnetta completamente dalla rete condominiale. Se questa disconnessione rende impossibile il futuro riallaccio, il condomino non è più tenuto a pagare per l’impianto centralizzato.

Le limitazioni per il distacco

La decisione di staccarsi dal riscaldamento centralizzato non è così semplice. Esistono diverse limitazioni che potrebbero impedire il distacco:

  • Regolamento di condominio: ogni condominio ha le sue regole e, in alcuni casi, il regolamento potrebbe vietare l’esecuzione di determinati lavori, anche se questi non comportano spese o disagi agli altri condomini.
  • Disposizioni edilizie comunali: certi comuni privilegiano il riscaldamento centralizzato per proteggere l’ambiente e l’efficienza energetica.
  • Legislazione regionale: le leggi variano da regione a regione. Consulenza con un tecnico abilitato è essenziale prima di prendere qualsiasi decisione.

La procedura per il distacco

Per distaccarsi dal riscaldamento centralizzato, segui questi passaggi:

  1. Controlla il regolamento condominiale per eventuali ostacoli.
  2. Consulta le normative comunali e regionali.
  3. Una volta verificata l’assenza di limitazioni, incarica un’azienda specializzata.
  4. L’azienda dovrà redigere una relazione tecnica conforme al DM 37/2008.
  5. Dopo aver consultato un ingegnere, fai preparare una perizia asseverata che descriva le opere di distacco.
  6. Invia il documento in assemblea per il suo recepimento.
  7. Affidati ad un ingegnere per uno studio di fattibilità tecnica.
  8. Scegli una caldaia adatta, preferibilmente una caldaia a condensazione, per godere di benefici fiscali.
  9. Comunica formalmente la tua decisione all’amministratore del condominio.

È cruciale tenere l’amministratore sempre informato, evitando problemi o ritardi in futuro.

Come non pagare più il riscaldamento centralizzato
Nella foto banconote e monete su un impianto per il riscaldamento della casa.

FAQ (domande e risposte)

Come svincolarsi dal riscaldamento condominiale?

Per svincolarsi dal riscaldamento condominiale centralizzato, è necessario seguire una serie di passaggi. Questi includono la verifica della mancanza di ostacoli nel regolamento condominiale, la consultazione delle normative comunali e regionali, l’incarico all’impresa che effettuerà i lavori e la redazione dell’apposita relazione tecnica. Una perizia asseverata dovrebbe essere redatta, indicando le opere oggetto dell’intervento di distacco, le caratteristiche del nuovo impianto e i benefici economici dell’impianto autonomo. Questa perizia andrà poi presentata in assemblea per verifica. Infine, è fondamentale comunicare formalmente all’amministratore la decisione di distaccarsi dall’impianto.

Chi rinuncia all’uso del riscaldamento centralizzato deve pagare il consumo involontario?

Sì. Anche se un condomino rinuncia all’uso dell’impianto centralizzato, rimane tenuto a pagare una quota delle bollette periodiche per i cosiddetti “consumi involontari”. Si tratta del calore che si usufruisce indirettamente a causa della dispersione del calore proveniente dalle tubature condominiali.

Qual è la procedura per staccarsi dal riscaldamento centralizzato?

La procedura comprende diversi step:

  • Verifica della mancanza di elementi ostativi nel regolamento condominiale.
  • Consultazione delle normative comunali e regionali.
  • Dare incarico all’azienda che effettuerà i lavori.
  • Redazione dell’apposita relazione tecnica.
  • Redigere una perizia asseverata.
  • Presentare il documento in assemblea per verifica.
  • Predisporre uno studio di fattibilità tecnica.
  • Individuare la caldaia appropriata.
  • Comunicare formalmente all’amministratore la decisione di distaccarsi.

Per staccarsi dal riscaldamento centralizzato serve l’approvazione dell’assemblea?

No, non serve l’approvazione dell’assemblea. La legge di riforma del condominio del 2012 ha previsto la possibilità del distacco dall’impianto centrale senza il consenso dell’assemblea. Tuttavia, è obbligatorio dare notizia in sede assembleare del distacco, come specificato dall’art. 1112 del Codice Civile. E anche se l’approvazione dell’assemblea non è necessaria, la verifica del suo recepimento sì.

Chi si stacca dal riscaldamento centralizzato deve comunque pagare la manutenzione dell’impianto?

Sì, chi si stacca dovrà comunque compartecipare, in base ai millesimi, ai costi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto centrale, oltre alle spese per la messa a norma. Tuttavia, in una situazione particolare, dove c’è una totale impossibilità di allaccio alla rete comune, l’esenzione può essere completa riguardo alle spese relative alla manutenzione straordinaria, conservazione e messa a norma dell’impianto. Restano dovute, però, le spese per i consumi involontari.

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