Commercio, crisi in Campania: rischio chiusura per 47.000 aziende

I dati della Confesercenti 45 giorni dopo la fine del lockdown. E' una quadro spietato, una crisi profonda. “Uno tsunami che potrebbe causare la perdita di 140.000 posti di lavoro”

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2' di lettura

Il commercio in Campania è in crisi profonda. I dati diffusi dalla Confesercenti sono drammatici, il primo semestre del 2020, quello segnato dal lockdown, ha avuto effetti così pesanti da incidere anche su una ripresa che in molti settori non è ancora iniziata. E si è ben lontani dal ritorno a una situazione pre Covid.

In sei mesi persi 28 miliardi

«Sono quasi 28 i miliardi di euro di perdite per le imprese campane nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019 – dichiara Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania –, una cifra negativa enorme che è maturata nel corso degli ultimi 4 mesi, ovvero nel periodo del lockdown e in questo primo mese e mezzo di riapertura. La nostra economia è in ginocchio».

Dopo il lockdown situazione migliorata di poco

I dati sono chiarissimi: nel primo semestre del 2020 le imprese campane hanno fatturato 27.8 miliardi di euro in meno rispetto ai primi 6 mesi del 2019: una parabola discendente spietata. Nei mesi di marzo e aprile sono stati persi 15,5 miliardi di euro. Ma non solo, bisogna aggiungere i 12,3 miliardi dei mesi di maggio e giugno. Hanno retto solo i primi due mesi dell’anno, quelli pre Covid. L’aumento delle perdite è calato, da quando le aziende hanno potuto riaprire, dal 96% al 75%. Davvero poco.

Chiuderanno 47.000 imprese, a rischio 140.000 posti

La gravità più acuta riguarda le aziende che sono a rischio fallimento con la conseguente perdita posti di lavoro.

«Confesercenti Campania – spiega Vincenzo Schiavo – lancia il grido d’allarme, perché di questo passo oltre 47.000 imprese chiuderanno i battenti a settembre, lasciando a casa più di 140.000 lavoratori. Ricordo che in Campania oltre 20mila imprese non hanno ancora riaperto dopo il lockdown. E se questo sarà l’andamento dell’economia anche a luglio e ad agosto, la Campania dovrà affrontare un ulteriore tsunami economico. Il momento è molto grave. Manca la domanda, gli esercenti sono al collasso. E non inganni che si vede molta gente in giro: l’economia è ferma, le persone hanno pochi soldi in tasca. Penso a coloro che sono in cassa integrazione e hanno visto ridursi la mensilità e aumentare soltanto le incertezze per il proprio futuro. Tutto ciò ricade sugli imprenditori e di conseguenza sui lavoratori».

Dal Governo un intervento serio e netto

I numeri sono spietati, il presidente di Confesercenti Campania per questo invoca l’intervento del Governo.

«Le imprese campane hanno bisogno che lo Stato faccia un intervento serio e netto: Confesercenti Campania chiede che si abbassi, e in alcuni casi si annulli del tutto, le tasse fino a fine anno e che si azzeri l’Iva per tutto il 2020. Le nostre attività commerciali e i consumatori hanno bisogno di tempo per riprendersi. Bisogna intervenire subito. Il taglio significativo delle tasse – conclude Vincenzo Schiavo – è una misura necessaria per consentire alle aziende campane di sopravvivere a questa crisi post Covid. Proponiamo, infine, un piano triennale finalizzato all’abbassamento al 35% della pressione fiscale. Sarebbe positivo anche perché in questo modo tutti pagherebbero le tasse”.

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