Congedo 104, spetta a chi assiste il disabile solo di notte?

Congedo 104, spetta a chi assiste il disabile solo di notte? Ovvero può il beneficiario restare solo di notte a casa dell'assistito ed essere poi “libero” durante il giorno. Secondo i giudici della Cassazione il dipendente che opera questa scelta non può essere licenziato. Nell'articolo il caso di un dipendente che aveva perso il lavoro.

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4' di lettura

Congedo 104, spetta a chi assiste il disabile solo di notte? Cosa dice la legge rispetto a questa possibilità, è possibile o si corre il rischio di un licenziamento? (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La questione riguarda un discreto numero di persone che usufruiscono del congedo 104 per assistere un familiare con disabilità e che magari concentrano l’accudimento in particolare nelle ore notturne.

Qualche lavoratore è stato licenziato per aver effettuato una scelta di questo tipo, ma una sentenza della Cassazione ha fatto chiarezza: ha cioè stabilito che questa modalità di assistenza è in linea con il dettato della legge 104 e il godimento del congedo straordinario retribuito (lo ricordiamo può durare fino a due anni, continuativi o frazionati).

Chi ha il congedo Legge 104 può essere licenziato

Congedo 104: la Cassazione

Ebbene, la sentenza della Cassazione numero 29062 del 2017 ha stabilito che il congedo 104 retribuito non prevede orari specifici per l’assistenza. Se ne deduce che se il lavoratore assiste il familiare con disabilità grave solo la notte ha diritto a ricevere quel beneficio.

Congedo 104: non si può licenziare

Non si può dunque licenziare un lavoratore che assiste un parente solo di notte.

Ma non solo. I giudici della Cassazione hanno anche aggiunto che un lavoratore può accudire un familiare solo nelle ore notturne perché di giorno ha pieno diritto ad avere «spazi temporali adeguati alle personali esigenze di vita e di riposo».

I disabili possono usufruire del congedo legge 104?

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Congedo 104: la storia

Il fatto. Davanti ai giudici è finita la storia di un operaio metalmeccanico che è stato licenziato dalla sua azienda perché nonostante fosse in congedo 104 retribuito è stato notato più volte lontano dall’abitazione della madre che avrebbe dovuto assistere.

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Il dipendente ha presentato ricorso, sostenendo che di notte assisteva la madre e di giorno tornava nella sua abitazione. Per i giudici questa circostanza è stata ritenuta sufficiente per accogliere il ricorso dell’operaio, ritenere illegittimo il licenziamento e ordinare il reintegro sul posto di lavoro.

Nella sentenza i giudici hanno scritto che «l’assistenza che legittima il beneficio del congedo straordinario possa intendersi esclusiva al punto da impedire a chi la offre di dedicare spazi temporali adeguati alle personali esigenze di vita, quali la cura dei propri interessi personali e familiari, oltre alle ordinarie necessità di riposo e di recupero delle energie psico-fisiche, sempre che risultino complessivamente salvaguardati i connotati essenziali di un intervento assistenziale che deve avere carattere permanente, continuativo e globale nella sfera individuale e di relazione del disabile».

Congedo legge 104 e convivenza: facciamo chiarezza

Congedo 104: assistenza continuativa

E proprio per questo motivo anche la circostanza – dimostrata – che in alcune giornate il lavoratore si trovasse lontano dall’abitazione della madre, non è sufficiente a ritenere il suo comportamento in contrasto con la legge che norma il congedo straordinario 104.

La costante assistenza notturna, che è stata accertata in giudizio, è di per sé una dimostrazione del carattere continuativo dell’accudimento del familiare.

Ma non solo. Il dipendente ha anche dimostrato che durante il giorno si alternava spesso con altre persone al capezzale della madre, con delle modalità che sono quindi da considerare perfettamente in linea con quanto disposte la legge. Un altro elemento che di fatto rende il suo licenziamento del tutto ingiustificato.

Congedo 104: le tre sentenze

In primo grado il tribunale competente (che era quello di Lanciano) aveva già dichiarato illegittimo il licenziamento del dipendente, con la conseguente reintegra nel posto di lavoro e il risarcimento del danno.

In Corte d’Appello i magistrati di secondo grado, pur confermando l’illegittimità del licenziamento avevano escluso la reintegra, condannando il datore di lavoro al solo risarcimento di 15 mensilità lavorative.

Come abbiamo visto la Cassazione ha invece fatto definitivamente chiarezza sul punto e modificato in parte la decisione dell’appello ripristinando di fatto le conclusioni che erano già state espresse dai giudici di primo grado: licenziamento illegittimo, risarcimento del danno e reintegra sul posto di lavoro.

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