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Conto corrente cointestato, di chi sono i soldi?

Conto corrente cointestato, di chi sono i soldi? La risposta non è così scontata. Chi deve pagare l'Irpef e a chi appartiene la titolarità dei soldi versati.

di The Wam

Settembre 2021

Conto corrente cointestato, di chi sono i soldi? Potrà sembrarvi assurdo, ma i soldi su un conto corrente cointestato non sono di entrambi i titolari (entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook).

La cosa ancora più incredibile è che in realtà solo uno dei due può chiederne la restituzione, ma la proprietà del denaro è esclusiva della banca.

In questo articolo faremo chiarezza e spiegheremo chi ha diritto a richiedere la restituzione del denaro, come funziona il versamento dei soldi in banca e che succede con il pagamento dell’Irpef.

Conto corrente cointestato, di chi sono i soldi?

Bisogna partire innanzitutto dal presupposto che quando si versano soldi in banca se ne perde la proprietà. Quel denaro diventa di proprietà della banca.

Si diventa quindi creditori nei confronti della banca della cifra versata. Questo succede sia su un conto normale che su un conto cointestato.

Significa che chi versa i soldi sul conto corrente è l’unico legittimato a richiederne la restituzione.

Senza un atto chiaro, ufficiale e trasparente che certifica la volontà di chi versa che quei soldi siano condivisi con il partner non c’è alcuna indicazione che quei soldi possano essere usati dall’altro co-intestatario.

Potrebbe, quindi, addirittura configurarsi un reato di appropriazione indebita di quel denaro, in caso di utilizzo senza permesso.

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Conto corrente cointestato, Irpef e appropriazione indebita

Il caso specifico è una novità in materia fiscale e a normarlo sono state diverse sentenze della Corte di Cassazione.

L’ultima in ordine temporale (n. 25684/2021) riguarda un accertamento dell’Agenzia dell’Entrate su un uomo, che è stato condannato a pagare l’Irpef sui soldi prelevati senza permesso dal conto corrente cointestato con la moglie.

Oltre alla restituzione dei soldi è stato quindi condannato anche al pagamento dell’Irpef su quel reddito aggiuntivo.

La parte fondamentale della sentenza, che chiarisce la titolarità del denaro e crea un precedente legale per tutte le future interpretazioni è questo:

Peraltro, anche sul piano strettamente civilistico, il versamento di una somma di danaro da parte di un coniuge su conto corrente cointestato all’altro coniuge non costituisce di per sé atto di liberalità. Difatti, l’atto di cointestazione, con firma e disponibilità disgiunte, di una somma di denaro depositata presso un istituto di credito che risulti essere appartenuta ad uno solo dei contestatari, può essere qualificato come donazione indiretta solo quando sia verificata l’esistenza dell’animus donandi, consistente nell’accertamento che il proprietario del denaro non aveva, nel momento della detta cointestazione, altro scopo che quello della liberalità.

Conto corrente cointestato, di chi sono i soldi?
Conto corrente cointestato, di chi sono i soldi?

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