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In pensione 5 anni prima con il contratto di espansione

Contratto di espansione: la possibilità di andare in pensione con 5 anni di anticipo sarà forse estesa anche alle aziende di piccole dimensioni. Cosa prevede il contratto di espansione, chi può accedere, come funziona, il calcolo dell'indennità e i requisiti per le aziende e i lavoratori, e l'importo.

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4' di lettura

Il contratto di espansione potrebbe essere una delle poche (al momento), opportunità di uscita anticipata dal mondo del lavoro. Consente di accedere a una indennità di accompagnamento alla pensione.

Fino a oggi quel trattamento (che sostituisce i contratti di solidarietà espansiva) era riservato ai dipendenti di aziende con più di 250 dipendenti, ora sta prendendo quota l’ipotesi di ampliare il «il contratto di espansione» anche alle aziende con 50 dipendenti.

Per il calcolo del numero dei lavoratori bisogna considerare quelli che sono stati occupati in media nel semestre che precede la stipula del contratto di espansione. Vanno considerati i dipendenti con qualunque qualifica e qualunque tipologia contrattuale.

Sarebbe un allargamento importante della platea: le aziende interessate sarebbero 20mila in più, oggi il trattamento riguarda invece solo 4mila imprese.

A spingere forte su questa ipotesi c’è anche Confindustria. La misura potrebbe consentire alle imprese di mandare fino a 5 anni prima in pensione i dipendenti anziani e di sostituirli con giovani. In pratica facilita sia le riconversioni sia le ristrutturazioni aziendali.

Come funziona

Ma vediamo nel dettaglio come funziona il contratto di espansione e chi può beneficiarne.

L’uscita è naturalmente su base volontaria e come abbiamo visto prevede l’anticipo fino a cinque anni prima della normale pensione di vecchiaia. Quindi a partire da 62 anni.

I lavoratori che accettano di aderire al contratto di espansione percepiscono una pensione uguale a quella maturata al momento dell’uscita.

I costi, per l’intera durata dell’anticipo, sono a carico dell’azienda, al netto della Naspi che spetta a chi va in prepensionamento.

L’azienda

Per accedere a questa misura l’azienda (possono essere anche un gruppo di imprese aggregate per finalità e servizi), firma un accordo sindacale al Ministero del Lavoro.

In questo accordo bisogna specificare:

  • numero di lavoratori da assumere
  • la durata dei contratti (anche quelli di apprendistato)
  • la riduzione media dell’orario di lavoro
  • il numero di lavoratori interessati
  • il numero di lavoratori che possono avere l’indennità di accompagnamento alla pensione
  • stima dei costi a copertura del beneficio per l’intero periodo della Naspi

Le aziende che hanno meno di mille dipendenti potranno decidere durante l’accordo il numero di lavoratori da assumere a tempo indeterminato

Le aziende con più di mille dipendenti potranno invece di assumere un nuovo lavoratore ogni tre esodati.

Per le aziende di ridotte dimensioni che si aggregano in modo stabile è necessario che il contratto di espansione precisi la composizione delle singole imprese che costituiscono il gruppo o l’aggregazione. In questo caso il requisito occupazione è valutato considerando il numero complessivo dei lavoratori in forza a ogni singola azienda

Il legame stabile tra le imprese deve trovare origine in accordi stipulati prima delle sottoscrizione del contratto di espansione e deve mantenere gli effetti per tutta la durata dell’accordo.

Requisiti lavoratori

Questi sono invece i requisiti richiesti ai lavoratori.

Il contratto di espansione può essere firmato dai dipendenti ai quali mancano 5 anni (60 mesi) alla pensione, sia quella di vecchiaia (con un minimo contributivo di 20 anni), sia quella anticipata.

Al momento, e quindi prima di una eventuale allargamento dei termini e degli aventi diritto, i lavoratori devono chiudere il loro contratto prima del 30 novembre del 2021.

Il trattamento sarà cumulabile con qualsiasi reddito che proviene da altre attività lavorative. In pratica il lavoratore, dopo la risoluzione del rapporto con l’azienda, può continuare la sua attività sia da subordinato, sia da autonomo.

Calcolo

Il calcolo dell’indennità (corrisposta in tredici mensilità) verrà effettuato dall’Inps e si basa al trattamento pensionistico lordo che è stato maturato il giorno della fine del rapporto di lavoro.

L’importo sarà ridotto della Naspi che sarebbe spettata al dipendente.

In caso di morte dell’assistito questa pensione non è reversibile. Ai superstiti toccherà la pensione indiretta.

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