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Home / Lavoro » Previdenza e Invalidità / Controlli permessi legge 104: sanzioni e usi impropri

Controlli permessi legge 104: sanzioni e usi impropri

Permessi Legge 104: controlli e sanzioni per usi impropri. Cosa rischia chi trasgredisce? Ne parliamo in questo approfondimento.

di Carmine Roca

Aprile 2022

Cosa accade quando si usano impropriamente i permessi Legge 104? Quali sono i controlli e le sanzioni previste dall’ordinamento? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Permessi Legge 104: uso sbagliato

I permessi Legge 104 sono una delle agevolazioni previste per i lavoratori dipendenti che assistono un familiare con handicap grave.

Il lavoratore può assentarsi dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese o per due ore al giorno, per assistere il familiare disabile.

Ma può capitare, purtroppo, che si approfitta di questa agevolazione, utilizzandola per svolgere mansioni che non hanno nulla a che vedere con l’assistenza al disabile, magari per recarsi al supermercato, al mare o in montagna, o per effettuare commissioni personali.

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I permessi Legge 104 non obbligano il beneficiario a compiere soltanto azioni legate all’assistenza del familiare disabile, ma neppure permette di svolgere attività totalmente estranee dall’assistenza, che non deve per forza essere svolta in modo continuativo, ma obbliga ugualmente il lavoratore a impiegare gran parte delle ore o dei giorni di permesso alla cura del proprio caro.

A volte capita che il lavoratore dipendente sfrutti le ore o i giorni dei permessi Legge 104 per non consumare giorni o ore di ferie.

In questi casi si concretizza un danno all’azienda per la quale si lavora. I giorni di ferie non sono illimitati e chi fruisce di un numero superiore al limite indicato nel contratto, rischia di perdere il posto di lavoro o di subire una trattenuta in busta paga delle ore o dei giorni utilizzate in eccedenza.

Non sono rari i casi di dipendenti che sfruttano i permessi Legge 104 per svolgere un’altra attività lavorativa, rischiando sanzioni penali o conseguenze disciplinari, oppure per praticare sport o andare in vacanza, magari recandosi all’estero, disinteressandosi del familiare da assistere.

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Permessi Legge 104: controlli e sanzioni

Il regolamento dei permessi Legge 104 è tutt’altro che stringente. Il lavoratore dipendente non deve per forza impiegare tutto il tempo previsto dai permessi per assistere il familiare disabile, ma può anche effettuare delle mansioni, allontanandosi dal domicilio dell’assistito.

L’importante è dedicare buona parte delle ore o dei giorni di permesso al familiare disabile, anziché fermarsi a chiacchierare con gli amici, riposare oppure recarsi in villeggiatura.

Nei casi gravi e reiterati, l’azienda può anche assumere un investigatore privato che controlli il dipendente fuori dal luogo di lavoro, accertando i comportamenti penalmente rilevanti, lesivi per il datore di lavoro, non solo quando si è in presenza dell’illecito, ma anche quando c’è il semplice sospetto di una condotta vietata.

Chi sfrutta i permessi Legge 104 in modo irregolare rischia pesanti sanzioni come il licenziamento per giusta causa. Per poter procedere al licenziamento è necessario rispettare la procedura prevista dallo Statuto dei lavoratori, in materia di procedimenti disciplinari, seguendo questo iter:

Esistono anche altri tipi di sanzione oltre al licenziamento, come le sanzioni amministrative o addirittura il carcere, considerato che utilizzare impropriamente i permessi Legge 104 rappresenta una truffa nei confronti dell’INPS.

In questo caso parliamo del reato di indebita percezione di indennità statali: la punizione, nei casi limite, prevede anche la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

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