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Controlli Reddito di cittadinanza a sorteggio: motivi

Via ai controlli sul Reddito di cittadinanza, ecco chi rischia.

6' di lettura

Nuovi controlli sul Reddito di cittadinanza in arrivo, vediamo chi rischia e perché (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Nuovi controlli sul Reddito di cittadinanza a giugno 2023, per chi?

Alcuni percettori di Reddito di cittadinanza hanno ricevuto o stanno per ricevere una comunicazione che li avvisa che sono in atto dei controlli al fine di verificare il possesso dei requisiti per il Rdc.

Prima di tutto chiariamo che se si riceve la notifica non c’è da spaventarsi, i controlli avvengono infatti a campione, quindi non siete sotto verifica per qualche motivo particolare.

Semplicemente nel corso dell’anno alcuni percettori di Rdc vengono sorteggiati e su di loro si effettua una verifica dei requisiti anagrafici, ma non siete sotto controllo perché gli organi credono che qualcosa non vada nelle informazioni che avete dichiarato.

In secondo luogo, ad effettuare i controlli può essere l’INPS o il Comune di residenza dei beneficiari. Nel caso specifico dei controlli di giugno 2023 è il Comune ad effettuarli e si tratta di controlli anagrafici.

Per avere il Rdc oltre ai requisiti economici, ci vogliono infatti anche dei requisiti legati alla residenza e alla cittadinanza. Il Comune è quello che si occupa della verifica dei dati anagrafici, cioè controlla che le informazioni negli archivi anagrafici e quelle dichiarate nell’ISEE ai fini di ottenere il Rdc combacino.

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Come avviene il controllo anagrafico sul Reddito di cittadinanza?

Il controllo anagrafico sul Reddito di cittadinanza impiega di norma 30 giorni per essere effettuato, ma dipende dalla situazione specifica.

In alcuni casi i tempi possono dilatarsi, ad esempio se il percettore di Rdc ha cambiato residenza e quindi c’è necessità di contattare un altro Comune per verificare i dati degli uffici anagrafici. Oppure se a richiedere il Rdc è una persona residente in Italia, ma munita di permesso di soggiorno, ed è necessario di contattare la Questura per verificare la validità del permesso.

Durante il controllo la commissione territoriale incaricata potrebbe richiedere alla persona di presentare una eventuale documentazione aggiuntiva. Questo capita quando alcuni dati non sono presenti nei database della Pubblica Amministrazione.

Ad ogni modo, terminato il controllo anagrafico, si riceve la comunicazione dell’esito e, se è positivo, allora tutto è filato liscio e l’erogazione del Reddito di cittadinanza procederà senza problemi. In caso di esito negativo il Comune invia la comunicazione all’INPS il quale procede alla sospensione o alla revoca del beneficio.

Cosa verifica il Comune quando effettua il controllo sul Reddito di cittadinanza?

Quello effettuato dai Comuni, come specifica il Ministero del Lavoro, è un controllo anagrafico, cioè mirato a verificare: il requisito di residenza, il requisito di soggiorno e la composizione del nucleo familiare.

Controlli-sul-Reddito-di-cittadinanza-screen
la pagina del sito del Ministero del Lavoro dedicata ai controlli anagrafici.

Requisito di residenza

Per avere il Reddito di cittadinanza il richiedente deve essere residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo. A rispettare questo requisito deve essere solo il richiedente e non è necessario che sia posseduto da tutti componenti del nucleo familiare.

Durante il controllo anagrafico il Comune verifica da quanto tempo il richiedente sia residente nel territorio e se rispetta il requisito dei 10 anni. In caso in cui la persona abbia cambiato residenza saranno contattati gli altri Comuni dove ha vissuto, sempre al fine di verificare se sussiste il requisito dei 10 anni.

Requisito di soggiorno

Il Reddito di cittadinanza può essere richiesto anche da cittadini di Paesi al di fuori dall’Unione Europea, purché si trovino in una di queste condizioni:

  • siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • siano familiari di un cittadino italiano o comunitario e siano in possesso del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.

In fase di controllo il Comune verifica la sussistenza di questi requisiti ed eventualmente la validità del permesso di soggiorno.

In genere i controlli sui cittadini stranieri vengono svolti sempre in 30 giorni, ma, nel caso in cui il Comune non riesca a verificare in modo autonomo e debba convocare l’interessato, il termine è esteso a 45 giorni.

Composizione del nucleo familiare

Gli importi del Reddito di cittadinanza sono modellati in base alla composizione del nucleo familiare dichiarato ai fini ISEE. Più componenti ci sono nel nucleo familiare, più soldi questo percepisce. Inoltre, reddito e patrimoni degli altri componenti influiscono sul calcolo dell’ISEE e sul diritto o meno al Rdc.

Il controllo anagrafico mira a verificare se la composizione del nucleo familiare, come dichiarato ai fini ISEE per l’assegnazione del Rdc, sia effettivamente quella.

La verifica avviene attraverso l’incrocio delle informazioni dichiarate nell’ISEE con quelle disponibili presso gli uffici anagrafici e raccolte dai servizi sociali.

Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.

FAQ Reddito di cittadinanza

Durante i controlli il Reddito di cittadinanza viene sospeso?

No! Durante i controlli anagrafici i beneficiari riceveranno regolarmente i pagamenti del Reddito di cittadinanza. Solo in caso di esito negativo, l’INPS prenderà i provvedimenti necessari decretando la revoca o la sospensione del Rdc.

Un cittadino privo della residenza anagrafica può richiedere il Reddito di cittadinanza?

No! Prima di richiedere il Reddito di cittadinanza, se la persona è sprovvista di residenza anagrafica, deve richiedere al Comune dove abitualmente risiede l’iscrizione anagrafica. Poi sarà compito del comune verificare che la persona abbia effettivamente vissuto lì in modo continuativo per 2 anni e se sussiste il requisito dei 10 anni di permanenza in Italia.

Chi fa parte del nucleo familiare ai fini ISEE?

Il nucleo familiare ai fini ISEE è in genere formato dai soggetti che compongono la famiglia anagrafica, cioè coniugi e figli minori ed eventualmente altre persone presenti sullo stato di famiglia.

Sono da considerarsi inclusi nel nucleo familiare i figli maggiorenni non conviventi, anche se non fanno parte dello stato di famiglia, se questi:

  • non hanno compiuto 26 anni;
  • sono fiscalmente a carico dei genitori;
  • non sono coniugati e non hanno figli.

Ad ogni modo, cliccando sul pulsante Download qui sotto, potete scaricare l’opuscolo Pdf del Ministero del Lavoro che illustra come è composto il nucleo familiare ai fini ISEE.

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