Controlli sui bonifici, vediamo quando l’Agenzia delle Entrate è indotta a disporre accertamenti fiscali. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Controlli sui bonifici, come funzionano
- Controlli sui bonifici, quali operazioni
- Controlli sui bonifici, quando scattano
- Controlli sui bonifici, donazione
- Controlli sui bonifici, segnalazioni
- Controlli sui bonifici, estero
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Come sapete l’Agenzia delle Entrate ha da tempo la facoltà di verificare online tutti i bonifici e i pagamenti che sono disposti su conti correnti, sia bancari, sia postali. Non sfuggono alle verifiche dell’ente neppure i movimenti che vengono effettuati su conti esteri o sulle prepagate con Iban.
Insomma: impossibile eludere il controllo. In questo post vogliamo capire quando l’Agenzia delle Entrate può puntare i fari sui bonifici, ovvero quando una transazione può destare i sospetti del fisco.
È opportuno ricordare che la stretta sui bonifici rientra nelle misure di contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro. Oltretutto il governo ha abbassato il limite per l’importo di bonifici oltre il quale le banche sono obbligate a segnalare l’operazione all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Quella soglia è stata fissata a 5.000 euro.
Quel limite è però solo indicativo: i controlli possono scattare anche per cifre inferiori.
Le segnalazioni obbligatorie del bonifico riguardano:
- le banche;
- Poste Italiane (Bancoposta);
- istituti di moneta elettronica;
- istituti di pagamento;
- società di intermediazione immobiliare;
- società di gestione del risparmio;
- società di investimento a capitale variabile;
- società di investimento a capitale fisso;
- intermediari finanziari iscritti nell’albo.
Su questo argomento potrebbe interessarti sapere se nel 2023 ci sono ancora conti correnti a zero spese; c’è un post che spiega cosa fare se la banca blocca il conto corrente; abbiamo infine verificato quali sono gli aumenti imposti dalle banche sul conto corrente.
Controlli sui bonifici, come funzionano
I dati sui conti correnti sono disponibili solo per l’Agenzia delle Entrate. Il fisco ha il potere di verificare:
- estratti conto;
- prelievi;
- versamenti;
- bonifici effettuati o ricevuti;
- azioni e titoli gestiti dalla banca per i clienti;
- eventuali cassette di sicurezza (ma l’accesso in questo caso è possibile solo se ci sono delle indagini).
Questa mole di informazioni viene comunicata dalle stesse banche all’Agenzia delle Entrate. È contenuta nel Registro dei Rapporti Finanziari (o Anagrafe dei Conti Correnti).
Grazie a tutti questi dati si possono oggi effettuare rapidi e approfonditi accertamenti bancari anche a distanza. Non è più necessario recarsi nelle filiali.
Basta un click e il Fisco conosce tutto.
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Controlli sui bonifici, quali operazioni
Ma bisogna comunque fare una precisazione: la verifica fiscale per i privati cittadini, i professionisti e gli artigiani, scatta solo per il denaro che viene depositato sul conto. E quindi:
- versamenti di contanti;
- pagamenti ricevuti con bonifico.
Non ci sono invece controlli su:
- prelievi di contanti;
- bonifici in uscita.
Per le imprese la situazione è invece diversa: bisogna sempre giustificare anche i prelievi.
Controlli sui bonifici, quando scattano
Quello che ci chiediamo in questo post è quando scattano i controlli sui bonifici?
In pratica dunque, l’accertamento riguarda in particolare solo chi riceve il bonifico, non su chi lo esegue.
Il controllo su chi effettua il pagamento può essere attivato solo in presenza di una transazione che si presume illecita (come una operazione che lascia supporre una evasione fiscale o un qualsiasi altro tipo di reato).
E quindi, ricapitoliamo:
- chi effettua un bonifico non deve temere un controllo e neppure deve comunicare alcunché, perché non ci sono controlli su bonifici effettuati a favore di terzi;
- per chi invece riceve un bonifico, il Testo unico sulle Imposte sui Redditi prevede che per ogni accredito di denaro ricevuto sul conto ci sia una presunzione di reddito, e quindi quei soldi possono essere tassabili e devono essere dichiarati al Fisco.
L’Agenzia delle Entrate ha fatto partire anche i controlli per stanare i titolari di partite Iva false: sono 500mila in tutta Italia secondo le stime dell’ente.
Controlli sui bonifici, donazione
Se il bonifico viene eseguito a titolo di donazione (di valore contenuto) o per il risarcimento di un danno, non si dovrà dichiarare nulla. Quei soldi sono infatti non tassabili.
Ma è anche vero che se l’Agenzia dovesse disporre un controllo sarà il contribuente a dover dimostrare che quel pagamento è escluso da tassazione.
E quindi è sempre opportuno conservare documenti e ricevute. Non potrà mai bastare una semplice comunicazione a voce (non dimostra nulla).
Controlli sui bonifici, segnalazioni
Ma quante sono le “operazioni sospette” segnalate all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia in un anno? Beh, oltre 100.000 mila. Molto in aumento rispetto agli anni scorsi, grazie anche al contributo degli intermediari finanziari non bancari e al comparto giochi (le varie vincite).
Bisogna aggiungere a tutte queste comunicazioni anche quelle che riguardano le transazioni in contanti, quelle frazionate, che spesso (ovviamente non sempre) vengono effettuate per eludere le norme che riguardano il tetto massimo del contante.

Controlli sui bonifici, estero
L’attenzione maggiore dell’Agenzia delle Entrate è rivolta ai trasferimenti di denaro verso l’estero (in particolare se c’è anche una simultanea chiusura del conto corrente italiano).
Per essere legale, questo trasferimento deve essere:
- autorizzato dal debitore;
- registrato dalla banca;
- notificato a debitore e creditore.
Se non si verificano queste condizioni il pagamento può essere impugnato.
Funziona così:
- il debitore compila il modulo previsto per completare questa operazione;
- lo consegna di persona allo sportello della filiale (ma può anche inviarlo via web o per posta).
In pratica ordina alla banca di accreditare quella somma sul conto corrente del creditore (che deve però essere titolare del Rib (Bank Identity Statement).
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