La conversione del pignoramento è una delle possibilità offerte dalla legge a favore del debitore. Soprattutto se vuole evitare il pignoramento di un bene primario (come può essere la casa, ma non solo). E in particolare se non c’è contatto con il creditore e quindi è fuori discussione la possibilità di poter arrivare a un accordo (che è l’alternativa più pacifica per sospendere o cancellare l’esecuzione forzata).
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In questo articolo vedremo come funziona la conversione del pignoramento e se può essere una strada percorribile (e in che modo), per il debitore e per il creditore.
Ma cos’è la conversione del pignoramento?
Si tratta in pratica di una richiesta che il debitore presenta per sostituire agli immobili o ai crediti che sono stati pignorati una somma di denaro che equivale all’importo dovuto al creditore.
Un sistema che può essere utile per sbloccare un conto corrente, il quinto dello stipendio o, appunto, evitare che un bene immobiliare rischi di finire all’asta.
L’istanza per la conversione del pignoramento deve essere presentata prima che venga decisa la vendita del bene pignorato o, nel caso di conti correnti, stipendio o pensione, la loro assegnazione.
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Dove presentare la domanda di conversione del pignoramento
La domanda per la conversione del pignoramento va presentata alla cancelleria del giudice dell’esecuzione.
Come si presenta la domanda:
- in carta semplice;
- e soprattutto con 1/6 dell’importo complessivo del credito che ha fatto scattare il pignoramento.
Note bene: senza il deposito di quel denaro la domanda non viene presa in considerazione.
Il deposito della somma serve a non utilizzare l’istanza di conversione del pignoramento come semplice strumento per allungare i tempi dell’esecuzione forzata. Anche per questo la domanda può essere presentata solo una volta.
Quella somma di denaro (1/6 del debito), non verrà consegnata al creditore, ma depositata in una banca che viene indicata dal giudice.
Conversione del pignoramento: nuova udienza
A quel punto, dopo il depositato del denaro, il magistrato fissa la nuova udienza. Non si può andare oltre i 30 giorni dalla data nella quale è stato effettuato il deposito in banca.
Come si svolge l’udienza per la conversione del pignoramento?
Devono essere presenti sia il creditore, sia il debitore. Il giudice ascolta le parti e decide quale deve essere la somma complessiva che il debitore deve versare per riavere i beni pignorati ed estinguere la procedura.
La somma sarà comunque pari al capitale preteso dal creditore. Bisogna poi aggiungere le spese di esecuzione e gli interessi.
Ma cosa succede con la conversione del pignoramento?
Beh, la procedura non viene chiusa. Il pignoramento va avanti comunque. Ma non riguarderà i beni che erano stati pignorati in precedenza. L’oggetto della procedura saranno le somme di denaro versate dal debitore.
Ma come avviene il pagamento per arrivare alla conversione del pignoramento?
Quasi sempre il giudice dispone che il pagamento debba avvenire in una sola soluzione. Ma può essere ammesso, se il magistrato l’autorizza, anche il versamento a rate. Fino a un massimo di 48.
La rateizzazione può essere ammessa dal giudice (a sua discrezione) per la conversione del pignoramento di beni immobili e mobili. Più difficile se riguarda invece delle somme di denaro.
Quando il giudice ammette il debitore alla conversione sospende il processo esecutivo.

Conversione del pignoramento con rateizzazione
Se si accede alla conversione del pignoramento con pagamenti rateali il giudice dovrà verificare ogni sei mesi se il debitore sta versando effettivamente le somme dovute.
I beni mobili e immobili saranno liberati dal pignoramento solo dopo il versamento dell’intera somma dovuta al creditore.
Nel pagamento delle somme stabilite dalla conversione del pignoramento è consentito un ritardo massimo di 30 giorni.