Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale per accertarsi che non sia nulla, illegittima o prescritta? Ma anche per accertarsi che quell’atto ingiuntivo non si riferisca a tasse o tributi o multe che sono stati invece regolarmente versati.
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Insomma, ci sono cose da verificare bene. Potreste pagare anche se non ce n’è bisogno. O pagare più di quello che dovreste. Se accertate qualcuna delle “illegittimità” che ci apprestiamo a descrivere, è opportuno impugnare la cartella esattoriale. Davanti al giudice o all’ente che ritiene di vantare il credito (vedi qui come e quando farlo).
Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale: il contenuto
Prima di tutto leggete con attenzione il contenuto della cartella esattoriale.
Viene descritta la natura e la quantità del credito che è stato maturato nei confronti del debitore.
In genere questi sono i dati più rilevanti:
- il tipo di imposta non versata o la sanzione;
- l’anno in cui questa imposta o sanzione non è stata pagata;
- l’anno in cui il credito è stato iscritto a ruolo (quando cioè l’ente che avrebbe dovuto ricevere il pagamento ha delegato l’esattore per avviare le procedure di riscossione);
- l’importo da pagare;
- gli interessi che sono maturati.
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Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale: le proscrizioni
Per verificare se la cartella esattoriale è scaduta bisogna partire dalla data che è riferita al debito contestato.
Queste sono le prescrizioni per i debiti più comuni.
- Iva: 10 anni
- Irpef: 10 anni
- Imposta ipotecaria: 10 anni
- Diritto annuale: 10 anni
- Canone Rai: 10 anni
- Imposta sul reddito: 10 anni
- Contributi Inps e Inail (successivi al gennaio 2016): 5 anni
- Imu: 5 anni
- Tari: 5 anni
- Bollo auto: 3 anni
- Bollette luce, gas, acqua: 2 anni
Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale: da ricordare
Su queste prescrizioni bisogna però soffermarsi un istante.
Per calcolare la prescrizione bisogna valutare (in questo momento) anche i quasi due anni di sospensione che sono passati durante la pandemia. È stata sospesa anche la prescrizione delle cartelle (per saperne di più leggi qui).
Ma non solo. È importante ricordarsi che ogni sollecito di pagamento interrompe la prescrizione e la fa ripartire dall’inizio.
Un esempio: se arriva nel 2021 la cartella esattoriale per una Tari non pagata nel 2018, la prescrizione si sposta al 2026 (e non abbiamo neppure calcolato i quasi due anni di sospensione per la pandemia).
Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale: la decadenza
Ma non c’è solo la prescrizione. Da verificare anche la decadenza. In questi casi scatta dopo 3 anni. Il conteggio parte dalla data di iscrizione a ruolo che non può mai essere precedente più di 3 anni dalla data di notifica della cartella (ma, attenzione, anche in questo caso i conteggi dovranno essere effettuati con la variabile che è stata imposta dalla sospensione per il covid).
Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale: difetto di notifica
Ma per rispondere alla domanda cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale, c’è ancora altro.
Come sapete il difetto di notifica è una delle armi più utilizzate per chiedere l’illegittimità di una cartella esattoriale. Un’arma che spesso può rivelarsi spuntata, ma che comunque fornisce utili motivi per avanzare almeno istanza di sospensione.
C’è un errore che commettono molti: quello appunto di presentare ricorso per una cartella che si ritiene viziata da un difetto di notifica.
Qual è l’errore? Nel ricorso bisogna allegare la cartella “viziata” e in questo modo si ammette, con prove documentali, di essere venuto a conoscenza e in possesso dell’atto esecutivo. Viene meno uno dei presupposti del difetto di notifica, che – tra l’altro – è costituito da una circostanza precisa: il debitore non avrebbe potuto ricevere l’atto (perché magari non è stato inviato al luogo di residenza del contribuente).

Cosa controllare quando arriva la cartella esattoriale: mai ricevuta
Molto meglio, per chi intendere sollevare il difetto di notifica, è quello di dichiarare di non aver mai ricevuto la cartella esattoriale. Non dovrà quindi impugnarla, ma agire solo dopo, quando l’ente esattorie invia:
- un sollecito di pagamento
- un pignoramento
- un preavviso di fermo o ipoteca.
Se si vuole evitare di arrivare fino a quel punto, il contribuente potrebbe muoversi in modo diverso: chiedere un estratto di ruolo all’Agenzia delle Entrate e impugnarlo dichiarando di non aver mai ricevuto le cartelle inviate perché l’indirizzo era sbagliato.