Cosa fare se la banca blocca il conto corrente, se cioè il bancomat ti impedisce di prelevare e allo sportello, dopo aver chiesto chiarimenti, sei stato informato che il conto corrente è off limits. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: morte del correntista
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: antiriciclaggio
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: inadempienze
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: pignoramento Agenzia delle Entrate
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: pignoramento da privato
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: conversione del pagamento
- Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: home banking
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I motivi che possono condurre al blocco del conto corrente (fisico o online, cambia poco) sono diversi:
- la morte dell’intestatario o di uno degli intestatari;
- il mancato rispetto delle disposizioni sull’antiriciclaggio;
- inadempienze gravi del correntista;
- il pignoramento del conto;
- il blocco dell’home banking per accessi ripetuti e sbagliati, attacchi hacker o truffe online di cui è stata vittima lo stesso correntista.
Potrebbe interessarti un post che spiega come sbloccare i soldi sul conto corrente dopo una successione; c’è anche una guida che spiega come usare il conto corrente pignorato; vediamo anche quando scatta e come funziona il controllo sul conto corrente.
Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: morte del correntista
Il conto corrente viene bloccato in automatico alla morte dell’intestatario (o di uno degli intestatari). Viene sbloccato entro i 30 giorni successivi alla ricezione dell’istituto di credito della dichiarazione di successione consegnata (o inoltrata) dagli eredi del correntista defunto.
A volte si può aspettare anche di più. Dipende da due cose:
- la procedura attivata dalla banca;
- le verifiche da effettuare sugli eredi.
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Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: antiriciclaggio
Il blocco del conto corrente può scattare anche per le norme antiriciclaggio. La direttiva europea in materia impone (dal 2014) ai correntisti l’obbligo di compilare e sottoscrivere un questionario sul’antiriciclaggio.
Deve contenere:
- dati personali;
- dati patrimoniali;
- un documento di identità.
Il questionario può essere consegnato online o in forma cartacea (allo sportello). Sarà la banca a chiedere l’aggiornamento (periodico). Il correntista, dopo aver ricevuto la comunicazione dall’istituto di credito, ha 60 giorni di tempo per adempiere all’obbligo. Trascorso quel periodo la banca deve bloccare il conto corrente.
L’istituto costretto a farlo perché se non rispetta gli obblighi rischia una sanzione tra 12.600 e 13.000 euro per ogni omesso controllo.
Ma non solo: nei casi più gravi si prevede addirittura la sospensione dell’attività bancaria.
Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: inadempienze
Si blocca il conto anche per gravi inadempienze. Quali sono? Le solite: uno scoperto non sostenibile o un conto in rosso. Situazioni che in genere le banche ritengono molto gravi.
Il conto resta bloccato fino a quando la situazione di scoperto non viene ripianata.
Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: pignoramento Agenzia delle Entrate
Il blocco del conto corrente per pignoramento è piuttosto comune. Vediamo come funziona se a richiederlo è l’Agenzia delle Entrate per delle imposte che non sono state versate.
Il blocco viene notificato sia alla banca, sia al debitore. Il conto resta bloccato per l’importo del debito aumentato al massimo della metà.
Un esempio per essere più chiari: se sul conto hai 10.000 euro e un debito di 5.000, possono essere bloccati al massimo 7.500 euro. Ovvero: i 5.000 euro del debito, più la metà di 5.000.
Con i pignoramenti i soldi restano ancora sul conto corrente. Il debitore ha 60 giorno di tempo per agire. Può farlo in due modi:
- pagare il debito in una sola soluzione;
- chiedere una rateizzazione del debito: in questo caso dopo il pagamento della prima rata si procede con lo sblocco del conto.
Se invece il debitore non interviene, il 61esimo giorno la banca storna le somme pignorate al creditore. Da quel momento in poi non c’è possibilità di presentare una opposizione all’esecuzione forzata.
Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: pignoramento da privato
Il pignoramento del conto corrente può essere richiesto anche da società o terzi nei confronti dei quali il correntista ha un debito.
In questo caso – a differenza del caso precedente – è necessaria una ordinanza del magistrato.
Ci sono dei limiti al pignoramento se il denaro depositato in banca deriva da uno stipendio, dalla pensione o da altri redditi assimilabili.
Sulle somme depositate prima della notifica dell’atto esecutivo, può essere pignorata solo la parte che supera di tre volte l’assegno sociale (1.510 euro).
Per i soldi che invece sono depositati dopo l’atto esecutivo, il pignoramento può essere applicato solo per un quinto del loro valore. In pratica se ricevere uno stipendio o una pensione di 2.000 euro, su quella cifra il massimo pignorabile è di 400 euro.
Per il denaro che proviene da altre fonti (e non sia quindi dallo stipendio o dalla pensione) non ci sono limiti al pignoramento.
Se il conto corrente è cointestato si procede al pignoramento della sola quota percentuale di proprietà dell’intestatario a cui può essere riferito il debito.
Per evitare che si concretizzi il pignoramento con l’avvio della conseguente procedura esecutiva, il debitore può pagare il dovuto all’ufficiale giudiziario. Ma c’è anche un altro modo per sbloccare il conto: la conversione del pagamento.
Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: conversione del pagamento
Con la conversione del pagamento il debitore chiede al giudice la liberazione del conto corrente. Ma deve rispettare determinate condizioni previste dalla normativa.
In pratica il pignoramento viene spostato dal conto a una somma di denaro che il debitore mette a disposizione del creditore. L’importo viene deciso dal giudice e comprende oltre al capitale, eventuali interessi e spese.
Questa somma può confluire anche a rate su un libretto intestato alla procedura esecutiva che è nelle mani della cancelleria del giudice dell’esecuzione. La somma complessiva sarà poi versata al creditore dopo il pagamento dell’ultima rata (sempre su decisione del giudice).
In questo caso, comunque, il conto corrente viene sbloccato solo dopo che è stata pagata l’ultima rata.
Per ottenere la conversione del pagamento il debitore deve depositare l’istanza prima che il magistrato disponga l’assegnazione del saldo attivo che è depositato sul conto corrente. In pratica è necessario subito dopo il pignoramento.
Questa soluzione consente di tutelare gli interessi del debitore e salvaguardare anche quelli del creditore.

Cosa fare se la banca blocca il conto corrente: home banking
L’istituto di credito potrebbe anche bloccare solo l’home banking, in particolare se si verificano delle operazioni sospette sul conto corrente. In questo caso il blocco viene definito cautelativo.
Può accadere se ci siano dei ripetuti e falliti tentativi di accesso. Alcune banche consentono al correntista di modificare la password direttamente online, per altre è invece necessaria la presenza del correntista in filiale per la consegna di nuove credenziali di accesso.
La banca potrebbe decidere il blocco del conto corrente anche se ha subito degli attacchi hacker.
Il conto può anche essere bloccato dallo stesso cliente, ad esempio. se verifica di aver subito degli addebiti fraudolenti perché qualcuno si è impossessato delle sue credenziali. È possibile intervenire chiamando il servizio clienti.
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