Più soldi ai lavoratori con il decreto del 1° maggio e aumento in busta paga fino a 200 euro in più: ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Decreto del 1° maggio e aumento in busta paga: cosa accadrà?
- Decreto del 1° maggio e aumento in busta paga: quanto si guadagna?
- Decreto del 1° maggio e aumento in busta paga: il tagli al cuneo fiscale
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Decreto del 1° maggio e aumento in busta paga: cosa accadrà?
Il prossimo Consiglio dei Ministri si terrà il 1° maggio, nel giorno della Festa dei lavoratori. E sarà fondamentale per il via libera al decreto lavoro preparato dal governo Meloni.
L’intervento dell’attuale esecutivo tenderà a migliorare le retribuzioni dei lavoratori dipendenti con un ulteriore taglio del cuneo fiscale dell’1%, che va ad aggiungersi al 2% in meno per i redditi sopra i 25.000 euro e fino a 35.000 euro e al 3% in meno per i redditi sotto i 25.000 euro introdotti dall’ultima legge di bilancio.
Cosa accadrà con il decreto del 1° maggio e aumento in busta paga? Che il governo incrementerà lo stipendio netto dei lavoratori dipendenti, grazie ai 3,4 miliardi di euro stanziati con le nuove stime di PIL e deficit contenute nell’ultimo Def (4,5 miliardi, quelli pronti per il 2024).
Il voto delle risoluzioni a maggioranza assoluta è in programma giovedì 27 aprile. Quindi, il decreto lavoro dovrà ottenere l’approvazione del Consiglio dei Ministri prima di diventare decreto legge.
Se tutto dovesse filare liscio, si procederà al taglio del cuneo fiscale di 3 punti totali per i redditi compresi tra i 25.000 euro e i 35.000 euro e di 4 punti totali per i redditi sotto i 25.000 euro, avvicinando l’obiettivo espresso dalla Ministra Calderone, di un taglio di 5 punti.
Ma non è tutto. Durante una delle ultime audizioni in Parlamento, il ministro Giorgetti ha parlato di un benefit ancora migliore – “potrebbe anche essere di due punti”, ha detto – per i redditi più bassi.
Ma per un’ulteriore riduzione della pressione fiscale sarà necessario prima valutare i costi per il bilancio dello Stato.
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Decreto del 1° maggio e aumento in busta paga: quanto si guadagna?
Il decreto del 1° maggio e aumento in busta paga dovrebbe portare benefici ai lavoratori dipendenti già con la busta paga di maggio e per i prossimi 8 mesi (fino a dicembre 2023).
Una misura transitoria, dunque, che terminerà a fine anno, prima di lasciare posto alla nuova manovra finanziaria prevista entro dicembre 2023.
L’intervento del governo, intanto, ha incontrato il parere positivo di Confindustria e dei sindacati, che ora chiedono all’esecutivo Meloni un ulteriore sforzo per il 2024.
Ma cosa accadrà con il decreto del 1° maggio e aumento in busta paga? Quale sarà il guadagno dei lavoratori dipendenti?
Ecco una tabella per comprendere meglio la portata del taglio del cuneo fiscale prossima all’entrata in vigore:
REDDITO | TAGLIO IN VIGORE | NUOVO TAGLIO | DIFFERENZA |
15.000 | 28,9 euro | 38,5 euro | 9.6 euro |
17.000 | 28 euro | 37,3 euro | 9,3 euro |
20.000 | 32,9 euro | 43,9 euro | 11 euro |
23.000 | 37,9 euro | 50,5 euro | 12,6 euro |
25.000 | 41,2 euro | 54,9 euro | 13,7 euro |
27.000 | 35 euro | 49,9 euro | 14,9 euro |
30.000 | 32,9 euro | 48,2 euro | 16,7 euro |
33.000 | 31 euro | 46,4 euro | 15,3 euro |
35.000 | 32,9 euro | 49,3 euro | 16,4 euro |
Come si può notare, si va dai 9,60 euro in più al mese per chi ha un reddito di 15.000 euro annuo (86,40 euro per 9 mesi, tredicesima compresa), ai 16,40 euro in più al mese per chi ha un reddito di 35.000 euro annuo (147,60 euro per 9 mesi, tredicesima compresa).

Decreto del 1° maggio e aumento in busta paga: il tagli al cuneo fiscale
Nel corso delle ultime due legislature, il taglio del cuneo fiscale è stato un argomento più volte trattato.
Ricordiamo che durante il governo Draghi, con la legge di bilancio del 2022, fu introdotta una decontribuzione dello 0,8% in busta paga, mentre con il dl Aiuti bis si arrivò fino al 2%.
Successivamente, il governo Meloni, con la legge di bilancio 2023, ha confermato il 2% di taglio per i redditi fino a 35.000 euro annui, introducendo una decurtazione del 3% per i redditi inferiori a 25.000 euro annui.
Dal 1° maggio 2023, con il decreto lavoro, come anticipato in apertura di articolo, si procederà a introdurre un ulteriore taglio dell’1%, portando a uno “sconto contributivo” del 3% per i redditi compresi tra 25.000 e 35.000 euro annui e del 4% per i redditi inferiori a 25.000 euro annui.
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