Decreto flussi, servono altri 120mila posti: cosa significa

Pubblicato in GU il Decreto Flussi 2022-2023, il Ministero ha rilasciato una procedura semplificata per la domanda di nulla osta. I dettagli su come funziona il Decreto Flussi.

Valerio Pisaniello è un saggista esperto di welfare.
Conoscilo meglio

8' di lettura

Come funziona il Decreto Flussi – Il click day del 27 marzo per l’ingresso di lavoratori extra Ue in Italia ha superato le 240 mila domande. secondo le associazioni delle imprese agricole, di quelle delle costruzioni e di quelle dei pubblici esercizi e delle aziende ricettive nelle quali è ampia la presenza di lavoratori immigrati potrebbero raggiungere le 200mila unità. Vediamo come funziona il Decreto Flussi (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unicoLeggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Come funziona il Decreto Flussi e cosa prevede

Una notizia di indubbio rilievo sul fronte occupazionale è la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del cd. decreto flussi 2023 per l’ingresso di lavoratori non comunitari in Italia.

Come sottolinea il Ministro dell’Interno nel proprio sito web, la quota di ammissione corrisponde a 82.705 persone, ovvero debbono intendersi ammessi sul suolo nazionale, per ragioni connesse allo svolgimento di un lavoro dipendente stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro un tetto massimo pari alla cifra appena indicata. Più della metà della cifra totale sarà impiegata per lavoro stagionale.

Ci riferiamo in particolare al DPCM (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 29 dicembre 2022, che ha ricevuto pubblicazione il 26 gennaio scorso in GU e che attiene alla programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale e non stagionale nel territorio del nostro paese.

Non solo. I Ministeri dell’interno, del lavoro e dell’agricoltura hanno altresì pubblicato la circolare interministeriale n. 648 del 30 gennaio scorso, la quale è molto utile perché dettaglia le disposizioni attuative in merito al citato DPCM. Stante il rilievo della citata novità, ne approfondiremo alcuni aspetti chiave nel corso di questo articolo. I dettagli.

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Come funziona il Decreto Flussi: mancano 120mila addetti 

Le 82mila entrate di lavoratori extracomunitari previste dal decreto flussi basteranno a coprire meno della metà dei posti effettivamente disponibili nei prossimi mesi nelle aziende italiane: secondo le associazioni delle imprese agricole, di quelle delle costruzioni e di quelle dei pubblici esercizi e delle aziende ricettive nelle quali è ampia la presenza di lavoratori immigrati potrebbero raggiungere le 200mila unità.

Mancano all’appello 120mila addetti. Il decreto flussi peraltro in genere regolarizza le situazioni degli extracomunitari già presenti nel Paese in modo illegale e quindi non porta all’effettivo accesso di personale ulteriore lasciando ampio il divario tra la domanda di lavoro e l’offerta. Il click day quindi rischia di essere, secondo le imprese italiane, largamente insufficiente.

Come funziona il Decreto Flussi: al via la fase istruttoria

Tutte le richieste giunte sul portale del ministero dell’Interno sono state comunque caricate sulla piattaforma telematica. Da ora partirà dunque la fase istruttoria con l’esame delle istanze da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione. Al termine delle verifiche, si procederà con la revoca o con il nullaosta che consentirà ai lavoratori di ottenere il visto di ingresso.

Calderone apre a nuovi ingressi

Il ministro Calderone ha aperto anche alla possibilità di «altre forme di ingresso al lavoro». «Il decreto approvato recentemente – sottolinea – prevede una programmazione triennale, e anche un percorso legato alla formazione nei Paesi d’origine. Quindi un ingresso di lavoratori che hanno già una prima formazione che poi andrà consolidata nei contesti aziendali».

Piantedosi: nessun pregiudizio per altri eventuali clickday

Sono concetti ribaditi anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a un evento di Confcommercio.

«Quella di ieri non è stata una procedura di regolarizzazione, si tratta di una procedura regolare che questo governo ha rilanciato con un decreto flussi fatto in tempi che in altre epoche non si sono registrate», «è stata individuata una prima quota di 83 mila», «il click day ha fatto registrare questo afflusso maggiore, adesso dobbiamo vedere perché non tutte le istruttorie presentate possono essere poi foriere di un reale e concreto» ingresso. «Poi se il governo dovesse riscontrare la necessità di ampliare questa domanda rispetto alla concreta possibilità del mercato del lavoro di assorbirli, non ci sono pregiudizi».

Di seguito un nostro approfondimento sul ponte dello stretto di Messina.

Come funziona il Decreto Flussi: nella foto una stretta di mano

Come funziona il Decreto Flussi: i settori con più personale immigrato 

Di seguito una panoramica sui settori in cui sono maggiormente impiegati gli immigrati.

Coldiretti: mancano 100 lavoratori nei campi

A chiedere un ulteriore provvedimento per consentire nuove quote di ingresso è la Coldiretti che stima in 100mila lavoratori la manodopera mancante nelle campagne in vista della primavera.

Anche Confagricoltura sottolinea che per i raccolti e i lavori agricoli mancano circa 100mila lavoratori e che nonostante l’aumento dei flussi la quota di 44.000 stagionali, metà dei quali riservati alle associazioni datoriali agricole, non è sufficiente e rischia di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Occorre almeno il triplo, dice l’associazione, di manodopera disponibile ed adeguatamente qualificata.

Non si immagina di poter coprire tutti i 100mila posti che mancano con il decreto flussi ma nel settore un terzo della manodopera è straniera e la percentuale è in crescita a fronte della caduta dell’interesse dei residenti verso questi lavori. Solo in Veneto, secondo la Cia, servono altri 10mila lavoratori.

Per la Coldiretti, a soffrire maggiormente sono le regioni dove è richiesto un grande impegno di manodopera come il Trentino, soprattutto per la raccolta delle mele, o il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole, ma anche il Friuli Venezia Giulia, il Lazio o la Campania

Alberghi e servizi turistico-recettivi

Negli alberghi lavorano circa 180mila persone nel momento di minimo afflusso (febbraio) e circa 380mila in quello massimo tra luglio e agosto. Secondo Federalberghi da qui all’estate serviranno circa 200mila persone. È probabile che ci possano essere difficoltà di reperimento per 40mila persone. I lavoratori stranieri sono in media uno sui quattro con percentuali che al Nord arrivano al 40%.

Pubblici esercizi

Fino ad agosto potrebbero servire nel complesso 235mila persone con una difficoltà di reperimento per circa 70mila. Un ampliamento degli ingressi potrebbe favorire l’occupazione in questo settore di circa 50-60mila stranieri.

Costruzioni

Secondo il più recente bollettino mensile Excelsior, per il comparto delle costruzioni le entrate programmate per il trimestre marzo-maggio 2023 sono pari a 136mila su un totale industria di 385mila. Il comparto delle costruzioni è, con il 58,5%, tra i settori con maggior difficoltà di reperimento di manodopera.

È in aumento – ha spiegato l’Ance in una audizione – la richiesta di lavoratori immigrati nelle imprese nel complesso che secondo lo studio Excelsior riferito a marzo interessa il 18,8% delle assunzioni tra cui quelle del comparto delle costruzioni per un totale di circa 79mila persone (+30,3% su marzo 2022)..

Lavoratori domestici

Per il settore domestico non c’è stato click day oggi ma le associazioni che rappresentano i datori di lavoro sottolineando che mancano all’appello circa 23mila lavoratori l’anno. Le quote di ingresso previste dal decreto flussi, infatti, riguardano in particolare i lavoratori agricoli, ma anche quelli dell’autotrasporto, dell’edilizia, del settore turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni e della cantieristica navale.

Come funziona il Decreto Flussi: alcuni chiarimenti

Non dimentichiamo che le istruzioni e i termini per l’invio della domanda di nulla osta sono state indicate attraverso la circolare interministeriale n. 648 dello scorso 30 gennaio 2023, avente infatti ad oggetto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 dicembre 2022 in tema di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato per il 2022 (cd. decreto Flussi).

Una delle novità alle quali i datori di lavoro dovranno fare peraltro attenzione attiene al controllo da svolgere per acclarare che non sussistano altri lavoratori già presenti in Italia, disponibili a ricoprire il posto per il quale si intende far arrivare personale dall’estero. Detto controllo va compiuto inviando al Centro per l’impiego territorialmente competente una richiesta di personale. In ipotesi di risposta negativa sarà possibile dare luogo alla citata domanda di nulla osta.

Come accennato in precedenza, oggi non c’è più il limite massimo di domande presentabili da ciascun singolo richiedente, anteriormente fissato nel numero di 5.

Il software informatico consente all’utente di completare la domanda di nulla osta semplicemente riempiendo i campi con i dati richiesti dalle regole vigenti. In particolare, la profilazione è compiuta in modo automatico al sistema informatico soltanto per le categorie di utenti che seguono, come stabilito dalla circolare n. 1212 del 24 febbraio scorso:

  • associazioni che si avvalgono delle quote riservate per il lavoro subordinato stagionale nel settore agricolo (di riferimento è l’art. 6, punto 4 del Decreto Flussi);
  • le associazioni o organizzazioni professionali firmatarie con il Ministero del Lavoro del protocollo d’intesa di cui alla legge e in vista della citata procedura semplificata;
  • gli enti a cui è assegnato il finanziamento da parte del Ministero del Lavoro (legge n. 152/2001 e D.M. 10 ottobre 2008 n. 193 Tabella D), per i collegati adempimenti periodici.

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