Def 2023, dal taglio del cuneo fiscale al bonus IRES: esempi

Def e taglio del cuneo fiscale: approvato il Documento di economia e finanza. Ecco cosa contiene e quali sono gli obiettivi del governo per il 2024.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

5' di lettura

Def e taglio del cuneo fiscale: ecco tutto quello che c’è da sapere dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza 2023 (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Def e taglio del cuneo fiscale: via libera del Consiglio dei ministri

Martedì 11 aprile, il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il Def, il Documento di economia e finanza con il quale il governo Meloni ha presentato al Parlamento gli obiettivi di politica economica, le riforme previste e le strategie per soddisfarli.

Il documento è legato alla prossima legge di bilancio, che l’attuale esecutivo è chiamato a presentare entro fine anno. Sono stati stanziati 3 miliardi di euro per sostenere la ripartenza della crescita economica e contenere gli effetti dell’inflazione, in decrescita negli ultimi mesi.

Nel Def non ha trovato posto per la riforma delle pensioni nel 2024: strada sbarrata a Quota 41 per tutti, la riforma sarà rinviata probabilmente al 2025, come vi abbiamo descritto in questo approfondimento di The Wam.net.

L’obiettivo del governo è mantenere il deficit al 4,5% per introdurre un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, sostenendo il potere d’acquisto delle famiglie e contribuendo all’aumento dei salari.

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Def e taglio del cuneo fiscale: riduzione IRPEF

Def e taglio del cuneo fiscale: ma quali saranno gli interventi previsti? I 3 miliardi di euro stanziati serviranno soprattutto ad attuare la riforma fiscale nel 2024, con l’abolizione di una delle 4 aliquote IRPEF attualmente in vigore.

Gli scaglioni passeranno da 4 a 3, ma mancano ancora le percentuali e le fasce di reddito di ogni scaglione. Possibile un accorpamento nella prima aliquota (al 23%?) dei redditi fino a 35.000 euro oppure l’adozione di scaglioni al 23% per i redditi fino a 15.000 euro; al 28% per i redditi fino a 50.000 euro e al 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.

La riduzione delle aliquote dovrebbe avvenire attraverso il sacrificio di alcuni bonus, detrazioni e deduzioni fiscali, che costano allo Stato tra i 150 e i 160 miliardi di euro. L’obiettivo dell’esecutivo è ridurle al massimo, senza modificare quelle spettanti su sanità, famiglia, scuola e casa. L’ufficialità è attesa nei prossimi mesi, quando il governo provvederà a emanare uno o più decreti sul Fisco.

Def e taglio del cuneo fiscale: stipendi più alti

Confermando il deficit attualmente esistente, fissato al 4,5%, il governo dovrebbe introdurre un taglio dei contributi sociali.

Parliamo del cosiddetto taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi.

Nel 2023, lo sgravio contributivo è stato confermato al 2% per i redditi fino a 2.692 euro lordi al mese. Il governo Meloni ha introdotto, poi, uno “sconto” del 3% sul costo dei contributi versati dal lavoratore con redditi fino a 1.923 euro lordi al mese.

Intervenendo ancora sulla spesa dei contributi, il governo si impegna a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e a contribuire alla crescita salariale.

Def e taglio del cuneo fiscale
Def e taglio del cuneo fiscale: in foto il Parlamento italiano.

Def e taglio del cuneo fiscale: IRES, IVA e caro-bollette

Nel 2024 è atteso anche il Bonus IRES. Il governo si impegnerà a ridurre l’aliquota dell’Imposta sui Redditi delle Società passando dall’attuale 24% al possibile 15%.

La riduzione, però, sarebbe possibile soltanto alle società che assumono o fanno nuovi investimenti.

Come detto, l’inflazione è in decrescita, ma la situazione non è ancora rosea e le insidie sono dietro l’angolo, complice il conflitto in Ucraina e l’aumento dei costi per l’energia.

Da qui la conferma degli aiuti alle famiglie contro il caro-bollette anche per il secondo semestre del 2023 (da giugno a dicembre).

Per combattere gli effetti dell’inflazione, il governo avrebbe in mente di azzerare l’IVA sui prodotti di prima necessità, come annunciato già nella legge di bilancio del 2023. La promessa non è stata ancora mantenuta, se non per i prodotti femminili e per i pannolini.

Def e taglio del cuneo fiscale: PIL, pressione fiscale e produttività nazionale

Nel Def, secondo le stime del governo, dal 2024 al 2026 dovrebbe crescere l’indice del PIL, il prodotto interno lordo del nostro Paese, dallo 0,9% del 2023, all’1,4% del 2024, passando per l’1,3% del 2025 e finendo con l’1,1% per il 2026.

La pressione fiscale, secondo il Def, calerà a breve passando dall’attuale 43,3% al 42,7% del 2026. Inoltre il governo ha confermato gli obiettivi di indebitamento presenti nel documento programmatico di bilancio, del novembre 2022:

  • 4,5% nel 2023;
  • 3,7% nel 2024;
  • 3% nel 2025;
  • 2,5% nel 2026.

Per quanto riguarda la produttività nazionale, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sottolineato che non basta il PNRR per rendere l’Italia più dinamica sul piano della produttività, ma è necessario investire e lavorare su obiettivi a lungo termine.

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