Dichiarazione dei redditi sbagliata? Con 200 euro si sana tutto

Dichiarazione dei redditi sbagliata? Con 200 euro è possibile sanare tutte le irregolarità formali. La somma dovrà essere pagata in due rate (ottobre e marzo). Vediamo quali sono le violazioni che rientrano in questa sanatoria e quali sono quelle escluse.

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Dichiarazione dei redditi sbagliata? Con 200 euro si sana tutto, risolvendo le irregolarità formali. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Il governo ha anche fissato una data, il 31 ottobre del 2023. Entro quel giorno potranno essere risolte le irregolarità contenute nell’ultima dichiarazione dei redditi.

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Aderire alla sanatoria è semplice: basterà versare 200 euro (anche suddivise in due rate con lo stesso importo) per ogni periodo  d’imposta al quale sono riferite le violazioni formali. La seconda rata dovrà essere invece pagata entro il 31 marzo.

Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega cosa succede se non si presenta la dichiarazione dei redditi; verifichiamo anche quando scattano i controlli sulla dichiarazione dei redditi; c’è infine un post su uno degli aspetti della riforma fiscale che sta per essere approvata dal governo: i pignoramenti saranno più facili.

Dichiarazione dei redditi sbagliata? Violazioni formali

Ma quali sono le violazioni formali, quelle appunto che consentono di sanare tutto il dovuto versando 200 euro in due comode rate?

La norma lo precisa: sono ritenute formali le violazioni che non incidendo sul calcolo della base imponibile, sulla liquidazione e sul pagamento di imposte, sono punite con sanzioni pecuniarie in maniera fissa, anche se entro dei limiti minimi e massimi

Si tratta dunque delle violazioni che non includono un tardivo, omesso o errato versamento del tributo. In quel caso la sanzione deve essere riproporzionata (non prevede quindi una quota fissa, anche se inclusa tra un minimo e un massimo).

Facciamo qualche esempio per essere più chiari. Possono rientrare tra le violazioni sanabili con 200 euro da versare in due rate:

  • la presentazione di dichiarazioni annuali redatte non conformemente ai modelli approvati; 
  • l’omessa o irregolare presentazione delle liquidazioni periodiche Iva; 
  • l’omessa presentazione degli elenchi Intrastat; 
  • l’irregolare tenuta e conservazione delle scritture contabili (se la violazione non ha prodotto effetti sull’imposta dovuta); 
  • la tardiva trasmissione da parte dell’intermediario;
  • le irregolarità degli operatori finanziari;
  • le irregolarità dei dati del sistema tessera sanitaria;
  • l’omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca;
  • la violazione degli obblighi di documentazione e registrazione delle operazioni imponibili Iva che non ha inciso sul tributo, o delle operazioni non imponibili o non soggette ad Iva (se non incidono sul calcolo delle imposte sui redditi);
  • la detrazione dell’Iva applicata per errore in misura superiore a quella effettivamente dovuta, e in assenza di frode (articolo 6, comma 6, del decreto legislativo numero 471 del 18 dicembre 1997);
  • le irregolarità in materia di inversione contabile (articolo 6, commi 9-bis, 9-bis1 e 9-bis2 del decreto legislativo numero 471 del 18 dicembre 1997) in assenza di frode, ma solo se l’imposta, anche se irregolare, è stata assolta (viene escluso il mancato pagamento);
  • l’omesso esercizio dell’opzione annuale, sempre che sussista la volontà negoziale;
  • l’anticipazione di ricavi o la posticipazione di costi in violazione del principio di competenza, ma solo se non incidono sull’imposta dovuta nell’anno di riferimento;
  • la mancata iscrizione al Vies;
  • l’omissione, l’incompletezza o l’inesattezza delle dichiarazioni d’inizio, o variazione dell’attività ai fini Iva. 

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Dichiarazione dei redditi sbagliata? Regolarizzazione non ammessa

La regolarizzazione con 200 euro non è ammessa in questi casi:

  • per atti di contestazione o di irrogazione delle sanzioni emessi durante la procedura di collaborazione volontaria;
  • per l’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute all’estero;
  • per le violazioni di norme tributarie per le quali non è competente l’Agenzia delle entrate;
  • per le violazioni formali di cui è competente l’Agenzia delle entrate ma che non incidono sulla determinazione della base imponibile o dell’imposta per tributi diversi dall’Iva, dall’Irap, dalle imposte dei redditi, delle relative addizionali e imposte sostitutive e sulla determinazione delle ritenute alla fonte e dei crediti d’imposta e sul pagamento dei tributi (come nel caso dell’imposta di registro, sulle successioni, e così via);
  • per le violazioni formali di oggetto di “rapporto esaurito” al giorno primo gennaio 2023, in pratica se il procedimento si è chiuso in modo definitivo entro quella data;
  • per le violazioni formali oggetto di “rapporto pendente” al primo gennaio 2023 ma in riferimento al quale c’è stata una pronuncia giurisdizionale definitiva o qualsiasi altra forma di definizione agevolata precedente al versamento della prima rata per la regolarizzazione.

Dichiarazione dei redditi sbagliata? Cartelle esattoriali

Sono stretti i tempi per aderire alla sanatoria che permette di ridurre le sanzioni dal 40 al 5 per cento sulle cartelle esattoriali che sono comprese tra il 2000 e il giugno del 2022. 

La domanda dovrà infatti essere presentata entro il prossimo 30 aprile

Questa opzione consente di ridurre in modo consistente le somme pretese dal fisco.

Dichiarazione dei redditi sbagliata? Con 200 euro si sana tutto
Dichiarazione dei redditi sbagliata? Con 200 euro si sana tutto

Facciamo un esempio: per una cartella da 30.000 euro per Irpef non versata, tra interessi e sanzioni oggi il carico sale a 40.000 euro. Con la maggiorazione al 5 per cento, quella cifra sarebbe di 32.000. Il contribuente potrebbe dunque risparmiare 8.000 euro.

Ma c’è anche un altro vantaggio: la cifra dovuta può anche essere rateizzata in cinque anni.

C’è invece tempo fino al 31 dicembre per definire con l’agevolazione gli avvisi bonari inviati ai contribuenti per gli errori riscontrati dal fisco dopo i controlli automatizzati.

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