Ricevere un doppio stipendio. O meglio, dividere in due il proprio stipendio. Ne ha parlato Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove ha spiegato che tra le soluzioni per migliorare il mondo del lavoro c’è anche la divisione della busta paga in due parti, così che lo stipendio possa essere pagato due volte nello stesso mese (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Doppio stipendio: le proposte dei partiti
- Doppio stipendio: le conseguenze
- Doppio stipendio: agevolazioni per chi assume
- Doppio stipendio: il programma del centrodestra
- Doppio stipendio: i decreti sicurezza
- Doppio stipendio: il presidenzialismo
- Doppio stipendio: la giustizia
- Doppio stipendio: le politiche green
- Doppio stipendio: quale destino per il reddito di cittadinanza?
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Doppio stipendio: le proposte dei partiti
Il Partito Democratico ha intenzione di pagare una mensilità in più di stipendio a tutti i lavoratori, proposta che Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia, descrive come «eclatante, in quanto da sola costerebbe 25 miliardi di euro».
Fratelli d’Italia, invece, ha in mente solamente tre misure e tutte e tre sarebbero sostenibili, almeno secondo Fazzolari: ad esempio, aumento del 50% dell’assegno unico per i figli a carico, come pure una flat tax al 15% e una super deduzione del costo del lavoro per le imprese che nell’ultimo triennio hanno provveduto a incrementare il numero dei lavoratori.
Allo stesso modo, Fratelli d’Italia ha come obiettivo quello di rivedere le regole per il pagamento degli stipendi. Nel dettaglio, al fine di «aumentare la circolazione della moneta», si potrebbe prevedere una busta paga suddivisa in due parti, in modo che lo stipendio arriverebbe – per metà importo ovviamente – ogni 15 giorni.
Una proposta, quindi, che nasce in base alla necessità di aumentare la circolazione della moneta e, di conseguenza, fare in modo che possano anche aumentare i consumi.
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Doppio stipendio: le conseguenze
Per il lavoratore sarebbe però un cambiamento importante, in quanto dovrebbe rivedere il proprio modo di amministrare le sue finanze tenendo conto del doppio pagamento mensile. E anche per le aziende: un doppio stipendio, infatti, richiederebbe più tempo da dedicare all’elaborazione delle buste paga, nonché al pagamento degli importi; ad esempio, bisognerà fare due volte i bonifici, il che – specialmente nelle aziende con molti dipendenti – non è un adempimento da poco.
Doppio stipendio: agevolazioni per chi assume
Il pagamento in due parti dello stipendio mensile, che potrebbe piacere ai lavoratori ma probabilmente meno alle aziende, anche solo per i maggiori adempimenti amministrativi che tale novità richiederebbe, non è l’unica novità per il mondo del lavoro.
Come visto in precedenza, infatti, Fratelli d’Italia intende anche incentivare le assunzioni da parte delle aziende, obiettivo che il reddito di cittadinanza non è riuscito a raggiungere e per questo, secondo la Meloni, «è necessario eliminarlo».
Nel dettaglio, l’obiettivo è di prevedere una sorta di superbonus per le aziende che assumono, ossia una deduzione superiore al 100% rivolta alle aziende che negli ultimi tre anni hanno provveduto a un potenziamento degli organici. Una deduzione del costo del lavoro pari al 120% per tutti, che nel caso dei lavoratori appartenenti alle categorie fragili, nonché per le aziende che si trovano nelle zone svantaggiate, potrebbe salire al 150%.
Doppio stipendio: il programma del centrodestra
Sul lavoro è previsto il «taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori». È contemplato anche «l’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità», con la defiscalizzazione, l’incentivazione del welfare aziendale (anche attraverso la detassazione), la decontribuzione dei premi di produzione, le maggiori tutele per il lavoro autonomo e le libere professioni. Inoltre si propone l’estensione della possibilità di utilizzo dei voucher per i settori del turismo e dell’agricoltura.

Doppio stipendio: i decreti sicurezza
Tornano i decreti sicurezza, anche se andranno rivisti rispetto al passato dopo la bocciatura della Consulta.
Sull’immigrazione resta la linea dura: contrasto a quella clandestina con richiesta di avere più controlli di polizia. Tuttavia come riportato dal Corriere della sera le posizioni sull’immigrazione sono divergenti tra FdI e Lega. Per la Meloni bisogna fermare gli sbarchi, mentre la Lega punta l’attenzione sulla reintroduzione dei decreti sicurezza.
Doppio stipendio: il presidenzialismo
C’è la riforma dello Stato in chiave presidenzialista. Una vicenda che suscita non poche polemiche. Infatti è proprio Silvio Berlusconi ad alzare un polverone sostenendo che «se passasse questa riforma, il presidente Mattarella dovrebbe dimettersi per dare spazio a una nuova elezione diretta del Capo dello Stato». Una dichiarazione che ha visto insorgere tutte le parti politiche.
Doppio stipendio: la giustizia
C’è anche il capitolo giustizia. Si chiede la separazione delle carriere e la riforma del Csm, la riduzione dei tempi dei processi e la semplificazione delle procedure.
Doppio stipendio: le politiche green
Ampio spazio anche alle misure sulla svolta ecologica. Bisogna – si legge nel documento – utilizzare fino in fondo le risorse del Pnrr, oltre 70 miliardi, per far decollare la transizione ecologica.
Doppio stipendio: quale destino per il reddito di cittadinanza?
Sul reddito di cittadinanza tutti sono d’accordo sulla revisione, ma le formule sono diverse per ciascuno.
Forza Italia vuole tagliare la dote di quattro miliardi per destinarla ad alzare le pensioni a 1000 euro o il taglio del cuneo fiscale.
La Lega spinge per un voucher di formazione che servirebbe a riassorbire i disoccupati.
Fratelli d’Italia invece vuole il reddito di solidarietà, che consiste in un assegno da 650 euro ai non occupati over 60 e a famiglie con minori o persone con disabilità. Ma solo per chi ha un Isee inferiore ai 15 mila euro l’anno. Il sostegno a chi perde il lavoro, invece, verrebbe parificato tra i dipendenti e coloro che hanno una partita Iva. All’epoca dell’annuncio FdI diceva che Lega e FI erano d’accordo con Meloni. Oggi non più, evidentemente.
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