Energia rinnovabile, cambierà tutto in 8 anni

Energia rinnovabile, cambierà tutto in 8 anni: entro il 2030 si produrrà l’84 per cento della luce da fonti pulite. Il piano è stato elaborato da Elettricità Futura, ci saranno 360 miliardi di euro in benefici e 540mila nuovi posti di lavoro. Ma bisogna partire subito. Cosa serve.

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5' di lettura

Per la crescita dell’energia rinnovabile in Italia ci sono programmi molto ambiziosi, da realizzare in 8 anni: produrre da fonti pulite l’84 per cento della corrente elettrica (oggi siamo al 35 per cento). (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Il Piano 2030 è stato elaborato da Elettricità Futura. Prevede oltre 360 miliardi di euro in benefici economici e 540mila nuovi posti di lavoro.

L’obiettivo  è quello di allacciare alla rete 85 Gigawatt di nuove rinnovabili e un programma per l’accumulo da 80 Gigawattora

Ovviamente anche gli investimenti saranno importanti: 320 miliardi.

Sarebbe un cambio di prospettiva notevole rispetto a oggi. Nel 2022 infatti il 55 per cento dell’energia elettrica è stata prodotta con il gas, 25 miliardi di metri cubi.

Dal 2030, invece, con il gas saranno prodotti solo 7 miliardi di metri cubi.

Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega come si è ora liberi di installare pannelli solari sui tetti: abbiamo verificato quali sono i bonus regionali e nazionali per installare pannelli solari; e visto cosa serve per realizzare degli impianti fotovoltaici sul terrazzo condominiale.     

Energia rinnovabile, riduzione delle emissione

E quindi, lo studio sulla «La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030», che è stata realizzata da Enel Foundation realizzato con Althesys ed Elettricità Futura,  porterebbe in dote benefici economici notevoli (360 miliardi di euro) e un importante impulso nella creazione di nuovi posti di lavoro ( 540.000, compreso l’indotto). 

Ma ovviamente non è tutto. Perché i risultati sarebbero anche importanti sul fronte inquinamento, con la riduzione di 270 miliardi di metri cubi di emissioni di anidride carbonica.

Un traguardo notevole. Al quale bisogna aggiungerne un altro: l’Italia sarebbe anche molto meno dipendente per l’energia.

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Energia rinnovabile, servono le autorizzazioni

Ma questo piano è concretamente realizzabile? Dipende. In teoria è fattibile, ma bisogna accelerare e non di poco nella concessione di autorizzazioni per la realizzazione degli impianti. E quindi sarà necessario velocizzare le procedure.

Oggi in Italia viene autorizzato ogni anno un Gigawatt. Bisognerà arrivare a 10. Non è poco.

Ma bisogna accelerare, anche perché il nostro Paese su questo fronte è ultimo in Europa. Non solo per i tempi, ma anche per i costi.

Il governo Draghi ha imposto delle semplificazioni, la situazione è migliorata, ma resta tanta altra strada da fare.

Energia rinnovabile, la scelta delle aree

Uno dei problemi per consentire la crescita notevole di solare ed eolica riguarda la scelta delle aree adeguate per ospitare gli impianti.

Le strutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili possono essere realizzate in zone che non hanno vincoli (morfologici, normativi o di destinazione d’uso).

Queste aree “libere” in Italia rappresentano il 27 per cento della superficie della Penisola. Per centrare l’obiettivo basterebbe lo 0,3 per cento di questo territorio. 

Energia rinnovabile, meno vincoli

Per semplificare le procedure e velocizzare le autorizzazioni, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Picchetto, ha già annunciato che la distanza limite tra un impianto eolico e un bene tutelato sarà ridotta da 7 a 3 chilometri.

Sarà approvato proprio per questo, già nei prossimi giorni, un decreto Semplificazione. Il governo è convinto che il settore delle energie rinnovabili possa rappresentare un motore importante da un punto di vista economico e culturale.

L’esecutivo potrebbe intervenire anche sulla valutazione preventiva di interesse archeologico che ha di fatto bloccato 800 progetti.

Energia rinnovabile, strategia europea

Gli obiettivi italiani sono in perfetta sintonia con i piani che sono stati predisposti dall’Unione europea. L’obiettivo congiunto è quello di assicurare al vecchio continente la piena sovranità energetica e tecnologica.

Obiettivi che questa volta si possono realizzare e in tempi decisamente brevi (8 anni sono un soffio) perché ambiente e industria, con il supporto del governo, si muovono tutti nella stessa direzione.

Inutile dire che le conseguenze della crisi energetica esplosa dopo l’invasione russa dell’Ucraina hanno facilitato il percorso.

Energia rinnovabile, le aziende

In Italia il settore dell’energia rinnovabile conta in tutto 800 imprese. Non è un settore da inventare, anzi. Molte aziende sono competitive a livello internazionale. I fondamentali ci sono, dunque. Così come i possibili margini di crescita. Soprattutto in vista della transizione energetica, che ormai non è più né una opportunità, né un possibile sviluppo per un futuro più o meno vicino, ma una necessità.

È chiaro, ed è meglio ribadirlo, che sia l’Italia, sia l’Unione Europea puntano a diventare nel minor periodo di tempo possibile indipendenti per l’energia e nel segno della sostenibilità ambientale.

Per l’Italia il beneficio economico che potrebbe derivare dalla realizzazione di questo piano vale il 2 per cento del Pil per ogni anno da qui al 2030. Una enormità.

Nella foto un parco eolico

Energia rinnovabile, cosa serve

L’Italia punta quindi ad avere un ruolo da protagonista nella transizione energetica del vecchio continente. Ma per competere su uno scenario impegnativo come quello internazionale non bastano le buone intenzioni.

Serve investire su tutta la filiera, e in particolare in questi settori:

  • la lavorazione delle materie prime;
  • lo sviluppo delle tecnologie;
  • un modello di sviluppo che metta insieme la sostenibilità dell’ambiente, lo stile di vita delle persone e la crescita economica.

Ma bisogna muoversi in fretta.

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