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Flat tax, ci perdono dipendenti e pensionati

Flat tax, ci perdono dipendenti e pensionati: una enormità rispetto agli autonomi, vediamo come.

di The Wam

Dicembre 2022

La Flat tax è una tassa piatta, ma rischia di pesare su dipendenti e pensionati che dovranno pagare quasi tutta l’Irpef versata allo Stato. Il 96%. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Un’enormità, che crea uno scalone fiscale notevole. O meglio, un disequilibrio fiscale che forse chi ha immaginato di alzare la soglia a 85mila euro per la Flat tax al 15% non aveva immaginato.

C’è un post che ha verificato chi ci perde con la flat tax (dipendenti, autonomi e pensionati); c’è anche un focus sulla flat tax per i dipendenti, cosa significa?.

Flat tax, chi paga l’800% in più

Basta un dato per chiarire la situazione: un lavoratore autonomo che fattura 85mila euro paga l’800% in meno rispetto a un dipendente che ha lo stesso reddito.

Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

Il dato è stato fornito da una ricerca commissionata dalla Uil sugli effetti dell’imposta forfettaria. Passando dalle percentuali ai soldi, un lavoratore autonomo può versare fino a 27mila euro di Irpef in meno rispetto a un dipendente che ha lo stesso reddito.

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Flat tax, lo studio che evidenzia lo squilibrio

Vediamo nel dettaglio come si concretizza questa differenza che è davvero notevole. 

Partiamo dai dati che sono stati forniti dal Ministero di Economia e finanza sulla base delle dichiarazione dei redditi presentata nel 2020:

i lavoratori dipendenti hanno versato il 61,1% del totale dell’Irpef betta;

i pensionati hanno versato il 35,2%.

Sommando le due percentuali si attiva al 96,3%.

Questo studio ha preso come riferimento l’imposta al 15% sul fatturato e al reddito imponibile, in pratica i nuovi coefficienti di redditività per gli autonomi e lo sconto sulla retribuzione. I due parametri che pesano sugli autonomi e sui costi che devono sostenere gli autonomi (che sono diversi in base al settore).

Uno squilibrio enorme. Il dato resta uguale sia per le fasce di reddito più alte, sia per quelle più basse. (nel pdf in basso tutti gli schemi dello studio Uil)

Flat tax, lo squilibrio: qualche esempio

Nello studio della Uil sono stati formulati diversi esempi che rendono chiara questa situazione. 

Ambulante del settore alimentare: reddito 45.900 euro

Versa: 5.164 euro (15%)

Qualche altro esempio:

Commerciante della ristorazione: reddito 34.000 euro

Versa: 3.825 euro (15%)

Attività professionali scientifiche (come i medici): reddito 45.900 euro

Versa: 5.164 euro (15%);

Intermediari di commercio: reddito 52.700 euro 

versa: 5.929 euro (15%);

Lo studio ha confrontato una flat tax al 15% per i lavoratori autonomi con l’Irpef versata a parità di reddito lordo da dipendenti e pensionati. Sono state incluse per queste due categorie anche le addizionali Irpef locali. Sono state poi sottratte le detrazioni specifiche per lavoratori e pensionati, oltre alla media, per fasce di reddito, delle detrazioni al 19% (come per le spese sanitarie e gli interessi passivi sui mutui).

Flat tax, il regalo ai forfetari

In pratica, come detto, dipendenti e pensionati che sono l’89,9% delle persone che pagano l’Irpef. Ebbene hanno versato il 96,3% dell’Irpef totale nel 2020.

Si può dire quindi che l’Irpef sia un’imposta che ora grava soltanto sul lavoro dipendente e sulle pensioni.

Non è proprio un buon esempio di fisco equo e progressivo.

Con la flat tax Irpef tassa su salari e pensioni

«L’Irpef – scrive la Uil a corredo dello studio – più che un’imposta sui redditi è diventata una tassa su salari e pensioni. La differenza tra autonomi con fatturati da 85mila euro e pensionati e dipendenti con lo stesso reddito può raggiungere nei casi estremi oltre l’800% delle imposte versate».

«In pratica – continua la Uil – in questi casi un lavoratore autonomo verserebbe fino a 27 mila euro di Irpef in meno ogni anno, senza contare lo sconto sui contributi previdenziali. Una differenza enorme che non trova giustificazione. Uno stato democratico deve fondarsi su un fisco equo e progressivo così come previsto dalla nostra Costituzione».

Flat tax, ci perdono dipendenti e pensionati

Flat tax, serve una vera riforma

Il sindacato ha sollecitato il governo affinché venga realizzata una vera riforma fiscale, capace di ridurre il carico che pesa su dipendenti e pensionati e che sia improntato a un sistema di effettiva progressività (più guadagni, più paghi), allargando la base imponibile dell’imposta sui redditi.

Per la Uil è poi indispensabile investire «per una forte e vera battaglia sull’evasione fiscale, il vero male endemico del nostro Paese che ogni anno sottrae ai cittadini oltre 100 miliardi di euro, l’equivalente dell’importo speso per tre leggi di bilancio».

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