In questi giorni si sente molto parlare della Gil, la misura che probabilmente sostituirà il Reddito di cittadinanza da gennaio 2024. A questa, però, si affiancherà anche un altro contributo, ossia la Garanzia per l’attivazione lavorativa, destinata ai disoccupati. In questo approfondimento vediamo di che si tratta (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Da gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza sarà definitivamente abolito. Finora, l’esecutivo ha proposto diverse misure che potrebbero sostituirlo, l’ultima delle quali la Mia, ossia la Misura di inclusione attiva. Poi, in seguito alla pubblicazione della bozza del Decreto Lavoro, il Ministero ha messo sul tavolo altre misure per gli attuali percettori del Reddito di cittadinanza.
La misura principale è la Gil, Garanzia per l’inclusione, e include alcune caratteristiche molto simili al Rdc che già conosciamo. La differenza principale, però, è che esclude categoricamente i cosiddetti occupabili, cioè le persone che per condizioni anagrafiche e di salute sono considerate in condizioni di lavorare, pur essendo povere.
Per questo motivo, un’altra proposta avanzata dal Governo per questi cittadini è la Gal, ossia la Garanzia per l’attivazione lavorativa, che ha lo scopo di supportare chi si trova in situazioni di indigenza.
Nei prossimi paragrafi ci concentriamo proprio su quest’ultima, cercando di capire a chi spetta e come funziona.
Indice
- Garanzia per l’attivazione lavorativa: chi ne ha diritto?
- Garanzia per l’attivazione lavorativa: come funziona
- Garanzia per l’attivazione lavorativa: obblighi
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Garanzia per l’attivazione lavorativa: chi ne ha diritto?
La Garanzia per l’attivazione lavorativa o Gal può essere considerata una sorta di bonus per disoccupati che sarà attivato dal 1° gennaio 2024. L’obiettivo della misura è infatti di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro dei nuclei familiari che non rientrano nei requisiti della Gil (Garanzia per l’inclusione) e per le loro condizioni di povertà sono a rischio sociale e lavorativo.
Se in seguito al Consiglio dei Ministri il decreto lavoro sarà approvato così com’è, allora la Garanzia per l’attivazione lavorativa entrerà in vigore il prossimo gennaio e sarà destinata in particolare ai cittadini di età compresa tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta, quindi i cosiddetti “occupabili“.
A differenza del Reddito di cittadinanza o della Gil, la Gal spetta al singolo individuo (quindi non all’intero nucleo familiare), ma può essere richiesta al massimo da due persone per nucleo familiare.
Inoltre, per accedere alla Garanzia per l’attivazione lavorativa bisogna possedere i seguenti requisiti:
- avere un ISEE non superiore a 6.000 euro;
- essere residenti in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa;
- avere un reddito familiare non superiore a 6.000 euro, valore da moltiplicare per il parametro di scala di equivalenza assegnato al nucleo;
- avere un patrimonio immobiliare, come indicato ai fini Isee, da cui è esclusa la casa di abitazione entro un valore Imu fino a 150.000 euro, non superiore a euro 30.000;
- avere un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro, che aumenta di 2.000 euro per ogni componente successivo al primo ma fino a un massimo di 10.000 euro, limite incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo. Questi massimali sono aumentati ulteriormente, di 5.000 euro, per ogni componente in condizione di disabilità e di ulteriori 7.500 euro in caso di disabilità grave o non autosufficienza;
- non essere proprietari di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti alla richiesta. Lo stesso vale per proprietà o piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto.
Inoltre, un altro dettaglio importante riguarda la condizione di diritto-dovere all’istruzione. Chi non ha terminati gli anni di istruzione obbligatoria, è tenuto a frequentare percorsi di istruzione degli adulti di primo livello o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo di istruzione.
Infine, sono esclusi dalla Gal i lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni negli ultimi 12 mesi prima della richiesta, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa.
Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.
Dai un’occhiata a questo video, con tutte le informazioni e i documenti necessari per richiedere la Gil, dopo il Reddito di cittadinanza.
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Garanzia per l’attivazione lavorativa: come funziona
Nel paragrafo precedente abbiamo analizzato i destinatari e i requisiti per accedere alla Garanzia per l’attivazione lavorativa. Adesso, invece, vediamo come dovrebbe funzionare secondo il testo di bozza del decreto lavoro.
Per quanto riguarda l’importo erogato ogni mese ai beneficiari della Gal, spetterà una somma fissa di 350 euro per cittadino, che quindi non dipende dal reddito familiare. Tuttavia, se all’interno dello stesso nucleo familiare ci sono due componenti che percepiscono la misura, allora per uno dei due spetta la metà del contributo, pari a 175 euro al mese.
In merito alla durata, la Gal sarà erogata per un massimo di 12 mesi e non potrà essere rinnovata (almeno per il momento).
Le modalità di erogazione del contributo economico si distinguono sia dal Reddito di cittadinanza sia dalla nuova Garanzia per l’inclusione. In particolare, la misura si ispira in questo senso alla Naspi, poiché i 350 euro saranno pagati tramite bonifico direttamente dall’INPS.
A proposito di Naspi, alcuni cittadini si sono chiesti se la Garanzia per l’attivazione lavorativa sarà compatibile con le indennità di disoccupazione. La risposta è no, la Gal non è compatibile con ogni altro strumento pubblico di integrazione o sostegno al reddito per la disoccupazione. Quindi non può essere richiesta se già si percepisce la Naspi, la Dis-Coll o l’indennità di disoccupazione agricola.

Garanzia per l’attivazione lavorativa: obblighi
Se ci hai letto fino a qui, avrai scoperto come potrebbe funzionare la Garanzia per l’attivazione lavorativa, a chi spetta e qual è l’importo erogato ogni mese.
Inoltre, ti interesserà sapere che il contributo economico di 350 euro viene erogato a partire dal mese successivo alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale, che consiste in un passaggio obbligatorio e anche molto utile per avviare il percorso di orientamento e ricerca attiva del lavoro.
Per lo stesso motivo, i beneficiari della Gal hanno anche l’obbligo di firmare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, anche nota come Did.
Entro 120 giorni dalla firma del patto di attivazione digitale, il cittadino sarà convocato dal servizio per il lavoro competente (per esempio il Centro per l’impiego) e dovrà aderire a un percorso d’inserimento lavorativo. Chiaramente, dopo aver aderito la persona in questione è tenuta a partecipare attivamente a tutte le attività formative previste dal percorso personalizzato, così come quelle inerenti al lavoro e al servizio civile universale.
Inoltre, per avere accesso al beneficio, bisogna accettare qualsiasi offerta di lavoro che abbia questi requisiti:
- rapporto di lavoro a tempo indeterminato oppure a tempo determinato, anche in somministrazione, di durata non inferiore a 1 mese;
- rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno;
- retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi.
Quindi, ciò vuol dire che viene meno il requisito di congruità dell’offerta di lavoro. A prescindere dal luogo in cui si trova la sede lavorativa, chi non accetta rischia la decadenza della Gal. Infatti, la Garanzia per l’attivazione lavorativa decade sia dopo il rifiuto dell’offerta di lavoro, sia se non si partecipa senza giustificato motivo alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione.
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