Il più importante festival cinematografico di Svezia, il Goteborg Film Festival, ha pensato di cambiare le regole per la sua edizione del 2021 (dal 29 gennaio all’8 febbraio). Gli organizzatori hanno progettato un curioso esperimento di distanzamento sociale: il candidato selezionato partirà da solo per l’isola rocciosa di Pater Noster. Al largo della costa occidentale svedese, in un vecchio faro trasformato in un hotel di lusso, il fortunato o la fortunata guarderà le 60 pellicole selezionate per il festival, senza possibilità di distrarsi con telefono, libri o computer.
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Indice
- Su un’isola deserta in compagnia del buon cinema
- Una sala per uno spettatore
- L’esperimento (di distanziamento) sociale
- Tra le opere un film italiano
Logo della kermesse.
Su un’isola deserta in compagnia del buon cinema
Nel presentare l’iniziativa, il direttore artistico del Goteborg Film Festival Jonas Holmberg ha assicurato che chi verrà selezionato avrà a disposizione cibo e bevande di qualità, insieme a tutti le comodità che possano venire in mente. C’è un solo divieto: nessuna compagnia se non quella del buon cinema.
I criteri per essere selezionati sono pochi, ma fondamentali: «essere amanti del cinema, accettare di registrare un video-blog giornaliero ed essere emotivamente e psicologicamente in grado di trascorrere una settimana in isolamento.»
Isola di Pater Noster.
Una sala per uno spettatore
A chi non verrà invece selezionato per il soggiorno a Pater Noster, il Goteborg Film Festival offre la possibilità di assistere a delle “proiezioni singole”. L’idea è quella di avere un solo spettatore all’interno di una sala di Goteborg e nella Scandinavium Arena (lo stadio di hokey cittadino con 12.000 posti). Si tratterebbe di una sortà di gran galà per un solo ospite.
La Scandinavium Arena.
L’esperimento (di distanziamento) sociale
L’idea dell’esperimento nasce soprattutto per riflettere sull’impatto del distanziamento sociale sull’arte cinematografica. In un’intervista all’Hollywood Reporter, Holmberg ha dichiarato: «guardare film da soli ha cambiato il nostro modo di relazionarci con essi. Abbiamo visto nuove produzioni risuonare con l’esperienza della pandemia e abbiamo visto scene assumere significati inediti, ad esempio quelle in cui una persona abbraccia qualcuno. Le abbiamo guardate in maniera diversa perché era un comportamento che non ci era consentito.»
Sala in cui solitamente si tiene il Göteborg Film Festival.
Tra le opere un film italiano
Il festival darà largo spazio alla discussione sui nuovi modi di vivere imposti dalla necessità di debellare il Coronavirus. Tra le pellicole scelte per trattare il tema dell’isolamento sociale c’è anche Molecole, il documentario di Andrea Segre girato a Venezia durante il primo lockdown italiano.
L’intento del Goteborg Film Festival è quello di portare all’attenzione degli appassionati le nuove modalità di fruizione del cinema, profondamente modificate da ciò che stiamo vivendo. Che sia l’inizio di un nuovo linguaggio artistico? Staremo a vedere.
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