Privacy
×
The wam
×
icona-ricerca
Home / Economia e Finanza » Lavoro / Guerra in Ucraina, il grano si produrrà in Italia. Ecco dove

Guerra in Ucraina, il grano si produrrà in Italia. Ecco dove

Guerra in Ucraina, il grano si produrrà in Italia per ridurre dal dipendenza dall'estero, ecco quali regioni ospiteranno i nuovi granai d'Italia.

di The Wam

Marzo 2022

Guerra in Ucraina, il grano si produrrà in Italia. La risposta italiana ed europea alla crisi del grano è la più ovvia e ragionevole: lo produciamo noi. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Ricevi tutte le news sempre aggiornate su bonus e lavoro.

Il grano si produrrà in Italia: ecco dove

Sono già state scelte le Regioni che dovranno sopperire alle mancate importazioni e stabilite anche le quantità di grano da produrre. Vediamo:

Entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su WhatsApp, Telegram e Facebook.

Il grano si produrrà in Italia: colture proteiche

Saranno i granai d’Italia (oltre alla Puglia ovviamente). Non produrranno solo grano, ma anche cereali e altre colture proteiche. Verranno seminati campi che sono attualmente bloccati dal vincolo del riposo permanente.

La decisione è stata adottata ieri a Bruxelles dalla Commissione Ue.

Il grano si produrrà in Italia: decisione storica

È una decisione storica, perché modifica alla radice la Politica agricola comune (Pac), che era stata approvata solo qualche mese fa, quando però il quadro geopolitico era del tutto diverso.

Sarà dunque «consentita la produzione di qualsiasi coltura su terreni a riposo che fanno parte di zone ecologiche prioritarie nel 2022». Tutto questo garantendo tutte le pratiche ambientali che sono previste.

In questo modo si “liberano” per i prodotti agricoli 4 milioni di ettari in Europa. Una superficie importante, grande quanto la Repubblica Ceca.

Il grano si produrrà in Italia: si può fare di più

Parzialmente soddisfatta la Coldiretti. Secondo le stime con il ripristino di questi terreni ci sarà una produzione aggiuntiva di 15 milioni di mais per gli allevamenti, di grano (duro e tenero) per pasta e pane.

Ma non è tutto: l’associazione del coltivatori ritiene che si possa fare di più. Questa produzione potrebbe aumentare di altre cinque volte se si riattivano milioni di ettari di terreno che sono stati lasciati incolti.

Guerra in Ucraina: perché pane e pasta costeranno di più

Il grano si produrrà in Italia: attuali importazioni

Con il piano del governo l’Italia potrebbe ridurre in modo sostanziale la dipendenza dalle importazione estere, che attualmente sono queste:

Se l’Italia entra in guerra, ecco il piano

Il grano si produrrà in Italia: semina in aprile

Ma bisogna fare in fretta: i cereali devono essere seminati in aprile. E quindi un qualsiasi provvedimento dell’esecutivo deve essere adottato già nei prossimi giorni.

Ieri l’Unione Europea ha preso anche altre importanti decisioni:

In Italia sarebbero dunque disponibili 195 milioni per il settore, già a partire da quest’anno.

Saranno inserite anche altre disposizioni:

L’Italia verso un’economia di guerra, ma cosa significa?

Il grano si produrrà in Italia: troppo poco?

C’è chi si lamenta che è troppo poco. E forse è così. Ma è un cambio di paradigma notevole: se l’Italia e l’Europa iniziano a pensare di essere autosufficienti in tante produzioni, comprese quelle agricole essenziali, si sovvertono del tutto le norme della globalizzazione che hanno retto gli scambi commerciali per gli ultimi 30 anni.

Il grano si produrrà in Italia: tema energia

È bastato un mese di guerra in Ucraina per capovolgere quelli che sembravano dogmi inconfutabili.

Un discorso che deve essere affrontato anche per l’energia. E senza preconcetti. Se è vero che le fonti alternative possono aiutare a ridurre il peso delle importazioni, e gli acquisti di fornitori diversi dal Cremlino consentono di non sottostare al ricatto energetico da parte della Russia, è pur vero che non può essere rimandato – questo sostengono molti esponenti di governo – un discorso sulla possibilità di realizzare centrali nucleari di ultima generazione.

Era stato un tabù fino a qualche mese fa, ora lo è molto meno.

Ti può interessare anche:

Entra nel gruppo WhatsApp e Telegram

Canale Telegram

Gruppo WhatsApp