La parola Caf è uscita spesso in occasione di procedure relative al Rdc, al 730, alla dichiarazione Isee e simili prestazioni. In questo articolo chiariamo se il Caf si paga e quando, e più in generale come funziona (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Il Caf si paga per compilare il Reddito di cittadinanza?
- Il Caf si paga: cos’è e come funziona
- Il Caf si paga: servizi gratuiti
- Il Caf si paga: per quali servizi?
- Il Caf si paga? E il patronato?
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Il Caf si paga per compilare il Reddito di cittadinanza?
Come sappiamo, per compilare la domanda di Reddito di cittadinanza è possibile andare autonomamente sul sito online dedicato al sussidio oppure, per chi ha poca dimestichezza con i mezzi informatici, ci si può affidare a un CAF o patronato che si occuperà di tutta la procedura.
Tuttavia, un dubbio che nasce spesso tra le persone che decidono di inviare la domanda tramite un centro di assistenza fiscale è se si debba pagare o meno per il servizio richiesto.
Infatti, può capitare che alcuni centri richiedano un compenso (per esempio di 10 o 15 euro) per assistere il contribuente nella domanda di Rdc, e altri invece svolgano il servizio gratuitamente.
Qual è il giusto approccio? Il Caf si paga oppure no, nel caso del Reddito di cittadinanza?
Ebbene, la risposta è no. Il Caf non dovrebbe richiedere un compenso per assistere gli utenti nell’invio della domanda del Rdc, al pari di altri servizi forniti gratuitamente come la compilazione dell’ISEE.
Il motivo è che solitamente CAF e patronati godono del riconoscimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in base al quale lo Stato emette un rimborso spese per alcune pratiche lavorate.
In particolare, nel caso del Reddito di cittadinanza, già con l’introduzione del beneficio per famiglie venne fatto un accordo tra Ministero del Lavoro e Caf e patronati per quanto riguarda il compenso riconosciuto per ogni pratica relativa al Rdc.
Questo discorso vale sia per il Reddito sia per la Pensione di cittadinanza. Inoltre, non solo è gratuita la pratica di invio della domanda, ma anche le successive integrazioni e comunicazioni.
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Il Caf si paga: cos’è e come funziona
Nel paragrafo precedente abbiamo visto se il Caf si paga oppure no per le pratiche relative al Reddito di cittadinanza. Tuttavia, visto che non è scontato, potrebbe essere utile fare un riepilogo generale su cosa sia il Caf e come funzioni.
Dunque, il l’acronimo Caf indica il centro di assistenza fiscale, e cioè un centro addetto alle pratiche fiscali di pensionati, lavoratori e disoccupati. I CAF sono distribuiti in tutto il territorio nazionale e fanno capo al Centro Madre di assistenza fiscale.
Possono svolgere il ruolo di assistenza fiscale:
- le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e dei pensionati con almeno 50 mila iscritti;
- i sostituti d’imposta con almeno 50 mila dipendenti;
- le associazioni di lavoratori costituite in un patronato con almeno 50 mila iscritti.
Come sappiamo, di solito ci si rivolge ai centri di assistenza fiscale per essere aiutati nella compilazione della dichiarazione dei redditi, del modello Isee e di altri modelli.
Proprio per questo, il personale del CAF è competente in ambito tributario e fiscale.
I servizi che vengono generalmente offerti dai Caf sono:
- compilazione modello Isee – Iseeu – Isee corrente;
- invio del modello 730 o ex Unico (modello dei redditi persone fisiche);
- compilazione domande REI, ex Sia e Reddito di cittadinanza;
- calcolo e la stampa dei modelli F24 per il pagamento dell’Imu e della Tasi;
- invio dei modelli Red dei pensionati italiani e dei modelli Red esteri;
- compilazione modelli degli assegni familiari sia per i lavoratori dipendenti e sia per i lavoratori pubblici;
- compilazione per l’esenzione ticket sanitario per visite specialistiche e farmaceutiche.
Ma come si finanziano i Caf? Generalmente, il personale che lavora nei centri di assistenza fiscale riceve un rimborso spese per le pratiche svolte da parte delle società delle associazioni sindacali, oppure ricevono un compenso dallo Stato, a seconda del tipo di pratica.
Proprio sulla base delle convenzioni stipulate dai vari Caf, alcuni servizi sono svolti gratuitamente, mentre altri sono a pagamento. Ne parliamo meglio nel prossimo paragrafo.
Il Caf si paga: servizi gratuiti
La maggior parte dei servizi forniti dal CAF è gratuita, e in particolare lo sono le pratiche che prevedono l’invio di modelli già precompilati. In quel caso, infatti, l’Erario provvede a corrispondere al Caf un determinato contributo per ogni modulo raccolto.
Al contrario, servizi come la compilazione del modello 730 sono a pagamento e la cifra cambia in base al fatto che il richiedente sia iscritto o meno a un sindacato.
In ogni caso, per avere la certezza che un determinato servizio sia svolto gratuitamente, è sempre bene controllare il listino prezzi, obbligatoriamente esposto all’interno di ogni ufficio.
Quindi, in breve, il Caf non si paga per questi servizi:
- i modelli Isee: Dsu ed attestazione Isee;
- modelli RED ed ICRIC;
- le domande di maternità da parte del Comune e gli assegni familiari per il terzo figlio, quando è prevista una convenzione con il Comune;
- invio di altre pratiche finanziate dalle Regioni o dagli enti locali, come per esempio le domande per il bonus affitto. Queste però, cambiano a seconda del territorio in cui si trova l’ufficio al quale ci si rivolge;
- il modello REI (è prevista una quota minima);
- il Reddito di cittadinanza ed eventuali integrazioni, in quanto lo Stato riconosce al CAF, 10 euro per domanda e 5 euro per comunicazione di variazione.
Nel prossimo paragrafo, invece, vediamo quali sono i servizi per i quali il Caf richiede sempre un compenso.
A proposito di reddito di cittadinanza, leggi quando è previsto il prossimo pagamento dell’Rdc a settembre 2022.

Il Caf si paga: per quali servizi?
Finora abbiamo visto i servizi forniti in modo gratuito dai centri di assistenza fiscale o CAF. Adesso, invece, vediamo quali sono i servizi sempre a pagamento.
Premettiamo, in ogni caso, che il compenso richiesto non è molto elevato. Inoltre, nei Centri autorizzati di assistenza fiscale è anche possibile risparmiare, anche fino a metà della tariffa, quando si è iscritti al sindacato di riferimento del Caf.
Per alcune pratiche, invece, può essere richiesto un compenso annuale o può essere applicata una trattenuta sindacale mensile, come per esempio nel caso della domanda di indennità Naspi.
Dunque, il Caf si paga per i seguenti servizi:
- dichiarazione dei redditi sia tramite il modello 730 che con quello Redditi;
- dichiarazione IMU;
- visure catastali e ipocatastali;
- calcolo F24 Imu e Tasi;
- registrazione di un contratto di affitto;
- gestione di un rapporto di lavoro domestico (colf e badanti);
- successioni o volture;
- supporto per la richiesta della firma digitale, o dell’Identità digitale Spid.
Il Caf si paga? E il patronato?
Molto probabilmente, oltre alla parola Caf avrai sentito spesso anche la parola “patronato”. Anche in questo caso, si tratta di centri di assistenza fiscale per le medesime pratiche elencate finora.
Come i Caf, anche i patronati possono richiedere un compenso per quelle pratiche che non sono rimborsate dallo Stato.
Al momento, alcuni dei servizi del patronato a pagamento sono:
- domanda e autorizzazione per assegno al nucleo familiare;
- dimissioni online per pensionanti;
- rilascio procedura online CU;
- invio telematico per richieste di bonus bebè e bonus mamma domani;
- invio Inps per richiesta permessi e congedi;
- richiesta per cure termali a carico dell’Inps o dell’Inail;
- riconoscimento handicap grave per legge 104;
- rimborso spese viaggio o farmaci;
- autorizzazione per versamenti volontari di contributi.
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