Il lavoro occasionale va dichiarato? Ecco cosa sapere

Il lavoro occasionale va dichiarato? Ecco cosa c'è da sapere in fatto di prestazioni occasionali e dichiarazione dei redditi.

Valerio Pisaniello è un saggista esperto di welfare.
Conoscilo meglio

8' di lettura

La prestazione occasionale 2023 è uno strumento utilizzato dai soggetti che vogliono intraprendere attività professionali in modo saltuario e sporadico. Ma il lavoro occasionale va dichiarato? Ecco cosa c’è da sapere (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

Il lavoro occasionale va dichiarato? La normativa 

Oggi molti pensano che la prestazione occasionale 2023 sia l’alternativa alla Partita Iva, ossia la soluzione per fare attività professionali o commerciali, senza dover pensare agli adempimenti fiscali. Niente di più sbagliato. 

Inoltre, l’articolo 54-bis del D.L. n. 50/2017 ha introdotto la disciplina sul lavoro occasionale accessorio (da non confondere con il lavoro autonomo occasionale).

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Il lavoro occasionale va dichiarato? Le tipologie 

La prestazione occasionale è una attività lavorativa svolta in modo del tutto occasionale, episodica, e non continuativa nel tempo

Questo tipo di attività può assumere natura di:

  • Prestazione di lavoro autonomo occasionale (c.d. “collaborazioni occasionali“), dove la prestazione riguarda attività a prevalente vocazione intellettuale, come nel caso di consulenza, scrittura, e tutte le attività affini. Si tratta delle prestazioni professionali a carattere intellettuale. Si tratta di soggetti che non hanno obbligo di iscrizione ad albi o elenchi professionali che svolgono occasionalmente l’attività. Classico caso è quello dell’amministratore di condominio che esercita l’attività soltanto nel proprio stabile. Oppure ancora l’attività del procacciatore d’affari occasionale;
  • Prestazione occasionale, in senso stretto. È una normativa, questa, che riguarda esclusivamente le attività non abituali legate ad attività di tipo subordinato, quindi con un committente stabilito. Quindi in questo caso l’attività di lavoro non è autonoma, come nel caso precedente, ma alle dipendenze di un committente. Anche in questo caso facciamo un esempio per farti comprendere meglio. Pensa ad una studentessa che si finanzia gli studi facendo la babysitter, oppure facendo la commessa in un negozio nei fine settimana. Attività che possono essere gestite con il contratto di prestazione occasionale (per le aziende) o con il libretto famiglia (per i privati).

Il lavoro occasionale va dichiarato? Chi può richiederlo

Il punto di partenza per comprendere al meglio questa guida è capire che la stessa è suddivisa in due parti, che seguono la disciplina delle prestazioni occasionali. 

La prestazione occasionale, introdotta dall’art. 54 bis della legge n.96/2017, è una collaborazione saltuaria e limitata nel tempo che non può eccedere i 5.000 euro nel corso dell’anno solare.

A richiederla possono essere numerosi utilizzatori: i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, le Onlus, le imprese agricole, le pubbliche amministrazioni, gli enti locali, le strutture ricettive, le associazioni o le fondazioni.

Fondamentale è che la prestazione occasionale riguardi un’attività sporadica e saltuaria entro i limiti economici previsti dalla legge. Tali limiti sono:

  • 5000 euro per il prestatore, in riferimento alla totalità degli utilizzatori e nel corso di un anno solare;
  • 5000 euro per l’utilizzatore, in riferimento alla totalità dei prestatori e nel corso di un anno solare;
  • 2500 euro nel corso di un anno solare, in riferimento alla totalità delle prestazioni fornite dal prestatore allo stesso utilizzatore.

Ma come funziona la dichiarazione dei redditi, per il lavoro autonomo occasionale? E qual è invece il rapporto tra dichiarazione dei redditi e stage?

Il lavoro occasionale va dichiarato? La dichiarazione dei redditi 

Il lavoro occasionale va dichiarato? Come compilare la dichiarazione dei redditi per il lavoro autonomo occasionale? A fornire una risposta sono l’articolo 2222 del Codice Civile e l’INPS.

In linea generale, la dichiarazione dei redditi per prestazioni occasionali è dovuta. Tuttavia, esiste un’eccezione: se il soggetto che ha effettuato la prestazione occasionale non ha percepito nell’anno d’imposta ulteriori redditi, e non è possessore di beni immobili diversi dall’abitazione principale, è esonerato dalla presentazione del Modello 730 o del Modello Redditi PF (Persone Fisiche).

Questo, a patto che il reddito da prestazione occasione sia uguale o inferiore ai 4.800 euro lordi. Perché proprio 4.800 euro? Perché l’articolo 13 del DPR n. 917/86 (TUIR) stabilisce che, i prestatori d’opera che effettuano prestazione occasionale, possano detrarre una percentuale decrescente all’aumentare del reddito. Percentuale, questa, che non è cumulabile con altre detrazioni e non deve essere rapportata al periodo di lavoro. La detrazione fino a 4.800 euro è di 1.104 euro, il che azzera l’IRPEF dovuta.

Il lavoro occasionale va dichiarato? Come compilare la dichiarazione dei redditi 

Il lavoro occasionale va dichiarato? Anche se sotto i 4.800 euro non è obbligatorio farlo, inserire i redditi da prestazione occasionale nel 730 o nel Modello PF permette di recuperare le ritenute d’acconto.

Chi effettua una prestazione occasionale, infatti, deve applicare la ritenuta d’acconto, un vero e proprio obbligo, stabilito dalla legge: il soggetto che presta l’opera è tenuto ad applicare una ritenuta del 20% sul lordo percepito. Fino a 4.800 euro l’anno, la ritenuta d’acconto subita non è invece dovuta. Tuttavia, inserendo il reddito da prestazione occasionale in dichiarazione dei redditi, la ritenuta diventa credito d’imposta e può essere utilizzata per compensare il versamento di altre imposte.

Se si superano invece i 4.800 euro di reddito da prestazione occasionale nell’anno solare, oppure insieme ai 4.800 euro (o meno) si sono percepiti altri redditi, la dichiarazione è obbligatoria.

Chi è soggetto al 730, deve inserire i redditi nel quadro D al rigo D5. Nella colonna 1 va inserita la tipologia di reddito (1 per redditi derivanti da attività commerciali, 2 per redditi derivanti da attività di lavoro autonomo), nella colonna 2 i redditi lordi percepiti, nella colonna 3 le eventuali spese sostenute, nella colonna 4 le ritenute d’acconto subite.

Se anziché il 730 si compila il Modello PF, i redditi che derivano dalle prestazioni occasionali vanno inseriti nel quadro RL (“redditi diversi”) al rigo RL15. Nella colonna 1 si andrà ad inserire il reddito mentre nella colonna 2 le spese sostenute. Al rigo RL20 bisognerà invece riportare la somma delle ritenute d’acconto subite.

Il lavoro occasionale va dichiarato? Il caso degli stage 

Il lavoro occasionale va dichiarato? Come è necessario comportarsi, invece, se la prestazione occasionale da inserire all’interno della dichiarazione dei redditi è uno stage?

Lo stage, così come le borse di studio, rappresenta un reddito assimilato a quello da lavoro dipendente. A stabilirlo è l’art. 50 del Testo unico delle imposte sui redditi (il cosiddetto “Tuir”).

Ecco dunque che lo stagista deve presentare la dichiarazione dei redditi se il reddito percepito è maggiore a 8.174 euro l’anno. Se invece riceve solo un rimborso spese, oppure un reddito inferiore, non è tenuto ad inserire nel 730 quanto percepito per lo stage.

Il lavoro occasionale va dichiarato: nella foto delle sagome

Il lavoro occasionale va dichiarato? La tassazione 

Come già anticipato, entro i 4.800 euro annui le prestazioni da lavoro autonomo occasionale sono esenti dalla ritenuta d’acconto pari al 20%. Quindi fino a quella cifra il 20% non viene trattenuto, e se dovesse essere trattenuto si ha comunque diritto alla restituzione tramite la dichiarazione dei redditi.

In linea generale, la trattenuta sulla singola prestazione viene applicata, per poi essere girata all’Agenzia delle Entrate, solo dai committenti che sono aziende/società/enti, mentre se il committente è un semplice privato la ritenuta non deve essere applicata.

In pratica al momento della dichiarazione, sulla base del reddito occasionale conseguito nell’arco dei 12 mesi, si verificherà se il lavoratore autonomo occasionale deve allo Stato il 20% di quell’importo, o se eventualmente deve esserne rimborsato in tutto o solo in parte. In ogni caso i compensi da lavoro autonomo occasionale vanno dichiarati ai fini Irpef, perché fanno cumulo con tutti gli altri redditi (se esistenti). Quindi nel caso specifico il reddito da lavoro autonomo occasionale si somma al reddito da lavoro dipendente.

Fonti e materiale di approfondimento

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