Assegno Unico febbraio, meno soldi: chi rischia

Assegno Unico più basso a febbraio 2023: ecco chi vedrà l'importo ridotto!

6' di lettura

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Se hai ricevuto un messaggio inusuale dall’Inps attenzione, potrebbe essere una truffa. Ti ricordiamo, inoltre, che ci sono aggiornamenti sulle addizionali Irpef per il 2023 e ci sono nuove agevolazioni per studenti lavoratori.

Indice

Assegno Unico più basso a febbraio 2023: ecco per chi?

Per alcuni percettori l’Assegno Unico di febbraio 2023 sarà più basso del previsto: alcune famiglie si trovano nella condizione di dover restituire all’INPS una parte degli importi ricevuti.

Per essere più precisi, il taglio sull’assegno di febbraio riguarda solo le famiglie monogenitoriali che hanno percepito, non avendone diritto, la maggiorazione che spetta ai nuclei familiari dove ci sono due genitori che lavorano.

Questi nuclei monogenitoriali, poiché hanno avuto nel 2022 una maggiorazione che non gli spettava, dovranno restituire le cifre percepite all’INPS, il quale le sottrarrà dagli importi del versamento di febbraio 2023.

In dettaglio, la cifra massima, che sarà sottratta dall’assegno di febbraio 2023 come conguaglio per le maggiorazioni non spettanti, può arrivare a 210 euro per figlio.

Per capire come mai alcune famiglie avranno un taglio sulla mensilità di febbraio 2023 dell’Assegno Unico e perché proprio di 210 euro dobbiamo ripercorrere brevemente le tappe. Vediamo la questione in dettaglio!

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Assegno Unico più basso a febbraio 2023: perché questo taglio?

La normativa dell’Assegno Unico (D.Lgs. n.230/2021, art. 4, comma 8) prevede una maggiorazione sull’importo se entrambi i genitori lavorano. Ovvero, 30 euro mensili per figlio per gli ISEE fino a 15.000 euro, poi l’importo si riduce gradualmente e la maggiorazione si azzera se l’ISEE raggiunge i 40.000 euro.

Appena fu introdotta la misura l’anno scorso, non era molto chiaro a chi spettasse questa maggiorazione, anche perché nella domanda di richiesta non c’erano particolari informazioni o riferimenti normativi.

Molti nuclei monogenitoriali hanno quindi pensato di essere idonei per la maggiorazione. L’INPS, da parte sua, ha accolto in modo automatico le domande telematiche facendo scattare per tutti l’aumento, comprese le famiglie monogenitoriali.

In un secondo momento è stato chiarito che la normativa dell’Assegno Unico è da interpretarsi nel senso che la maggiorazione spetta solo se ci sono due genitori nel nucleo e se entrambi lavorano.

Insomma, i genitori single non rientrano nella casistica e non hanno diritto a questa maggiorazione.

Così l’INPS, a partire dalla mensilità di ottobre 2022, ha interrotto il versamento delle maggiorazioni alle famiglie monogenitoriali a cui non spettava da normativa. Ma questi nuclei avevano già ricevuto la maggiorazione con le mensilità versate da marzo a settembre 2022, considerato che l’annualità dell’Assegno Unico inizia a marzo.

Il taglio sulla mensilità di febbraio dipende perciò dalla cifra che si è percepita come maggiorazione che non spettava.

Per quanti hanno percepito la maggiorazione piena, cioè 30 euro per le 7 mensilità da marzo a settembre 2022, l’importo da restituire è di 210 euro per figlio.

Assegno Unico più basso a febbraio 2023: nuovo taglio di importi a marzo

Abbiamo chiarito che il taglio sulla mensilità di febbraio dell’Assegno Unico riguarderà solo una cerchia di percettori. Tuttavia, c’è un altro gruppo che rischia di avere una riduzione ancora più brutta a marzo e cioè quanti entro il 28 febbraio 2023 non rinnovano l’ISEE.

L’annualità dell’Assegno Unico va da febbraio a marzo, quindi l’Assegno Unico 2022 termina a fine febbraio 2023 quando inizia la nuova annualità. Per quanto riguarda il rinnovo non c’è da preoccuparsi perché questo avviene in automatico.

Tuttavia, quanti entro la fine di febbraio non compilano la DSU 2023 per ottenere l’ISEE in corso di validità a partire dalla mensilità di marzo, cioè quando inizia l’Assegno Unico 2023, avranno una riduzione di importi.

La normativa dell’Assegno unico prevede infatti che i percettori siano tenuti ogni anno ad aggiornare l’ISEE. Se non lo fanno per l’anno successivo avranno solo la cifra minima, cioè 50 euro per figlio, che spetta a quanti hanno un ISEE sopra i 40.000 euro, senza nessuna altro tipo di maggiorazione.

Assegno Unico più basso a febbraio 2023: c’è tempo fino a giugno per gli arretrati

Per l’Assegno Unico c’è un’altra scadenza importante ed è giugno, termine ultimo per richiedere gli arretrati.

Quanti sono già percettori dell’Assegno Unico e non rinnovano l’ISEE entro la fine di febbraio vedranno gli importi ridotti. Tuttavia, hanno tempo fino al 30 giugno 2023 per compilare la DSU e ottenere l’ISEE 2023 e potranno ricevere gli arretrati, cioè le maggiorazioni che gli spettavano a partire da marzo 2023.

Quanti invece non sono percettori di Assegno Unico, se inviano domanda di richiesta entro il 30 giugno 2023, potranno anche loro ottenere gli arretrati per le mensilità spettanti a partire da marzo.

Se si aggiorna la DSU o si invia la domanda di richiesta dopo il 30 giugno non c’è possibilità di avere gli arretrati per queste mensilità.

Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.

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Assegno Unico più basso a febbraio 2023. In foto il comunicato stampa dell’INPS.

Assegno Unico più basso a febbraio 2023: quando scattano le nuove maggiorazioni?

Se a febbraio 2023 alcuni percettori di Assegno Unico vedranno un taglio negli importi, altri invece avranno un aumento, per via delle modifiche apportate alla misura quest’anno.

La legge di bilancio 2023 ha infatti introdotto nuove maggiorazioni dell’Assegno Unico, in dettaglio:

  • la maggiorazione per i nuclei con almeno 4 figli sale a 150 euro mensili per nucleo;
  • i nuclei numerosi (con 3 o più figli) e con ISEE di massimo 40.000 euro all’anno percepiranno il 50% in più degli importi, per ogni figlio a carico tra 1 e 3 anni;
  • tutti nuclei con figli a carico tra 0 e 1 anno, a prescindere dall’ISEE, percepiranno il 50% in più degli importi per ogni figlio a carico con età inferiore a 1 anno.

Con il comunicato stampa del 30 dicembre 2022 l’INPS ha fatto sapere che le nuove maggiorazioni saranno applicate agli aventi diritto a partire dalla mensilità di febbraio 2023.

Ricordiamo poi che le cifre dell’Assegno Unico 2023 saliranno ancora quest’anno, per via della rivalutazione degli importi dovuta all’adeguamento all’inflazione.

La normativa dell’Assegno Unico prevede infatti che, proprio come le pensioni, ogni anno vi sia un ricalcolo degli importi tenendo conto del livello dell’inflazione. Per le pensioni l’aumento nel 2023 è stato fissato al 7,3%, stessa percentuale che dovrebbe riguardare l’Assegno Unico.

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