Quanto si prende di pensione con 55 anni e 30 di contributi? Calcoliamolo in questo articolo (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensione con 55 anni e 30 di contributi: è possibile?
- In pensione con 55 anni e 30 di contributi: possibilità ed esclusioni
- Pensione con 55 anni e 30 di contributi: assegno o pensione di inabilità
- Quanto si prende di pensione con 55 anni e 30 di contributi?
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Pensione con 55 anni e 30 di contributi: è possibile?
Andare in pensione a 55 anni è consentito dal nostro ordinamento previdenziale, ma non è possibile per tutti i lavoratori.
Ad oggi e almeno fino al 2024, il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia è fissato a 67 anni (con 20 di contributi versati).
Esistono, però, diverse forme di pensione anticipata come la pensione anticipata ordinaria, Quota 102, l’Ape Sociale, Opzione Donna, Quota 41 per lavoratori precoci e la pensione anticipata per lavori usuranti.
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In questo articolo andremo a vedere insieme quanto si prende di pensione con 55 anni e 30 di contributi.
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In pensione con 55 anni e 30 di contributi: possibilità ed esclusioni
A 55 anni possono andare in pensione i cosiddetti lavoratori precoci. Il nostro ordinamento prevede un’apposita opzione previdenziale per chi ha maturato almeno 41 anni di contributi e iniziato a versare contributi prima dei 19 anni di età. Ci riferiamo a Quota 41.
La possibilità è aperta a determinate categorie di lavoratori:
- caregiver che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un familiare di 1° o 2° grado portatore di handicap grave;
- invalidi con una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%;
- addetti ai lavori usuranti, gravosi o notturni.
Uscire dal mondo del lavoro a 55 anni con Quota 41 è possibile, dunque, iniziando a lavorare in giovanissima età e magari aiutandosi con le maggiorazioni contributive che spettano ai lavoratori invalidi al 75%. Ma nel nostro caso, con 30 anni di contributi, non sarebbe possibile accedere a Quota 41.
Andare in pensione con 55 anni di età e 30 di contributi è possibile soltanto collegando il diritto alla pensione a una condizione di invalidità.
A 55 anni possono andare in pensione le donne lavoratrici dipendenti non vedenti (accesso a 51 anni), che hanno versato almeno 10 anni di contributi e hanno un’invalidità pensionabile, da non confondere con l’invalidità civile, almeno all’80%.
La pensione anticipata per invalidità civile, invece, inizia ad essere accessibile al compimento dei 56 anni (per le donne lavoratrici dipendenti invalide all’80%, con 15 anni di contributi maturati) e a 61 anni per gli uomini lavoratori dipendenti con un’invalidità dell’80% con 20 anni di contributi maturati.
Pensione con 55 anni e 30 di contributi: assegno o pensione di inabilità
In pensione con 55 anni di età e 30 di contributi è possibile andare richiedendo l’assegno ordinario di invalidità o la pensione di inabilità.
L’assegno ordinario di invalidità viene riconosciuto agli iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) dell’INPS o ad alcuni fondi sostitutivi, con un’invalidità minima riconosciuta del 67% e che hanno versato almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni di lavoro.
Chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità può continuare a lavorare, al contrario di chi percepisce la pensione ordinaria di inabilità, riconosciuta quando viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità di lavorare, a causa di infermità o problemi fisici o psichici.
In questo caso il beneficiario deve possedere almeno 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni di lavoro; un’invalidità civile superiore a 2/3 e un’inabilità permanente e assoluta, e deve aver cessato l’attività lavorativa.
Ma quanto si prende di pensione con 55 anni di età e 30 di contributi, per chi percepisce la pensione di inabilità? Ne parliamo nei prossimi paragrafi.

Quanto si prende di pensione con 55 anni e 30 di contributi?
L’importo dell’assegno è calcolato o con il sistema misto o con quello contributivo. In questo caso, 30 anni di contributi richiedono l’adozione del sistema misto, che tiene conto dei contributi versati entro il 1995 (sistema retributivo) e dei contributi versati dal 1996 (sistema contributivo).
Inoltre, l’anzianità contributiva maturata viene incrementata con il numero di settimane che dividono la decorrenza della pensione al compimento dei 60 anni, entro un limite massimo di 2080 contributi settimanali, ovvero 40 anni di contributi).
Quindi, un lavoratore dipendente ora inabile al lavoro, con 55 anni di età e 30 di contributi, vedrà la sua pensione di inabilità calcolata su 35 anni di contributi: i 30 regolarmente versati più altri 5 che gli mancano per arrivare ai 60 anni di età.
Se volessimo calcolare l’importo della pensione di inabilità di un lavoratore di 55 anni, con 30 anni (più 5) di contributi, potremmo dire che con una retribuzione lorda annua di 30.000 euro, tenendo conto del coefficiente di trasformazione fissato a 57 anni (per chi va in pensione con un’età inferiore) e quindi pari al 4,186%, un lavoratore inabile percepirà circa 17.000 euro lordi di pensione all’anno, circa 1.330 euro lordi al mese, poco più di 1.000 euro netti al mese.
Con una retribuzione inferiore (26.000 euro lordi all’anno), il nostro lavoratore dovrebbe riuscire a prendere circa 15.000 euro lordi di pensione all’anno, circa 1.150 euro lordi al mese, pari a 900 euro netti al mese.
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