IMU e TARI scontate, basta scegliere l’accredito diretto sul conto corrente. Lo sconto è del 5% e può arrivare a un massimo di 1.000 euro sul pagamento dei tributi locali. La norma è prevista dall’articolo 30 della bozza del decreto legislativo sulla riforma fiscale. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
IMU e TARI scontate, come funziona
Per facilitare il pagamento all’Erario, è stato ampliato il sistema di pagamento, permettendo ai contribuenti di utilizzare il rapporto interbancario diretto (Rid) o altri metodi di pagamento elettronico. Scegliendo l’opzione dell’addebito diretto, il contribuente può beneficiare di un sconto del 5%, fino a un massimo di mille euro.
A proposito di sconti, sono già previste esenzioni e sconti per la tassa.
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Autonomia dei Comuni sulle sanatorie
L’articolo 3 della bozza del decreto permette ai Comuni di decidere autonomamente su eventuali sanatorie di cartelle e multe, ma con dei limiti ben precisi per i sindaci.
A proposito, ricorda che dal 2024 cambiano le aliquote IMU, vediamo dove si pagherà di più.
Limiti e condizioni
- Deve esserci una necessità “straordinaria”
- Le sanatorie devono essere “limitate a casi eccezionali”
- Non possono prevedere la cancellazione totale del credito dell’ente
Questo significa che le cartelle non possono essere cancellate senza alcun pagamento. Un esempio pratico è la Legge di Bilancio 2023 che prevedeva la cancellazione automatica di tutti i debiti fino a 1.000 euro risultanti dai singoli carichi affidati ad Agenzia delle entrate-Riscossione, dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
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Obiettivi della riforma
L’obiettivo principale del viceministro Leo è quello di trasformare il fisco in un alleato, un supporto per imprese e cittadini che adempiono ai loro obblighi tributari. Tutto è orientato verso una logica di collaborazione, premiando chi è in regola con le proprie responsabilità fiscali.
Su questo punto può essere interessante sapere come cambiano le tasse con la riforma fiscale.
Chi può beneficiare di IMU e TARI scontate
Se ti stai chiedendo chi può godere di queste agevolazioni, la risposta è semplice. Tutti coloro che scelgono l’opzione dell’accredito diretto possono beneficiare dello sconto del 5%.
Benefici per chi
- Chi sceglie l’accredito diretto
- Contribuenti che adempiono ai loro obblighi tributari
- Chi compie tempestivamente il proprio dovere fiscale
Autonomia dei Comuni sulle sanatorie
Il potere decisionale viene spostato più vicino ai cittadini. L’articolo 3 della bozza concede ai Comuni l’autorità di decidere in autonomia sulle eventuali sanatorie di cartelle e multe. Questo rappresenta un passo avanti nella personalizzazione della gestione fiscale. Tuttavia, ci sono alcune restrizioni.
I Comuni, per esempio, dovranno assicurarsi che ci siano “esigenze straordinarie” per non compromettere l’ordinaria attività di riscossione. Inoltre, le sanatorie dovranno essere limitate e ben definite nel tempo, e non potranno mai cancellare completamente un debito.
Punti chiave
- Maggiore autonomia ai Comuni.
- Limiti ben definiti per garantire la corretta riscossione.
- No alla cancellazione totale dei debiti.
Cosa prevedono le semplificazioni
La riforma fiscale non mira solo a introdurre nuove regole, ma anche a rendere le esistenti più semplici e chiare. Se un contribuente non è in regola con il versamento dei tributi, potrebbe avere problemi nel rinnovo di licenze o concessioni. Questa misura mira a incoraggiare la puntualità e la regolarità nei pagamenti.
Viene inoltre introdotta una semplificazione per i tributi regionali, come il bollo auto. L’obiettivo è chiaro: meno burocrazia, più efficienza.
Dettaglio semplificazioni
- Rinnovo di licenze e concessioni: legate al pagamento regolare dei tributi.
- Semplificazioni anche per tributi regionali.
- Meno burocrazia e maggior efficienza nella gestione fiscale.
Che cos’è l’IMU?
IMU, o Imposta Municipale Unica, è una tassa che riguarda la proprietà o il possesso di un bene immobile. L’IMU è una delle tasse locali che i comuni usano per finanziarsi. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni e sconti.
Verifica cosa succede se non si paga l’IMU.
Le origini della IMU
L’IMU ha avuto origine dal Decreto Legge del 6 dicembre 2011, n.201. Da allora, è stata soggetta a diverse modifiche. La legge di Stabilità 2014, per esempio, ha eliminato l’IMU sulla maggior parte delle prime case.
Chi paga l’IMU?
L’IMU è dovuta da chi possiede:
- Fabbricati – case, edifici, garage.
- Aree fabbricabili – terreni su cui si può costruire.
- Terreni agricoli – terreni utilizzati per l’agricoltura, ma ci sono delle eccezioni.
Se possiedi una di queste proprietà, probabilmente dovrai pagare l’IMU. Ma ci sono delle eccezioni, come per la “prima casa”.
Cosa si intende per “prima casa”?
La “prima casa” è l’immobile in cui vivi e dove hai la tua residenza anagrafica. Non è la casa delle vacanze o una seconda casa che affitti ad altri. C’è anche una differenza tra IMU prima casa e abitazione principale.
Ecco come identificare una “prima casa”:
- L’immobile dove vivi abitualmente.
- L’immobile dove hai la residenza anagrafica.
- Non sono considerate “prima casa” le abitazioni di lusso, ovvero quelle categorizzate come A/1, A/8, e A/9.
Chi è esente dal pagamento dell’IMU?
Alcune delle esenzioni includono:
- La tua abitazione principale (a meno che non sia una casa di lusso).
- Abitazioni sociali.
- Terreni agricoli in alcune aree o posseduti da coltivatori diretti.
- Personale delle Forze Armate e di Polizia per la loro abitazione principale.
- Cittadini italiani non residenti ma iscritti all’AIRE per la loro unica proprietà in Italia.
Cos’è la TARI?
Dopo l’IMU, c’è un’altra tassa locale importante: la TARI. Si tratta di una tassa comunale che riguarda i rifiuti. Questa tassa è stata creata per gestire i costi legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti nel tuo comune.
La TARI non è nata da poco. È stata introdotta per la prima volta con la Legge di stabilità 2014. Questa legge ha sostituito altre tasse, come la TARSU e la TARES, rendendo tutto più semplice.
E chi deve pagarla? La TARI è dovuta da chiunque abbia locali o aree che producono rifiuti. Questo significa che, se hai una casa o un’area, probabilmente dovrai pagare questa tassa.
Per la Tari è anche possibile pagare di meno.
Chi deve pagare la TARI?
Ecco chi deve pagare:
- Il proprietario dell’immobile, se lo occupa.
- L’affittuario, se ha un contratto di almeno 6 mesi. Se il contratto dura meno, il pagamento spetta al proprietario.
In questo post puoi vedere come funziona la Tari per non residenti.
Esclusioni dalla TARI
Ma c’è anche chi non deve pagare! Sono esenti:
- Le aree scoperte che sono vicine alle case.
- Le aree comuni dei palazzi, come scale e atrii.
- Gli immobili disabitati e senza contratti di luce, gas e acqua.

FAQ (Domande e risposte)
Come ottenere lo sconto su IMU e TARI?
Per ottenere uno sconto su IMU e TARI, è sufficiente scegliere l’opzione dell’accredito diretto sul conto corrente. Questa modalità consente un pagamento immediato, motivo per cui viene incentivata.
Qual è lo sconto massimo possibile su IMU e TARI?
Lo sconto sull’IMU e sulla TARI per chi opta per l’accredito diretto è del 5%. Questo sconto può tuttavia raggiungere un valore massimo di 1.000 euro sul pagamento dei tributi locali.
In che modo l’accredito diretto influisce su IMU e TARI?
L’accredito diretto offre un vantaggio sia per l’Erario sia per il contribuente. Dal punto di vista del sistema fiscale, l’accredito diretto assicura una forma di pagamento tempestiva e automatica, riducendo i ritardi o le mancate riscossioni. Per il contribuente, scegliendo questa modalità, si ha la possibilità di beneficiare di uno sconto sul totale dovuto, il che rappresenta un evidente incentivo economico.
Qual è l’obiettivo dell’articolo 30 sulla riforma fiscale?
L’articolo 30 della bozza del decreto legislativo sulla riforma fiscale prevede la promozione dell’accredito diretto come modalità di pagamento, offrendo un sconto ai contribuenti come forma di incentivazione. La norma rientra in una logica di semplificazione e di incoraggiamento a compiere tempestivamente il proprio dovere fiscale.
Cosa permette la bozza del decreto ai Comuni riguardo sanatorie?
La bozza del decreto, nell’articolo 3 dedicato alle «definizioni agevolate», concede ai Comuni la facoltà di decidere autonomamente su eventuali sanatorie di cartelle e multe relative ai tributi locali. Questo potere però non è illimitato: i Comuni devono rispettare alcuni paletti, come la presenza di «esigenze straordinarie», e le sanatorie dovranno riguardare solamente «casi eccezionali». Inoltre, le sanatorie dovranno avere una durata temporale definita e non potranno mai comportare la cancellazione totale del debito dell’ente.
Come la TARI è stata introdotta nella Legge di stabilità 2014?
La TARI (Tassa sui Rifiuti) è stata introdotta dalla Legge di stabilità per l’anno 2014. Questa tassa è stata creata con l’obiettivo di gestire i costi legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti a livello comunale. La TARI ha sostituito precedenti imposte come la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale), la TARSU (Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani) e la TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi). Con l’introduzione della TARI, il sistema di gestione delle risorse destinate ai rifiuti è stato semplificato.
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