Imu prima casa e abitazione principale: spesso si fa confusione tra queste due definizioni, ma ai fini fiscali si tratta di due termini che non sono certo sinonimi. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Imu prima casa e abitazione principale: agevolazioni
- Imu prima casa e abitazione principale: condizioni
- Imu prima casa e abitazione principale: differenze
- Imu prima casa e abitazione principale: conclusioni
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È l’uso dell’abitazione che è fondamentale e determina l’eventuale esenzione dal pagamento dell’Imu. E qui entra in gioco un’altra definizione che ritorna spesso: la dimora abituale.
La legge, rispetto all’uso che si fa della prima casa e dell’abitazione principale, prevede requisiti e regole differenti. E quindi anche l’accesso a determinate agevolazioni fiscali.
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Cerchiamo di fare chiarezza.
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Imu prima casa e abitazione principale: agevolazioni
Per quanto riguarda la prima casa, la legge stabilisce delle precise caratteristiche per poter rientrare nelle agevolazioni fiscali, che sono queste:
- in caso di acquisto da un privato, l’imposta di registro del 2%, anziché del 9%, sul valore catastale dell’immobile, e le imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 50 euro;
- in caso di acquisto da un’impresa, un’imposta sul valore aggiunto, calcolata sul prezzo della cessione, pari al 4% invece che al 10% e imposte di registro, catastale e ipotecaria nella misura fissa di 200 euro ciascuna.
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Imu prima casa e abitazione principale: condizioni
Ma per accedere a queste agevolazioni (e quindi come spiegheremo per l’Imu), e quindi per poter definire l’abitazione una “prima casa”, è necessario rientrare in queste precise caratteristiche:
- l’immobile deve trovarsi nel territorio del comune in cui chi lo compra ha stabilito o intende farlo entro diciotto mesi dall’acquisto la propria residenza. La dichiarazione di voler stabilire la residenza nel comune dell’immobile acquistato deve comunque essere comunicata già nell’atto di acquisto;
- nell’atto di acquisto l’acquirente deve inoltre dichiarare di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di un’altra casa nel territorio del comune in cui è situato l’immobile da acquistare;
- nell’atto di acquisto l’acquirente deve anche dichiarare di non essere titolare, neppure per quote, e anche in regime di comunione legale, su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione già acquistate dallo stesso soggetto o dal coniuge con agevolazione prima casa.
Facciamola breve: per avere accesso a dei benefici la legge richiede in modo esplicito che nell’abitazione il soggetto deve stabilire la propria residenza.
Imu prima casa e abitazione principale: differenze
Arriviamo ora al dunque, ovvero l’Imu. La differenza è diventata di rilevante importanza rispetto a questa imposta quando ci troviamo di fronte a due coniugi che sono titolari e residenti in immobili diversi. Una scelta che spesso è stata fatta proprio per evitare di pagare l’Imu.
E quindi, per avere accesso all’esenzione Imu, la legge prevede che l’immobile “agevolato” sia quello adibito ad abitazione principale.
In pratica: non serve dichiarare che lì si è stabilita la residenza, ma è necessario dimostrare che quell’appartamento è anche la dimora abituale. Sia cioè l’abitazione principale.
Imu prima casa e abitazione principale: definizione
Questa è la definizione di abitazione principale contenuta nella Legge di Bilancio 2020:
«Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente».
Poi si specifica:
«Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile».
E infine:
«Per pertinenze dell’abitazione principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo».
Questa definizione è inserita anche nell’articolo 10 comma 3 bis del Tuir, che infatti impone, per ottenere l’esenzione dal pagamento dell’Imu, la necessità di utilizzare l’immobile come dimora abituale. Questo requisito non era richiesta nel vecchio decreto del Presidente della Repubblica, il numero 131 del 1986.

Imu prima casa e abitazione principale: conclusioni
In pratica, quindi, un cittadino può possedere un solo immobile destinato ad abitazione (prima casa), ma non necessariamente questa debba coincidere con la residenza anagrafica o la dimora abituale, che può essere altrove (vive in un altro appartamento).
E invece, al contrario, un cittadino può essere proprietario di 3 o più immobili, ma solo uno può essere definito abitazione principale, perché è quello destinato a dimora abituale del suo nucleo familiare.
Ora, il presupposto delle Imu è questo (articolo 1, comma 740, legge numero 160 del 2019): deve pagarla chi è proprietario di immobili con esclusione dell’abitazione principale.
Abitazione principale, dunque, non prima casa.
Il che significa anche che l’immobile acquistato con le agevolazioni prima casa non è in automatico esente dal pagamento dell’Imu. Infatti l’esenzione si applica quando la prima casa diventa anche l’abitazione principale. E quindi quando il proprietario trasferisce lì la residenza anagrafica e la dimora abituale.
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