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In pensione 5 anni prima nel 2023: chi saluterà il lavoro

In pensione 5 anni prima nel 2023: chi potrà andarci? Ecco tutte le soluzioni possibili.

di Carmine Roca

Dicembre 2022

Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023? Ecco chi saluterà il lavoro nel nuovo anno (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023? Quota 103

Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023? Con l’arrivo di Quota 103 si allarga la platea di pensioni anticipate previste dal nostro ordinamento.

Per 5 anni prima intendiamo andare in pensione a 62 anni, rispetto ai 67 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia, con 20 anni di contributi versati.

Lo permette Quota 103, che dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore e consentirà a lavoratori e lavoratrici con 62 anni di età e 41 di contributi, di andare in pensione 5 anni prima.

Per godere di questa formula è necessario maturare un assegno pensionistico non superiore a 5 volte il trattamento minimo. Da rispettare anche le finestre mobili di 3 mesi per i lavoratori privati e di 6 mesi per i dipendenti pubblici.

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Ma Quota 103 non è l’unica possibilità per andare in pensione con 5 anni di anticipo nel 2023. Nei prossimi paragrafi vedremo insieme perché.

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Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023? Quota 41 e pensione anticipata

Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023? Abbiamo visto che dal prossimo anno, Quota 103 consentirà la pensione anticipata a chi ha compiuto 62 anni di età e maturato 41 anni di contributi.

Ma non è l’unico modo per anticipare la pensione. Nel 2023 rimarranno in vigore due opzioni previdenziali anticipate: la pensione anticipata ordinaria e Quota 41 per lavoratori precoci.

Con la pensione anticipata ordinaria, al maturare dei 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini) e dei 41 anni e 10 mesi di contributi (donne), a prescindere dall’età anagrafica, quindi anche a 62 anni, sarà consentito uscire 5 anni prima dal mondo del lavoro.

Stesso discorso per Quota 41 per lavoratori precoci, accessibile con 41 anni di contributi, di cui almeno uno versato prima dei 19 anni di età. Significa che, chi ha avuto una carriera senza interruzioni, iniziata a 18 anni, già a 59 anni può andare in pensione con Quota 41.

La misura, però, è accessibile soltanto a determinate categorie di lavoratori: disoccupati, caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave, invalidi con una percentuale di invalidità dal 74% e lavoratori impiegati in mansioni gravose.

Nelle intenzioni della Lega c’è la possibilità di estendere Quota 41 a tutti i lavoratori, entro la fine della legislatura: i costi sono piuttosto elevati (circa 5 miliardi di euro l’anno), ma l’entrata in vigore di Quota 103 rappresenta un sostanziale passo in avanti verso l’introduzione di Quota 41 per tutti.

Non va dimenticato che, ai lavoratori dipendenti impiegati in lavori notturni e usuranti è consentito andare in pensione a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi versati.

In pensione 5 anni prima nel 2023
In pensione 5 anni prima nel 2023: chi potrà andarci?

Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023: altre soluzioni

Chi potrà andare in pensione 5 anni prima nel 2023? Esistono un altro paio di soluzioni per poter uscire prima dal mondo del lavoro.

Parliamo del contratto di espansione e dell’assegno straordinario. Il contratto di espansione è stato introdotto, in via sperimentale, nel 2019 e poi reso strutturale.

Si tratta di un ammortizzatore sociale per le grandi imprese che hanno intenzione di reindustrializzare e riorganizzare il proprio parco dipendenti.

Il contratto di espansione consente di andare in pensione a chi entro 5 anni maturerà l’anzianità contributiva necessaria per la pensione o il requisito anagrafico, quindi 62 anni.

L’assegno straordinario, invece, è riferito alle aziende che aderiscono ai fondi bilaterali e bilaterali alternativi.

Si tratta di un sostegno al reddito erogato al lavoratore dipendente dal proprio datore di lavoro. Uno scivolo pensionistico, un incentivo all’esodo dei dipendenti.

Anche in questo caso, può essere sfruttato entro un massimo di 5 anni dalla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

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