Come andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023? Ci sono diverse possibilità, andiamole a vedere (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Come andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023? La tabella
- In pensione prima dei 67 anni nel 2023: pensione anticipata
- In pensione prima dei 67 anni nel 2023: le quote
- In pensione prima dei 67 anni nel 2023: categorie fragili e lavori usuranti
- In pensione prima dei 67 anni nel 2023: Isopensione e contratto di espansione
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Come andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023? La tabella
Ci sono diverse possibilità per andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023. Vediamole insieme in questa tabella:
MISURE PREVIDENZIALI | REQUISITI |
Pensione anticipata ordinaria | 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini); 41 anni e 10 mesi di contributi (donne) |
Pensione anticipata contributiva | 64 anni di età e 20 anni di contributi (importo assegno pari a 2,8 volte l’assegno sociale) |
Quota 100 | 62 anni di età e 38 di contributi (requisiti maturati entro il 31 dicembre 2021) |
Quota 102 | 64 anni di età e 38 di contributi (requisiti maturati entro il 31 dicembre 2022) |
Quota 103 | 62 anni di età e 41 di contributi |
Ape Sociale | 63 anni di età, appartenenti a determinate categorie, dai 30 ai 36 anni di contributi versati |
Opzione Donna | 35 anni di contributi versati, appartenenti a determinate categorie, 60 anni di età (59 anni con un figlio; 58 anni con due o più figli) |
Quota 41 per lavoratori precoci | 41 anni di contributi, di cui uno prima dei 19 anni di età, appartenenti a determinate categorie |
Pensione anticipata per lavori usuranti | Sistema di quote, minimo 35 anni di contributi e 61,7 anni di età |
Isopensione | Dipendenti grandi aziende, uscita 7 anni prima dell’età pensionabile |
Contratto di espansione | Riorganizzazione delle imprese, uscita 5 anni prima dell’età pensionabile |
Rispetto al 2022, l’unica vera novità è rappresentata da Quota 103, introdotta dal governo Meloni in sostituzione di Quota 102.
Ha, invece, subito un restyling complicato e contestato Opzione Donna, più selettivo e con minori possibilità di uscita.
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In pensione prima dei 67 anni nel 2023: pensione anticipata
Abbiamo visto che esistono diversi modi per andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023.
Il primo è la pensione anticipata ordinaria, la famosa legge Fornero tanto odiata. Questa misura previdenziale è accessibile rispettando il solo requisito contributivo, a prescindere dall’età anagrafica.
Possono accedervi gli uomini con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi versati e le donne con 41 anni e 10 mesi di contributi versati.
Non essendoci limiti di età da rispettare, già a 60-61 anni è possibile uscire dal mondo del lavoro se in possesso dell’anzianità contributiva prevista dalla legge (questi requisiti rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2026).
Alla pensione anticipata ordinaria si aggiunge la pensione anticipata contributiva, dedicata a coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1996 in poi.
Questa misura è accessibile al compimento dei 64 anni, con 20 anni di contributi versati (tutti dal 1996), soltanto se l’importo dell’assegno maturato sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale (1.409,16 euro, nel 2023).
In pensione prima dei 67 anni nel 2023: le quote
Negli ultimi anni, a partire dal governo 5 Stelle-Lega, passando per l’interregno Mario Draghi per arrivare al governo Meloni, sono state introdotte tre misure previdenziali anticipate con il sistema delle quote.
Parliamo di Quota 100, accessibile a coloro che hanno compiuto 62 anni di età e versato 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021; di Quota 102, che può essere richiesta da chi ha compiuto 64 anni e versato 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022, e della neonata Quota 103.
Quota 103 è un “antipasto” di Quota 41 per tutti, che la Lega spera di introdurre prima della fine di questa legislatura (si sta pensando a un rinnovo per il 2024). Con Quota 103 è possibile andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati.
A questa opzione sono legate penalizzazioni e bonus. La penalizzazione è applicata sull’assegno mensile, che non può essere superiore a 5 volte il trattamento minimo – 2.840 euro lordi – fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Con il Bonus Maroni, invece, il lavoratore o la lavoratrice che ha maturato i requisiti richiesti, tramite domanda, può scegliere di continuare a lavorare, rinunciando al versamento dei contributi (9,19% al mese), ottenendo in cambio uno stipendio netto più elevato, senza perdere soldi sulla pensione futura.
Come per Quota 100 e per Quota 102, anche con Quota 103 non si può svolgere un’attività lavorativa da dipendente o da lavoratore autonomo. L’unica eccezione è la possibilità di svolgere un lavoro occasionale, con un guadagno annuale non superiore ai 5.000 euro lordi.
In pensione prima dei 67 anni nel 2023: categorie fragili e lavori usuranti
Procediamo con il nostro viaggio con altre quattro soluzioni previdenziali anticipate: l’Ape Sociale, Quota 41 per lavoratori precoci, Opzione Donna e la pensione anticipata per lavori usuranti.
L’Ape Sociale è stata rinnovata anche per il 2023 (tieni d’occhio la scadenza del 31 marzo per presentare domanda).
Sono rimasti invariati i requisiti per accedervi: 63 anni di età e un’anzianità contributiva compresa tra i 30 e i 36 anni.
Possono andare in pensione con l’Ape Sociale:
- i disoccupati, con almeno 30 anni di contributi versati;
- i caregiver che, da almeno 6 mesi, assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave entro il secondo grado di parentela, con 30 anni di contributi versati;
- gli invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%, con 30 anni di contributi versati;
- i lavoratori edili, i ceramisti e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta, con 32 anni di contributi versati;
- i lavoratori impiegati in mansioni gravose, con almeno 36 anni di contributi versati.
L’Ape Sociale è un anticipo pensionistico, che accompagna il lavoratore o la lavoratrice fino all’età pensionabile. L’assegno ha un importo mensile non superiore a 1.500 euro lordi ed è calcolato sul valore della pensione maturata al momento in cui è stata presentata la domanda.
Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi versati, di cui uno prima dei 19 anni) è dedicata alle stesse categorie dell’Ape Sociale:
- disoccupati;
- caregiver;
- invalidi;
- impiegati in mansioni gravose da almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di vita o da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di vita;
- lavoratori dipendenti impiegati in mansioni usuranti o in lavori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.
Anche Opzione Donna si è trasformata in una misura dedicata alle categorie fragili, in questo caso alle donne licenziate o dipendenti di aziende in crisi economica, alle caregiver e alle donne invalide al 74%.
È possibile accedervi con 35 anni di contributi versati e con 60 anni di età, che diventano 59, se la lavoratrice ha un figlio, o 58 anni, se la lavoratrice ha due o più figli.
La misura così come è diventata non piace e il governo Meloni potrebbe fare un mezzo passo indietro per il 2024, cancellando il criterio figli, lasciando invariato il requisito contributivo, modificando quello anagrafico: 59 anni, che diventano 58 anni per chi rientra nelle categorie fragili sopra elencate.
Infine abbiamo la pensione anticipata per lavori usuranti, quelle particolari professioni svolte in contesti difficili, ad alte o bassissime temperature, in gallerie, cave, sottoterra o ad altezze elevate.
Si procede per quote, da un minimo di 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi. Se vuoi saperne di più leggi questo approfondimento.

In pensione prima dei 67 anni nel 2023: Isopensione e contratto di espansione
Concludiamo il nostro viaggio su come andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023, con l’Isopensione e il contratto di espansione.
L’Isopensione è accessibile ai dipendenti di grandi aziende (più di 15 dipendenti), interessate ad anticipare la pensione di una parte del personale, se raggiungeranno i requisiti per la pensione di vecchiaia nei 7 anni successivi.
È necessario che sia stato sottoscritto un accordo di esodo con le organizzazioni sindacali più rappresentative. Al datore di lavoro tocca versare l’assegno pensionistico e i contributi fino a quando il lavoratore non compirà l’età per la pensione di vecchiaia.
Il contratto di espansione prevede, invece, un regime di aiuto per la riorganizzazione delle imprese tramite accordo con le rappresentanze sindacale.
Questa misura comprende una cassa integrazione straordinaria e un esodo anticipato del lavoratore 5 anni prima della pensione di vecchiaia, con assegno ponte a carico del datore di lavoro. Può essere richiesto dalle aziende con almeno 50 dipendenti.
Abbiamo visto come andare in pensione prima dei 67 anni nel 2023. Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sulle pensioni:
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