Ecco perché l’aria non risulta così inquinata il giorno dopo il devastante incendio della fabbrica Ics di Pianodardine. Lo hanno spiegato i tecnici dell’Arpac.
“Per tutta la giornata di ieri – sostengono – e nelle ore notturne di oggi, la bassa troposfera è stata caratterizzata da aria instabile, con venti moderati. Queste condizioni si sono aggiunte all’elevato calore, con aumento di temperature dell’aria, causato dall’incendio. Il tutto ha favorito la dispersione verso l’alto e quindi la diluizione in un enorme volume di aria dell’inquinamento che si è originato”.
Spiegazione tecnica, ma comprensibile. E comunque, semplificando: la nuvola si è dispersa in poche ore. Una fortuna, anche in considerazione della natura orografica della città, che tende invece a far stagnare e a lungo l’aria. Sarebbe stato un bel guaio. (Di seguito un sommario con i link di tutti i nostri approfondimenti sull’incendio di Pianodardine)
- Diretta video dal luogo dell’incendio
- Domani 15 settembre incontro per decidere sulle scuole chiuse
- Il rap sull’incendio in fabbrica
- “Ho visto il nuvolone nero, poi l’incendio”
- I dati Arpac dopo l’incendio e il commento di Franco Mazza
- Il punto del referente Arpac
- Le immagini dopo l’inferno
- Il video all’interno della fabbrica in fiamme
- De Luca ringrazia i vigili del fuoco
- Avellino ha paura
- I vigili del fuoco: lì dentro si lavorava plastica
- Le immagini impressionanti delle fiamme dal drone
- “Sono passato di lì, una tragedia”
- Incendio in fabbrica: ecco quali scuole sono chiuse
- Esplosione fabbrica, come chiedere i risarcimenti
- Festa: le dichiarazioni sull’incendio
Incendio in fabbrica a Pianodardine: i dati Arpac
Ma come si è mossa l’Arpac in queste ore convulse? I tecnici hanno subito avviato il monitoraggio della zona interessata dall’incendio. Durerà altre 24 ore, e riguarda in particolare le sostanze organiche volatili presenti nell’aria. Sono state attivate altre centraline. E un laboratorio mobile all’altezza della Città ospedaliera per misurare i valori di concentrazione degli inquinanti.
Ad Avellino sono sempre attive due postazioni fisse, in via Piave e via D’Agostino (fanno parte della rete regionale, con aggiornamenti ogni ora). Sono state riscontrare, dopo l’incendio, concentrazioni – non preoccupanti – di idrogeno solforato, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, toluene. Tutte registrate con una strumentazione analitica. Non hanno superato i limiti imposti dalla legge le presenze di Pm10 e Pm2,5 nell’aria (polveri sottili).
Avellino, rogo Ics: i rilievi delle centraline Arpac
Anche i dati acquisiti dalle stazioni fisse il 13 e 14 settembre non mostrano superamenti dei limiti di legge. I valori orari di Pm10 raggiungono al massimo 38 microgrammi al metro cubo a fronte di un limite giornaliero di 50.
Per i risultati sui campionamenti effettuati sarà necessario attendere le determinazioni di laboratorio dei filtri, forse saranno pronti nella giornata di domani. Quando si conoscerà anche il dato sull’eventuale presenza di diossina. Nell’aria e nei terreni che circondano la fabbrica incendiata.
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