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Indennità di accompagnamento per malati psichici

Indennità di accompagnamento per malati psichici: vediamo se chi ha disturbi mentali ed è capace di deambulare o di svolgere gli atti quotidiani ha diritto all'indennità.

di The Wam

Febbraio 2022

Indennità di accompagnamento per malati psichici. Ci occupiamo in questo articolo dei diritti che hanno i pazienti affetti da problemi psichici. E su un aspetto in particolare: la possibilità di avere accesso all’indennità di accompagnamento. (Scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La questione non è semplice. Anche perché l’indennità di accompagnamento viene riconosciuta solo ai pazienti che non riescono a deambulare senza il sostegno di una persona o non sono capaci di compiere gli atti della vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, mangiare).

Indennità di accompagnamento per malati psichici: c’è il diritto?

Il punto centrale della discussione è questo: un paziente con deficit psichico potrebbe essere in grado sia di camminare, sia di svolgere gli “atti quotidiani della vita”, e non avrebbe quindi diritto all’accompagnamento.

Ma è pur vero che quel paziente, in molti casi, ha bisogno di una assistenza costante. E allora? Ha diritto a ricevere l’indennità di accompagnamento?

Vediamo nel dettaglio come funziona l’indennità che chi soffre di disturbi mentali e cosa dice la legge.

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Indennità di accompagnamento per malati psichici: le condizioni

L’accompagnamento è disciplinato da una legge diversa rispetto a quella dell’invalidità civile. Proprio perché non basta essere riconosciuti invalidi (anche al 100%), per avere accesso all’indennità.

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Come accennato sono necessarie anche altre condizioni:

Indennità di accompagnamento per malati psichici: il dettaglio

Per essere ancora più precisi, la persona con disabilità grave, non deve essere capace (tra l’altro) di:

Tutte le tabelle per l’invalidità civile suddivise per patologie con relative percentuali

Indennità di accompagnamento per malati psichici: Cassazione

Le persone che soffrono di disturbi psichici possono compiere molte di queste attività, oltre ad avere la capacità di deambulare da soli. Una rigida lettura dei requisiti richiesti per avere accesso ai benefici previsti con l’indennità di accompagnamento escluderebbe quindi i malati psichici.

Ma la Cassazione (sentenza a numero 667 del 2002) ha definitivamente chiarito questo aspetto (e altre pronunce si era susseguite anche in passato).

«L’indennità di accompagnamento – scrive l’Alta Corte – va riconosciuta anche in favore di coloro i quali, pur essendo materialmente capaci di compiere gli atti elementari della vita quotidiana (quali nutrirsi, vestirsi, provvedere alla pulizia personale, assumere con corretta posologia le medicine prescritte) necessitino della presenza costante di un accompagnatore in quanto, in ragione di gravi disturbi della sfera intellettiva, cognitiva o volitiva dovuti a forme avanzate di gravi stati patologici, o a gravi carenze intellettive, non siano in grado di determinarsi autonomamente al compimento di tali atti nei tempi dovuti e con modi appropriati per salvaguardare la propria salute e la propria dignità personale senza porre in pericolo sé o gli altri».

Molto chiaro.

Elenco delle agevolazioni previste in base alla percentuale di invalidità riconosciuta

Indennità di accompagnamento per malati psichici: altre pronunce

E quindi, per la Cassazione, l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita per avere il diritto all’indennità di accompagnamento, «non deve intendersi solo in senso fisico, ma anche come capacità di intenderne il significato, la portata, l’importanza anche ai fini della salvaguardia della propria condizione psicofisica».

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