Indennità di accompagnamento: quali sono i criteri valutati dall’INPS per assegnare la prestazione economica a chi ne fa richiesta? Vediamolo insieme in questo approfondimento (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indennità di accompagnamento: a chi spetta
L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica di tipo assistenziale che viene erogata dall’INPS in 12 mensilità da 529,94 euro, a prescindere dall’età e dal reddito personale del richiedente.
Per beneficiarne è richiesto almeno uno di questi requisiti:
- essere impossibilitato a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
- non essere in grado di effettuare atti quotidiani della vita senza assistenza continua.
Nel caso in cui la persona invalida, anche in presenza di un’invalidità totale e permanente, non dovesse rispettare almeno uno di questi due requisiti, l’INPS respingerà la domanda per l’indennità di accompagnamento.
Nei prossimi paragrafi entreremo nel dettaglio dei criteri richiesti dall’istituto in termini di deambulazione e di atti quotidiani della vita.
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Indennità di accompagnamento: deambulazione
Quando la persona invalida ha un grave impedimento alla deambulazione e non può muoversi senza l’aiuto di un accompagnatore, allora ha diritto all’indennità di accompagnamento.
L’INPS, però, tiene a precisare che “presidi ortopedici e protesici che rendano il soggetto autonomo nella deambulazione escludono il diritto all’indennità. Il requisito della permanenza implica la sussistenza di menomazioni anatomo-funzionali irreversibili e immodificabili da qualsiasi presidio”.
Le linee guida dell’INPS, quindi, escludono dalla concessione della prestazione economica le persone disabili che riescono a muovere pochi passi o utilizzano ausili e tutori per deambulare, seppure a fatica e lentamente.
Indennità di accompagnamento: atti quotidiani della vita
Per quanto concerne gli atti quotidiani della vita, è necessario distinguere gli atti elementari dagli atti strumentali.
Per atti elementari ci riferiamo a:
- vestirsi (escluso l’allacciarsi le scarpe);
- mangiare (escluso il tagliare la carne);
- fare il bagno (essere assistiti nella pulizia di non più di una parte del corpo);
- usare il gabinetto (andarci senza usare ausili, pulirsi e rivestirsi da solo);
- mobilità (alzarsi e sedersi senza usare il bastone);
- continenza (controllare completamente la fuoriuscita di feci e urina).
Gli atti strumentali, invece, sono:
- fare acquisti;
- preparare da mangiare;
- pulire casa;
- usare mezzi di trasporto;
- assumere responsabilmente farmaci;
- maneggiare e utilizzare il denaro;
- usare il telefono.
L’INPS si è pronunciata anche su questo punto spiegando che gli atti quotidiani della vita “vanno intesi come quel complesso di attività che assicurano un livello basale di autonomia personale in un ambito per lo più intradomiciliare. Il prendere in considerazione le attività extradomiciliari, in ambienti complessi come le moderne metropoli, porterebbe, infatti, ad una valutazione talmente estensiva da superare l’ambito medico legale”.
Di conseguenza gli atti della vita quotidiana da prendere in esame sono quelli elementari, come lavarsi, vestirsi e mangiare, mentre tutto ciò che avviene fuori dalla propria abitazione, tipo prendere un mezzo pubblico, chiedere un’informazione, sapersi orientare, ai fini valutativi per l’indennità di accompagnamento non hanno alcuna rilevanza.
Inoltre, l’INPS spiega che “il dettato legislativo prevede la necessita di una assistenza continuativa da parte di terzi per il concretizzarsi del requisito medico legale; si intende che la dizione “continuativa” rimanda ad una assistenza che si esplica nell’arco della intera giornata e non solo in saltuari momenti”.
Indennità di accompagnamento: valutazione autonomia
Abbiamo visto come gli atti della vita quotidiana sono suddivisi in elementari e strumentali (l’INPS li ha definiti ADL – Activities of Daily Living e IADL – Instrumental Activities of Daily Living). E abbiamo anche visto che, per valutare il diritto all’indennità di accompagnamento, si tiene conto soltanto delle attività elementari.
La Scala di Barthle e la Scala di Katz sono gli strumenti che valutano e quantificano l’autonomia delle azioni elementari di un essere umano.
Quindi, per concludere, chi è affetto da una disabilità intellettiva ed è incapace a uscire di casa, a prendere un autobus o a fare compere senza assistenza (atti strumentali) potrebbe vedersi respingere la domanda per l’accompagnamento, se dovesse raggiungere un punteggio alto nel caso in cui sapesse vestirsi, mangiare o lavarsi autonomamente.

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