Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: ci sarà una nuova maxi-rivalutazione? Ecco come cambierebbero gli importi (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: un’altra maxi-rivalutazione?
- Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: come si calcola la rivalutazione?
- Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: esempi nuovi importi
- Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: attenzione ai conguagli!
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Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: un’altra maxi-rivalutazione?
Tra gennaio e febbraio 2023, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un’inflazione tra il 9,1 e il 10%.
Seppure con un leggero rallentamento accusato il mese scorso, l’inflazione continua a galoppare e di questo passo la possibilità di una nuova maxi-rivalutazione degli importi è piuttosto concreta.
A quanto ammonterebbe l’aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024? Se l’andamento dovesse rimanere lo stesso, tra il 9 e il 10% di inflazione, potremmo avere tra i 90 e 100 euro di aumenti sulle pensioni da 1.000 euro al mese, sui 135 e i 150 euro di aumenti sugli assegni da 1.500 euro al mese; sui 180 e i 200 euro sulle pensioni da 2.000 euro al mese.
Ricordiamo che, in aggiunta all’aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024, dal 1° gennaio del prossimo anno spetta pure un conguaglio dello 0,8% calcolato su tutte le 13 mensilità del 2022.
Il conguaglio si riferisce alla differenza (0,8%) tra la rivalutazione effettiva (8,1%) e la rivalutazione provvisoria (7,3%) utilizzata per ricalcolare le pensioni nel 2023. Di conseguenza l’aumento potrebbe essere maggiore di quello avuto quest’anno.
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Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: come si calcola la rivalutazione?
L’inflazione è destinata e perdere quota nei prossimi mesi, ma a preoccupare le casse dello Stato è il valore medio che si registrerà alla fine del 2023: di questo passo potrebbe essere superiore all’8,1% registrato nel 2022.
Questo si tradurrebbe in un corposo aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024. Prima di fare qualche esempio è opportuno ricordare che, nel 2023 e nel 2024 sarà in vigore il nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni introdotto dal governo Meloni.
La rivalutazione piena spetta fino a 2.101,52 euro lordi di pensione, poi tende a diminuire in percentuali sempre più basse all’aumentare degli importi degli assegni, come si evince in questa tabella:
IMPORTO PENSIONI | RIVALUTAZIONE |
Pensioni fino a 2100 euro lordi al mese | 100% |
Pensioni da 2101 euro a 2625 euro lordi al mese | 85% |
Pensioni da 2626 a 3150 euro lordi al mese | 53% |
Pensioni da 3151 a 4200 euro lordi al mese | 47% |
Pensioni da 4201 a 5250 euro lordi al mese | 37% |
Pensioni di importo superiore a 5250 euro lordi al mese | 32% |
Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: esempi nuovi importi
Ma a quanto ammonterebbe l’aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024, se l’indice dovesse attestarsi tra il 9 e il 10%?
Come visto in apertura di articolo, sulle pensioni da 1.000 euro spetterebbe un aumento di 90-100 euro; sugli assegni da 1.500 euro un incremento di 135-150 euro e sulle pensioni da 2.000 euro un aumento compreso tra 180 e 200 euro.
Seguendo le percentuali della tabella, sulle pensioni di importo compreso tra 2.101 e 2.625 euro lordi al mese spetta una rivalutazione all’85%, quindi tra il 7,65 e l’8,50%. Una pensione di 2.500 euro lordi al mese verrebbe aumentata di 191-212 euro, a seconda del tasso di inflazione (9 o 10%).
Sulle pensioni di importo compreso tra 2.626 e 3.150 euro lordi spetta una rivalutazione al 53%, quindi tra il 4,77 e il 5,30%. Ad esempio, su un assegno da 3.000 euro lordi al mese spetterebbe un aumento compreso tra i 143 e i 159 euro al mese.
Passando alla quarta fascia, sugli assegni di importo compreso tra 3.151 e 4.200 euro al mese spetta una rivalutazione al 47%, quindi tra il 4,23 e il 4,70%. Ad esempio, su una pensione da 4.000 euro spetterebbe un aumento compreso tra i 169 e i 188 euro al mese.
Invece, sulle pensioni di importo compreso tra i 4.201 e i 5.250 euro al mese spetta una rivalutazione al 37%, quindi tra il 3,33 e il 3,70%. Ad esempio, su una pensione da 4.500 euro al mese spetterebbe un aumento compreso tra i 150 e i 166,50 euro al mese, mentre su un assegno da 5.000 euro verrebbe calcolato un incremento compreso tra i 166,50 e i 185 euro al mese.
Infine, sulle pensioni di importo superiore a 5.250 euro spetta una rivalutazione al 32%, quindi tra il 2,88 e il 3,20%. Ad esempio, su una pensione di 5.500 euro spetterebbe un aumento compreso tra 158 e 176 euro al mese, mentre su un assegno di 6.000 euro spetterebbe un incremento tra 173 e 192 euro.

Aumento delle pensioni con l’inflazione nel 2024: attenzione ai conguagli!
Attenzione, però. Come vi abbiamo riferito nell’articolo, a gennaio 2024 dovrebbe essere pagato un conguaglio dello 0,8% per ognuno dei 13 mesi del 2022.
Ad esempio sulle pensioni da 1.000 euro spetta un aumento di 8 euro moltiplicato per 13 mesi (104 euro totali). Sugli assegni da 1.500 euro spetta un incremento di 12 euro moltiplicato per 13 mesi (156 euro totali) e sulle pensioni da 2.000 euro un conguaglio di 16 euro al mese (208 euro totali).
Il conguaglio è calcolato in base alle fasce di reddito. Quindi lo 0,8% di una rivalutazione all’85% si riduce allo 0,68%. Quindi su una pensione di 2.500 euro spetta un conguaglio di 17 euro (221 euro totali).
Su una pensione di 3.000 euro al mese spetta un conguaglio dello 0,42%, pari a 12,6 euro (163,80 euro totali), mentre su un assegno da 4.000 euro al mese spetta un conguaglio dello 0,38% pari a 15,2 euro (197,60 euro totali).
Invece, su un assegno di 4.500 euro al mese spetta un conguaglio dello 0,30%, pari a 13,50 euro (175,50 euro totali), su una pensione di 5.000 euro il conguaglio è pari a 15 euro (195 euro totali).
Infine, su un assegno da 5.500 euro spetta un conguaglio dello 0,26%, pari a 14,30 euro (185,90 euro totali), mentre su una pensione da 6.000 euro il conguaglio è pari a 15,60 euro (202,80 euro totali).
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