Ho diritto a essere tutelato sul lavoro se ho una percentuale di invalidità di poco superiore al 33 per cento? Cosa è previso in merito a invalidità civile al 35 per cento e agevolazioni sul lavoro? (scopri le offerte di lavoro e i concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Invalidità civile al 35 per cento e agevolazioni sul lavoro
Purtroppo in merito a invalidità civile al 35 per cento e agevolazioni sul lavoro non possiamo elencare molti benefici.
Questa percentuale di invalidità, infatti, è di poco superiore al limite minimo per essere considerati invalidi. Considera che l’invalidità civile viene riconosciuta a partire dal 33 per cento.
Le agevolazioni e i benefici più importanti si ottengono a partire dal 67 per cento di invalidità, perché vengono erogate anche prestazioni economiche.
Per quanto riguarda invece le maggiori agevolazioni lavorative, partono da un grado di invalidità pari al 46%, perché con questo grado di invalidità hai diritto alle agevolazioni Legge 68/1999 per il collocamento mirato e l’iscrizione alle categorie protette.
Tuttavia, ci sono dei casi in cui anche con una percentuale di invalidità al 35 per cento si ha diritto alle agevolazioni lavorative Legge 68/99. Tra poco vedremo quali sono queste eccezioni.
Esamineremo, inoltre, le agevolazioni lavorative concesse a chi, insieme al 35 per cento di invalidità, è stato riconosciuta anche la condizione di handicap Legge 104.
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Collocamento mirato per persone disabili
Abbiamo detto che per l’iscrizione al collocamento mirato delle persone disabili, è necessaria un’invalidità superiore al 45 per cento.
Tuttavia, puoi inscriverti alle categorie protette anche a partire da una percentuale del 33 per cento ma solo se sei:
- invalido di guerra militare appartenente alle categorie dalla 6° alla 8° (codice di esenzione G02);
- invalido per servizio appartenente alla categoria dalla 6° alla 8° (codice di esenzione S03).
Ma non è tutto. Anche altre categorie di beneficiari possono iscriversi al collocamento mirato, al di là del riconoscimento dell’invalidità.
Ecco quali sono i diritti dei lavoratori invalidi e cosa rischiano i datori di lavoro se non assolvono ai propri obblighi e non rispettano i loro diritti.
Altre categorie per il collocamento mirato
Ci sono poi altre categorie che possono iscriversi al collocamento mirato, e questi al di là del fatto che si stata riconosciuta o meno una disabilità.
Quindi, anche con il 35 per cento di invalidità e senza appartenere a una delle categorie che abbiamo elencato nel precedente paragrafo, puoi iscriverti al collocamento mirato se sei:
un familiare di vittime della criminalità organizzata e del terrorismo;
coniuge o orfano superstite di lavoratore deceduto per causa lavoro, servizio o guerra;
profugo italiano rimpatriato o figlio, oppure coniuge, di grane invalido di guerra, lavoro o servizio.
Quindi, se hai un’invalidità civile al 35 per cento e fai anche parte di una di queste categorie, hai anche tu diritto alle agevolazioni lavorative Legge 68/1999.
Quali sono le tutele nei contratti per lavoratori disabili? Ne parliamo in questo approfondimento.
Altri requisiti
Non basta però la percentuale di invalidità per iscriverti alle categorie protette, perché dovrai:
avere un’età anagrafica tra i 18 e i 67 anni;
essere disoccupato.
Per quanto riguarda lo stato di disoccupazione, puoi comunque mantenerlo se:
- hai un reddito inferiore a 8mila euro lordi annui con lavoro subordinato o parasubordinato;
- hai un reddito inferiore a 4.800 euro lordi annui, con lavoro autonomo (anche se occasionale);
- svolgi lavoro nell’ambito di particolari progetti, a prescindere dai limiti del reddito;
- sei occupato ma con rapporto subordinato della durata massima di 6 mesi.
Nel caso in cui non svolgi alcun lavoro dipendente, ti verrà richiesto di presentarti presso il Centro per l’impiego più vicino almeno una volta l’anno, al fine di confermare nuovamente la disponibilità immediata al lavoro (conferma Did).
Nel caso in cui nell’arco dei 12 mesi non confermi questa condizione, verrai cancellato dall’elenco della Legge 68, perdendo lo stato di disoccupazione.
Come iscriversi
Documenti da presentare
Se appartieni a una delle situazioni sopra elencate, puoi avviare il processo di iscrizione alle categorie protette presentando delle apposite documentazioni.
I documentida presentare sono necessari per attestare il sussistere di una situazione di difficoltà e variano a seconda della categoria.
Gli invalidi civili sono tenuti a presentare un certificato di invalidità civile che attesti una percentuale di invalidità superiore al 45 per cento. Questo certificato deve essere stato rilasciato dall’ufficio invalidi civili del distretto ASL di riferimento.
Gli invalidi del lavoro devono presentare un verbale attestante l’invalidità rilasciato dall’Inail che attesti una percentuale di invalidità maggiore del 33%.
Le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio sono tenute a presentare un certificato, rilasciato rispettivamente dalla commissione medica militare (per gli invalidi di guerra), dal comando o dall’amministrazione di appartenenza (per gli invalidi civili di guerra e invalidi per servizio), che attesti la sussistenza di una situazione che riduca la possibilità di trovare un impiego.
Infine, per completare il processo, coloro che sono stati vittime del terrorismo, criminalità organizzata e del dovere, sono tenuti a presentare un apposito certificato, rilasciato dal Ministero dell’Interno o dal Prefetto territorialmente competente delegato, con cui si attesta l’appartenenza alla categoria.
Richiesta di iscrizione
Una volta che si è in possesso della documentazione necessaria per la propria situazione, bisogna recarsi presso il Centro per l’impiegodella propria Provincia di residenza e fare richiesta di inserimento nell’elenco delle categorie protette.
Chi paga le categorie protette? Ne parliamo in questo approfondimento.
Come funziona la graduatoria
La posizione in graduatoria dipende da diversi fattori, primo fra tutti la tipologia della tua invalidità e la sua percentuale, ma anche dalle seguenti condizioni:
- anzianità di iscrizione alla graduatoria;
- carico familiare;
- locomozione problematica;
- situazione economica;
- ulteriori eventuali elementi utili individuati dalle Regioni.
Solitamente, il conteggio per la posizione in categorie protette e graduatorie viene effettuato nel seguente modo:
- per la percentuale di invalidità civile o del lavoro, l’assegnazione del punteggio è pari alla percentuale di invalidità;
- per l’anzianità di iscrizione vengono attribuiti 2 punti per ogni mese di anzianità, fino a un massimo di 48 punti;
- se hai più di 34 mesi di anzianità di iscrizione nelle liste per il collocamento mirato, viene riconosciuto un punteggio pari a 50 punti;
- se hai un ISEE pari a 0, ottieni un punteggio massimo di 50 punti, diminuito di mezzo punto (0,5) ogni 500 euro di ISEE, fino all’azzeramento totale dei 50 punti.
Se appartieni alle categorie protette articolo 18 della Legge 68/1999, sarai inserito in una graduatoria separata, formata secondo gli stessi criteri dei quella delle persone con disabilità (articolo 1 della Legge 68/1999), tranne che per il parametro relativo alla percentuale di invalidità.
Resta valida la precedenza riservata alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (Legge 407/1998) e alle categorie equiparate.
Alla richiesta di iscrizione deve essere allegata anche la scheda funzionale, in copia autenticata. Subito dopo, la persona con disabilità è inserita nell’elenco delle categorie protette.
Sia le aziende private, sia le pubbliche amministrazioni devono assumere un determinato numero di persone che si trovano in quelle liste.
Quando si viene sospesi dal collocamento mirato e per quale motivo e come funziona il reintegro. Quali sono invece i casi in cui scatta la cancellazione e quali sono le altre regole.

Obblighi di assunzione delle aziende
Che si tratti di ambito pubblico o privato, i datori di lavoro sono tenuti per legge a garantire una quota delle assunzioni dedicata a lavoratori con disabilità. Ecco in quale misura dovranno svolgersi le assunzioni obbligatorie:
- qualora un’azienda presenti da 15 a 35 dipendenti, la legge impone una sola assunzione obbligatoria;
- quota obbligatoria pari a 2 lavoratori nel caso in cui siano presenti in azienda da 36 a 50 dipendenti;
- nel caso in cui siano presenti in azienda più di 50 dipendenti, la quota di riserva dovrà essere pari al 7% degli occupati.
Differente il discorso in termini di proporzioni per quanto riguarda quei lavoratori tutelati ma non disabili. Ogni datore di lavoro è tenuto a riservare l’1% nella propria azienda, qualora questi superi quota 50 dipendenti occupati. Nel caso in cui abbia fino a 150 dipendenti, la legge prevede l’obbligo di assunzione a un unico lavoratore.
L’obbligo di assunzione di lavoratori disabili riguarda qualsiasi datore di lavoro, pubbliche amministrazioni comprese, una volta superata quota 14 dipendenti. Dal momento in cui si rientra all’interno delle soglie previste, la legge garantisce un tempo massimo di 60 giorni per provvedere all’inserimento di soggetti tutelati.
Categorie protette e prospetto informativo: parliamo di un importante documento che rappresenta un obbligo per le aziende con un determinato numero di dipendenti e un’opportunità per alcune categorie di persone con disabilità.
Assunzioni nel Pubblico Impiego
Anche le aziende pubbliche hanno l’obbligo della quota di riserva per cui, periodicamente, pubblicano bandi e avvisi per la selezione del personale Legge 68/1999.
Puoi monitorare i bandi di concorsi pubblici per categorie protette in Gazzetta Ufficiale. Tieni presente che su invalidità e Diritti, ogni mese pubblichiamo tutti i bandi disponibili per categorie protette nelle pubbliche amministrazioni, quindi ti consigliamo di continuare a seguirci per non perderti nulla.
Ecco la guida ai concorsi per categorie protette: dove sono pubblicati i concorsi pubblici, come partecipare, quali requisiti bisogna avere, quali tutele e diritti sono previsti.
Invalidità civile al 35 per cento e Legge 104
Se ti è stata riconosciuta l’invalidità civile al 35 per cento, potresti aver richiesto anche l’accertamento dell’handicap e ottenuto la Legge 104.
Se non lo hai fatto, sappi che puoi presentare domanda, perché il riconoscimento dell’handicap può essere fatto a partire da una percentuale di invalidità del 33 per cento.
Ovviamente, con la tua percentuale di invalidità non potrà esserti riconosciuto l’handicap grave articolo 3 comma 3 della Legge 104, che viene riconosciuto alle persone disabili non in grado di deambulare o compiere atti della vita quotidiana senza assistenza.
Si tratta, in questo caso, di valutare lo svantaggio sociale causato dal tuo tipo di disabilità, e con una percentuale di invalidità del 35 per cento si parla indubbiamente di handicap senza connotazione di gravità articolo 3 comma 1 della Legge 104 (sempre che sia riscontrato uno svantaggio sociale).
Quindi, con la Legge 104 articolo 3 comma 1 hai diritto a solo due agevolazioni lavorative, che sono l’esonero dai turni di lavoro notturni e al rifiuto del trasferimento di sede.
Non hai diritto ad agevolazioni lavorative molto più importanti come i permessi e il congedo retribuiti, riservati ai lavoratori con disabilità grave e ai familiari che li assistono.
FAQ (domande e risposte)
Quanto guadagna una categoria protetta?
La retribuzione di una categoria protetta dipende da vari fattori, tra cui il settore in cui si lavora e il contratto di lavoro stipulato. In ogni caso, le categorie protette hanno diritto a uno stipendio uguale a quello degli altri dipendenti con lo stesso livello di esperienza e responsabilità.
Le categorie protette hanno diritto agli stessi contratti di lavoro degli altri dipendenti?
Sì, le categorie protette hanno gli stessi diritti degli altri dipendenti quando si tratta di contratti di lavoro. Le leggi italiane prevedono che i lavoratori appartenenti a queste categorie debbano essere trattati in modo paritario e non discriminante, quindi hanno accesso agli stessi tipi di contratti e condizioni di lavoro.
Un problema reale che riguarda anche il mondo delle categorie protette sono i salari sempre più bassi. In Italia negli ultimi decenni le retribuzioni non sono cresciute a differenza di quasi tutti gli altri Paesi d’Europa.
Posso chiedere il part-time se sono categoria protetta?
Assolutamente sì! Se fai parte di una categoria protetta, hai il diritto di richiedere un contratto di lavoro a tempo parziale, se questa soluzione si adatta meglio alle tue esigenze. Il datore di lavoro dovrebbe valutare attentamente la tua richiesta e cercare di trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti.
Come deve essere un curriculum per categorie protette?
Un curriculum per categorie protette deve essere simile a quello di qualsiasi altro candidato, ma con l’aggiunta di evidenziare la tua appartenenza a una categoria protetta. È importante sottolineare le tue competenze, esperienze e qualifiche pertinenti per il lavoro che desideri svolgere. Mantieni il curriculum chiaro, conciso e focalizzato sulle tue abilità.
Se sono categoria protetta, ci sono delle trattenute in busta paga?
No, il fatto di essere una categoria protetta non comporta automaticamente trattenute specifiche in busta paga. Le trattenute dipendono principalmente dal tipo di contratto di lavoro, dai contributi previdenziali e dalle detrazioni fiscali applicabili a ciascun individuo. Come qualsiasi altro lavoratore, le tue trattenute possono variare in base alla tua situazione personale e al tipo di lavoro che svolgi.
Posso essere licenziato se sono categoria protetta?
Essere una categoria protetta non ti rende immune al licenziamento. Tuttavia, il licenziamento di un lavoratore appartenente a una categoria protetta deve essere giustificato da motivi validi e oggettivi, non collegati alla sua appartenenza a questa categoria. In caso di licenziamento ingiustificato, potresti avere dei diritti di tutela legale.
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