Invalidità civile, quando non basta il decreto di omologa

Invalidità civile, quando non basta il decreto di omologa per ricevere il trattamento assistenziale o previdenziale, vediamo perché e come funziona. Il procedimento davanti al tribunale del lavoro riguarda solo la verifica dei requisiti sanitari e non quelli amministrativi (reddito o contribuzione).

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4' di lettura

Invalidità civile, quando non basta il decreto di omologa: quando cioè l’Inps, anche dopo la sentenza del giudice, non riconosce il diritto dell’assistito. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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Prima di andare avanti spieghiamo in poche parole cos’è il decreto di omologa.

Visita per l’invalidità civile e revisione: come accelerare

Invalidità civile: decreto di omologa

Quando al termine della visita di fronte alla commissione medica non viene riconosciuta l’invalidità o si ritiene il giudizio sbagliato (una percentuale troppo bassa), il cittadino può presentare ricorso presso la sezione Lavoro del Tribunale civile che è competente sul territorio.

C’è un termine di prescrizione per presentare ricorso, che è di 180 giorni dall’arrivo del verbale. Il deposito del ricorso interrompe i tempi di prescrizione.

Invalidità civile: procedura

Questa è la procedura:

Con l’assistenza di un avvocato (non si può fare a meno) il cittadino deposita una richiesta accertamento tecnico preventivo. Nella domanda bisogna includere:

le condizioni di salute che causano lo stato invalidante;

una documentazione medica specialistica;

una eventuale perizia di parte.

Verbale di invalidità civile, quanto tempo per l’aggravamento

Il giudice, letto il ricorso, ordina la comparizione delle parti (il cittadino e l’Inps) insieme al Consulente tecnico d’ufficio (Ctu) per il giuramento. Fino a questo punto non dovrebbero essere trascorsi più di 5 mesi (dipende comunque dal tribunale).

Invalidità civile: accertamento tecnico preventivo

Il Ctu è un medico che viene incaricato dal giudice a effettuare un Accertamento tecnico preventivo (alla presenza di un eventuale consulente di parte). Si procede alla visita medico legale e alla visione della documentazione sanitaria, se è sufficiente il consulente redige una relazione e ha una ventina di giorni per depositare la relazione.

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Dopo la consegna della relazione del Ctu le parti hanno 30 giorni di tempo per depositare a loro volta delle osservazioni, se non lo fanno le conclusioni del consulente si definiscono accettate.

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Invalidità civile: la sentenza

Subito dopo arriva la decisione del giudice, che è inappellabile. Se il tribunale dà ragione al cittadino l’Inps avrà 120 giorni di tempo per pagare la prestazione. Ma a questo punto l’ente di previdenza potrebbe eccepire la mancanza di requisiti amministrativi. Per il cittadino significa a questo punto dover affrontare un nuovo giudizio, questa volta ordinario.

E siamo arrivati al punto centrale di questo articolo.

Invalidità civile: requisito sanitario e amministrativo

E dunque, se il procedimento si conclude con un accertamento che non riconosce l’esistenza dei requisiti sanitari necessari per la concessione dell’invalidità, il giudizio si chiude, perché non c’è più nulla da verificare e la prestazione non compete al cittadino.

Se invece in fase di omologa (o del contenzioso) si stabilisce che ci sono i requisiti per l’assegnazione della invalidità e quindi il diritto a ricevere la prestazione previdenziale o assistenziale che è stata richiesta, si apre una fase successiva, che è quella di verifica delle ulteriori condizioni che sono imposte dalla legge.

Invalidità civile, quando è riconosciuta per obesità (sentenze)

Le norme non delineano in modo chiaro lo svolgimento di questa nuova fase. Viene solo stabilito – come abbiamo accennato – che l’ente di previdenza deve procedere al pagamento della prestazione entro 120 giorni «previa verifica in sede amministrativa di ulteriori requisiti», che sono appunto quelli amministrativi (accertamento del reddito o delle contribuzione, ad esempio).

Invalidità civile: se l’Inps non paga

Se l’Inps non eroga la prestazione il cittadino sarà tenuto a proporre un nuovo giudizio che non riguarderà più l’aspetto sanitario (accertato con l’omologa) ma la sussistenza di tutti gli altri requisiti necessari per il diritto alla prestazione.

Quest’ultimo giudizio si concluderà con una sentenza a sua volta impugnabile (ma sempre e solo in riferimento ai requisiti amministrativi).

La Cassazione (sentenza numero 6085 del 2014) ha sancito che il decreto di omologa deve essere riferito solo alle conclusioni del consulente tecnico sui requisiti sanitari e non sul provvedimento definitivo.

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