Invalidità civile negata anche se la percentuale di riduzione della capacità di lavoro generica è alta, ma non quella specifica. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
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Non si tratta di un cavillo e bisognerebbe valutare bene la questione quando si presenta una domanda per la concessione dell’invalidità civile, perché questa differenza – invalidità generica o specifica – è alla base di molte valutazioni delle commissioni medico legali che sembrano incomprensibili.
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Invalidità civile negata: generica o specifica
Prima di andare avanti chiariamo questo punto, ovvero quando la riduzione della capacità di lavoro è generica e quando è specifica:
- una riduzione della capacità di lavoro viene definita generica quando una persona non è più in grado di svolgere quelle attività lavorative che con la sua condizione fisica e la sua preparazione culturale sarebbe stato in grado di svolgere;
- una riduzione della capacità lavorativa è specifica quando è riferita all’attività lavorativa che la persona esercita. Il concetto è stato anche ampliato e comprende tutti i lavori che rientrano nelle sue attitudini, per età, sesso, esperienza e grado di istruzione. Con questa interpretazione la capacità lavorativa specifica viene anche denominata capacità lavorativa attitudinale.
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Invalidità civile negata: esempio pratico
Se il concetto non è chiaro – e ce ne scusiamo – lo spieghiamo con qualche esempio:
mettiamo il caso che la persona con invalidità sia un impiegato, gli è stata riconosciuta una invalidità generica del 70% perché ha una serie di patologie che colpiscono la colonna vertebrale. Queste patologie gli impediscono di sollevare oggetti che pesano più di 3, 4 chili senza soffrire. Con quella percentuale avrebbe diritto all’assegno ordinario di invalidità.
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Quando la commissione valuta però la percentuale di invalidità in riferimento alla sua attività lavorativa, l’impiegato svolge tutte le sue mansioni seduto alla scrivania, la percentuale di invalidità specifica riconosciuta – e quindi riferita alla sua particolare attività e alle sue attitudini – potrebbe essere inferiore al 50%. Soprattutto se le patologie di cui soffre non comportano una effettiva riduzione della capacità di lavoro e di conseguenza anche di guadagno.
Invalidità civile negata: sentenze
Questa differenza è stata spesso valutata anche davanti ai giudici e in molti casi è stata ritenuta legittima. Anche in numerose sentenze della Cassazione. Come quella che ora vi descriviamo (ordinanza numero 23057 del 2020) e che ci aiuta a comprendere come funzionano ai fini del riconoscimento dell’invalidità civile la capacità di lavoro generica o specifica.
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Invalidità civile negata: la storia
La storia riguarda un lavoratore che ha presentato ricorso perché la commissione medico legale non gli ha riconosciuto il diritto di ricevere l’assegno ordinario di invalidità. Pur avendo una percentuale di invalidità generica che gli avrebbe garantito l’accesso al trattamento previdenziale (più di due terzi), non gli è stato accordato perché quella sua particolare invalidità non era così incidente sulla sua attività lavorativa.
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L’appello del lavoratore era già stato respinto dai giudici dell’Appello. Il dipendente aveva presentato ricorso sostenendo che la riduzione della capacità di lavoro non doveva essere valutata solo in base alla sua attività, ma anche rispetto a tutte le altre occupazione che potevano essere adatte alle sue esperienze lavorative e al titolo di studio.

Invalidità civile negata: conclusione
Ebbene, i giudici della Cassazione nel rigettare il ricorso del lavoratore, hanno scritto nella sentenza che «la capacità di lavoro dell’assicurato, ai fini del riconoscimento dell’assegno di invalidità, consiste nell’idoneità in primo luogo a svolgere la sua attuale attività lavorativa (capacità specifica) e solo dopo tutti gli altri lavori che le sue attitudini gli consentirebbero di portare a termine (capacità generica)».
In pratica, hanno concluso i magistrati, la capacità generica viene presa in considerazione solo se viene accertata l’inidoneità del dipendente a svolgere il proprio lavoro.
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