Iva zero sui beni essenziali, quanto si risparmia (tabella)

Iva zero sui beni essenziali, quanto si risparmia su pane, latte, pasta e carne se passa la proposta del governo. La misura potrebbe essere introdotta nella riforma fiscale. Si valutano costi e benefici. Abbiamo fatto delle simulazioni.

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6' di lettura

Iva zero sui beni essenziali, quelli di prima necessità, come pane, pasta e latte: la novità è stata introdotta nella delega fiscale. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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Il provvedimento sarà discusso la prossima settimana in Consiglio dei Ministri. Fa parte del più ampio pacchetto di misure che dovrebbe ridisegnare il sistema fiscale in Italia, inserito nella parte che affronta il riordino della normativa che riguarda l’Iva.

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Proprio sull’Iva il governo ha intenzione di intervenire in modo molto consistente e per diversi motivi:

  • razionalizzare e semplificare la disciplina dell’imposta;
  • allinearla alle disposizioni che sono previste dall’Unione Europea;
  • ridefinire le ipotesi di esenzione (come appunto sui beni essenziali);
  • modificare i livelli delle aliquote ridotte.

Come è facile intuire sono gli ultimi due passaggi che potrebbero avere effetti immediati per i cittadini.

La scelta di azzerare l’Iva, ad esempio, su pane, pasta e latte si potrebbe tramutare in un risparmio immediato e quotidiano. Ma a quanto ammonta? Quale sarà il reale beneficio per i consumatori?

Vediamolo insieme.

Potresti essere interessato a un post che spiega come dovrebbe funzionare la riforma fiscale 2023: ecco cosa cambia; c’è un altro articolo sulla riforma fiscale in programma, che valuta gli effetti su Irpef, Iva e stipendi.

Iva zero sui beni essenziali, la proposta

La possibilità di eliminare l’Iva dai beni di prima necessità è stata illustrata dal vice ministro Maurizio Leo durante un convegno organizzato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.

Ha infatti dichiarato che il governo è pronto a introdurre «un meccanismo di esenzione per determinate categorie di beni così come si è già sperimentato per i vaccini contro il Covid-19».

La famosa aliquota zero. Una proposta non nuova. Era già stata avanzata durante la pandemia dall’esecutivo Draghi. All’epoca la misura non è entrata in vigore, sono state scelte misure indirizzate direttamente alle persone più vulnerabili economicamente. L’azzeramento dell’Iva per pane, pasta e latte, sarebbe stata troppo “generica”. Diciamo poco adatta a una situazione di piena emergenza.

In questo caso la misure dovrebbe invece essere introdotta all’interno di una riforma del sistema fiscale. Non una scelta provvisoria dettata dall’emergenza (come la riduzione delle accise sui carburanti o la sospensione degli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas), ma strutturale, definitiva.

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Iva zero sui beni essenziali, simulazioni

Ma quali sono i beni che potrebbero essere esentati dall’Iva e quanto risparmierebbero i cittadini? Il ministero dell’Economia ha effettuato nei mesi scorsi delle simulazioni.

Hanno riguardato in particolare i beni che oggi hanno l’Iva al 4 per cento (come pane e pasta). Mentre per gli alimenti con l’Iva al 10 per cento (tra gli altri la carne e il pesce), il governo ha previsto una riduzione dell’aliquota al 5 per cento.

L’esecutivo ha immaginato quindi quali vantaggi avrebbe comportato per una famiglia l’eliminazione o la riduzione dell’Iva sul carrello della spesa. La scelta, come detto, potrebbe essere strutturale, ma anche in questo caso a dettarla è comunque una priorità: la necessità di ridurre il peso dell’inflazione.

Ci sono solo dei dubbi: riguardano i conti pubblici. L’operazione ha un costo che oscilla tra i 6 e i 4 miliardi l’anno. Anche per questo bisognerà valutare con attenzione e in un’ottica complessiva: in pratica bisognerà vedere quali spese comportano gli altri provvedimenti inseriti nella riforma del sistema fiscale che sarà presentata la prossima settimana nel Consiglio dei Ministri.

Iva zero sui beni essenziali, qualche esempio

Vediamo in concreto quali vantaggi economici potrebbe portare per i cittadini l’azzeramento o il taglio dell’Iva sui prodotti di prima necessità:

ProdottoPrezzo medio al kg/litroPrezzo scontato al kg/litro
Pane4 euro/kg3,84 euro/kg
Pasta3 euro/kg2,88 euro/kg
Latte3 euro/litro2,88 euro/litro
Carne7 euro/kg6,65 euro/kg
Pesce20 euro/kg19 euro/kg

Il risparmio c’è, ma non cambia la vita. Anche perché la riduzione del costo dovuto all’azzeramento o al taglio dell’Iva potrebbe facilmente svanire con un piccolo aumento del prezzo. E, come sapete, l’inflazione è in calo rispetto a qualche mese fa, ma resta comunque molto alta (9,2 per cento su base annua).

Iva zero sui beni essenziali, quanto si risparmia (tabella)
Nella foto una famiglia a tavola

Iva zero sui beni essenziali, prima infanzia

Nella legge di Bilancio 2023 una provvedimento di riduzione dell’Iva è già stato adottato. Riguarda prodotti per l’igiene intima femminile (come gli assorbenti) e per la prima infanzia:

  • latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto;
  • preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto;
  • pannolini per bambini;
  • seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli.

Com’è andata questa riduzione dell’Iva già applicata? Non ha avuto effetti significativi. Il beneficio è evaporato presto a causa dell’inflazione. Insomma, la misura, seppur meritoria, non ha comportato risparmi significativi per i consumatori.

C’è il rischio che anche l’intervento sui beni di prima necessità abbia lo stesso (scarso) risultato? È possibile. Anche per questo il governo sta valutando con attenzione il rapporto tra costi e benefici reali per i cittadini.

La proposta sarà comunque valutata nel dettaglio la prossima settimana.

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