La disoccupazione agricola fa reddito? Devo inserirla in dichiarazione dei redditi? Ho diritto a detrazioni? (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
La disoccupazione agricola fa reddito?
L’indennità di disoccupazione nel settore agricolo ha una funzione di vera e propria integrazione del reddito e non di ammortizzatore sociale, così come può essere per esempio per il Reddito di cittadinanza.
Rispondiamo alla domanda di apertura: sì, la disoccupazione agricola fa reddito, in quanto è un’integrazione del reddito, per cui viene gestita diversamente dall’INPS.
Non si tratta di un ammortizzatore sociale, ovvero di un sostegno alla povertà come può essere per esempio il Reddito di cittadinanza, il quale non fa reddito e quindi non deve essere dichiarato.
È la stesso INPS a sottolineare come, in molti casi, la disoccupazione agricola fa reddito in quanto forma di integrazione al salario volta a compensare la forte stagionalità del lavoro agricolo.
Prima di vedere nel dettaglio come va dichiarata la disoccupazione agricola e a quali detrazioni si ha diritto in fase di dichiarazione dei redditi, vediamo in cosa consiste nel dettaglio questa indennità, chi può richiederla e gli importi che spettano.
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La disoccupazione agricola fa reddito: a chi spetta l’integrazione
La disoccupazione agricola, quindi, fa reddito. Ma a chi spetta questa integrazione al salario?
La disoccupazione agricola spetta a lavoratori agricoli con particolari requisiti e che abbiano perso il lavoro contro la propria volontà.
Nella fattispecie spetta a:
- operai iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli;
- operai con contratto a tempo indeterminato, salariati o braccianti fissi. Possono fare la richiesta anche coloro che, con un contratto di lavoro per tutto l’anno solare, hanno effettivamente lavorato con discontinuità;
- operai agricoli a tempo determinato;
- piccoli coloni;
- compartecipanti familiari;
- piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari;
- operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno.
Il requisito fondamentale per ottenere l’indennizzo della disoccupazione agricola è inoltre la presenza di un valido rapporto di lavoro in agricoltura e la conseguente iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli del comune di residenza.
In particolare:
- iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli dipendenti, per l’anno a cui si riferisce la domanda, o un rapporto agricolo per parte dell’anno nel caso di operai a tempo indeterminato (OTI);
- anzianità assicurativa da almeno due anni;
- possesso di almeno 102 contributi giornalieri nel biennio antecedente la domanda;
- per soddisfare requisito si possono cumulare le giornate di lavoro ordinario purché risulti prevalente l’attività agricola, e la contribuzione figurativa da maternità obbligatoria o da congedo parentale.
L’indennità di disoccupazione agricola, infatti, serve per compensare i lavoratori agricoli per un periodo di disoccupazione già trascorso, e non per una disoccupazione successiva alla presentazione della domanda: il trattamento infatti viene corrisposto sulla base dello stato di disoccupazione verificatosi nell’anno precedente a quello di presentazione della richiesta d’indennità. Ecco la differenza con le altre indennità di disoccupazione e, di conseguenza, la differente gestione da parte dell’INPS.
Importo della disoccupazione agricola. Qual è l’importo dell’indennità di disoccupazione agricola di giugno 2023? Chi ne ha diritto? Come richiederla? Tutti i dettagli nell’articolo.
- La disoccupazione agricola fa reddito: a chi non spetta l’integrazione al salario
La disoccupazione agricola fa reddito, ma non spetta a:
- chi si dimette volontariamente, fatta eccezione per:
- le lavoratrici madri che si dimettono nel corso del periodo di puerperio, ossia nel periodo immediatamente successivo al parto, e ai lavoratori padri;
- coloro che si dimettono per giusta causa;
- lavoratori che presentino la domanda oltre il termine previsto;
- lavoratori iscritti in una delle Gestioni autonome o nella Gestione Separata per l’intero anno o per parte dell’anno, ma il numero delle giornate lavorative rientranti nel periodo di iscrizione è superiore a quelle di attività lavorativa dipendente;
- lavoratori già titolari di pensione diretta alla data del 1° gennaio dell’anno di competenza della prestazione. Nel caso di pensionamento in corso d’anno, il numero delle giornate indennizzate per disoccupazione agricola viene riproporzionato rispetto al numero di mesi antecedenti la decorrenza della pensione;
- lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale.
Disoccupazione agricola in liquidazione. Scopri nell’approfondimento cosa significa quando una domanda per l’indennità di disoccupazione agricola è in liquidazione e con quali modalità avviene il pagamento del sussidio.
La disoccupazione agricola fa reddito: importi dell’indennità
La disoccupazione agricola fa reddito e va dichiarata. L’importo dell’indennità di disoccupazione agricola è pari al 40% della retribuzione di riferimento.
Dall’importo viene poi detratto il 9% dell’indennità giornaliera di disoccupazione a titolo di contributo di solidarietà. Questa trattenuta viene effettuata per un massimo di 150 giorni.
Agli operai agricoli a tempo indeterminato l’indennità viene erogata per un importo pari al 30% della retribuzione effettiva. Non è applicata in questo caso la trattenuta per contributo di solidarietà.
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La disoccupazione agricola fa reddito: quando inviare la domanda
La disoccupazione agricola fa reddito e nel prossimo paragrafo ti spiegheremo come inserirla in dichiarazione dei redditi.
Ti ricordiamo, intanto, che la domanda di disoccupazione agricola deve essere inviata tassativamente tra il 1° gennaio e il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione, pena la decadenza dal diritto, e può essere inviata all’INPS anche attraverso i servizi telematici di CAF e Patronati.
Come inoltrare la domanda di disoccupazione agricola? In questo articolo vediamo nel dettaglio la procedura da seguire e le scadenze da rispettare.
La disoccupazione agricola fa reddito: come inserirla in dichiarazione dei redditi
Con Risoluzione n 41/E del 4 giugno 2021 le Entrate chiariscono come comportarsi nella compilazione dei modelli dichiarativi 730/2021 e Redditi PF 2021 relativamente al numero dei giorni che danno diritto alle detrazioni di lavoro dipendente, in caso di erogazione, da parte dell’INPS:
- dell’indennità per disoccupazione agricola;
- della Cig;
- e della Naspi.
Le stesse indicazioni valgono anche per la compilazione della dichiarazione dei redditi 2023, salvo eventuali modifiche comunicate sempre dall’Agenzia delle Entrate
In particolare, è stato chiarito che nella dichiarazione dei redditi, sulla base di quanto specificato con la Circolare n. 137/1997 del Ministero delle Finanze, si può riportare un numero di giorni per i quali spettano le detrazioni, riferiti al 1° semestre e al 2° semestre, anche diversi da quelli certificati nella CU INPS riguardanti sia i redditi di lavoro dipendente che le indennità.
La somma dei giorni indicati deve però coincidere con il numero dei giorni indicati al punto 6 della certificazione CU INPS.
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La disoccupazione agricola fa reddito: calcolo delle detrazioni in dichiarazione dei redditi
L’Agenzia delle Entrate ricorda che, in merito alla modalità di calcolo dei giorni di spettanza delle detrazioni riferite alla indennità di disoccupazione speciale in agricoltura, con la circolare n. 137 del 15 maggio 1997, al punto 3.2 è stato chiarito che per “le indennità o somme erogate direttamente dall’INPS o da altri enti, come ad esempio, l’indennità di disoccupazione speciale in agricoltura, il contribuente ha diritto a fruire delle detrazioni per spese di produzione del reddito nell’anno in cui sono stati percepiti tali redditi. Ai fini della determinazione del numero di giorni per i quali si ha diritto a tale detrazione, il contribuente deve tener conto di quelli che hanno dato diritto a tale indennità, anche se riferibili ad anni precedenti, purché tali giorni trovino capienza nel limite massimo di 365 giorni (o 366 se l’anno è bisestile)”.
In pratica, la detrazione spetta per il numero di giorni che la suddetta indennità ha retribuito, ossia il numero di giorni per i quali il contribuente è rimasto disoccupato (e non quelli che devono essere obbligatoriamente lavorati per conseguire il diritto alla predetta indennità).
Se il contribuente ha avuto nel corso dell’anno un rapporto di lavoro continuativo per il quale ha usufruito delle detrazioni d’imposta per lavoro dipendente per l’intero anno, non può recuperare i ratei di detrazione di cui avrebbe potuto beneficiare sulle indennità relative ad anni precedenti percepite nel medesimo anno, in quanto nel periodo d’imposta il contribuente non può usufruire delle detrazioni in misura superiore a quella annuale.
Le detrazioni verranno applicate purché tali giorni trovino capienza nel limite massimo di 365 giorni.
Ne consegue che potrà essere computato in dichiarazione il numero di giorni indicato nelle CU INPS 2023, a prescindere dal riferimento ai semestri, consentendo al lavoratore il recupero di tutti i benefici spettanti.
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La disoccupazione agricola fa reddito: cosa riportare in dichiarazione
Ai fini della compilazione della dichiarazione dei redditi, è necessario riportare in dichiarazione:
- un numero di giorni riferito al primo semestre (1.01.2022 – 30.06.2022) non superiore a 181;
- un numero di giorni riferito al secondo semestre (1.7.2022 – 31.12.2022) non superiore a 184.
Quindi, per l’anno d’imposta 2022 può essere riportato in dichiarazione il numero di giorni riferiti al 1° e al 2° semestre anche diversi da quelli certificati nella CU INPS, sempre che la somma dei giorni indicati per i due periodi coincida con il numero di giorni indicati nel punto 6 (“giorni lavoro dipendente”) della certificazione CU INPS, consentendo il recupero di tutte le detrazioni spettanti.
In sintesi: se il lavoratore dipendente nel 2022 ha percepito sia redditi da lavoro che indennità di disoccupazione agricola, in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi dovrà indicare i giorni rilevati sia nella CU dell’ente che ha erogato l’indennità, che in quella emessa dal datore di lavoro fino a un massimo di 365 giorni.
Faq sulla disoccupazione agricola
Disoccupazione agricola giornate massime: quante ne vengono riconosciute?
Non esiste un limite limite massimo di giornate lavorative riconosciute per l’indennità di disoccupazione agricola. Nonostante queste, il numero di giornate lavorative effettivamente svolte nel corso dell’anno influisce sull’ammontare del beneficio economico ricevuto.
Quante giornate di lavoro servono per la disoccupazione agricola 2023?
Per poter richiedere la disoccupazione agricola, un lavoratore deve aver svolto almeno 51 giornate di lavoro effettivo in un anno civile nel settore agricolo. I giorni di lavoro possono essere effettuati per un unico datore di lavoro o più datori di lavoro. Bisogna fornire la documentazione che attesti l’attività svolta.
Come scoprire a che somma ho diritto con la disoccupazione agricola?
L’importo della disoccupazione agricola corrisponde al:
- 40% della retribuzione di riferimento per gli operai a tempo determinato del settore agricolo. Da questo importo viene detratto il 9% come contributo di solidarietà per un massimo di 150 giorni;
- 30% della retribuzione per gli operai a tempo indeterminato.
La somma massima erogabile nel 2023 è di 1222,51 euro.