Lavorare con l’Ape sociale riduce la somma?

Lavorare con l'Ape Sociale riduce l'importo? La prestazione è compatibile con il lavoro? Vediamo cosa dice la legge in merito.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

7' di lettura

Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo? Scopriamolo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo?

L’Ape Sociale è l’anticipo pensionistico che accompagna i lavoratori, appartenenti a determinate categorie tutelate dallo Stato, verso la pensione di vecchiaia.

Si può accedere all’Ape Sociale se si è disoccupati, caregiver da almeno 6 mesi, invalidi dal 74% a salire o impiegati in lavori gravosi, al compimento dei 63 anni di età, con un’anzianità contributiva compresa tra i 30 e i 36 anni, a seconda della categoria.

Ogni mese, l’INPS eroga un assegno di importo pari al valore della pensione maturata al momento della presentazione della domanda. In ogni caso non potrà mai superare i 1.500 euro lordi al mese.

Con l’Ape Sociale si può lavorare? E, soprattutto, lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo dell’assegno?

Scopri la pagina dedicata all’Ape Sociale per conoscere altri diritti e agevolazioni.

Rispondiamo alle domande: sì, con l’Ape Sociale si può lavorare, ma per richiedere la misura è necessario cessare la propria attività lavorativa. Soltanto dopo aver avuto accesso alla prestazione sarà possibile riprendere a lavorare.

Ma, attenzione: chi riprende a lavorare con l’Ape Sociale non può superare i limiti di reddito imposti dalla legge. In caso contrario, lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo? No, si perde direttamente il diritto alla prestazione.

Dunque, la possibilità di lavorare con l’Ape Sociale non è negata, ma si possono cumulare i redditi da lavoro con il reddito derivante dall’indennità percepita soltanto se il reddito da lavoro è inferiore a 8.000 euro annui, in caso di lavoro dipendente e inferiore a 4.800 euro annui, in caso di lavoro autonomo.

È l’articolo 8 della Legge 232 del 2016 a confermarlo: “L’APE sociale è compatibile con lo svolgimento di attività di lavoro dipendente o da collaborazione coordinata e continuativa che danno titolo ad un reddito annuo non superiore a 8.000 euro e con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo che dà titolo ad un reddito annuo non superiore a 4.800 euro al lordo delle imposte e dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dal lavoratore. In caso di superamento di tali limiti annui, l’APE sociale percepita nel corso dello stesso anno diviene indebita e l’INPS procede al recupero del relativo importo.

Ricordiamo anche, che – come spiegato dalle FAQ dell’INPSnon è possibile riprendere a lavorare prima di aver iniziato a percepire l’Ape Sociale. Se si è in attesa della risposta dell’INPS, dopo aver presentato domanda, sarà negata la possibilità di avviare una nuova attività lavorativa. Il diritto scatta soltanto dopo aver iniziato a percepire l’Ape Sociale.

Secondo l’istituto previdenziale, “il soggetto deve conservare lo status di disoccupato. Un’eventuale rioccupazione pregiudicherebbe il conseguimento del diritto all’Ape Sociale”.

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Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo: a chi spetta l’Ape Sociale

Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo? Abbiamo visto che non è prevista la riduzione dell’importo della prestazione, perché scatta direttamente la revoca del diritto.

Vediamo ora cosa sapere sull’Ape Sociale, a iniziare dalle categorie di beneficiari:

  • disoccupati (a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche se collettivo; per dimissioni per giusta causa; per risoluzione consensuale, per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, che hanno lavorato come dipendenti per almeno 18 mesi nei 36 mesi precedenti alla domanda e che hanno concluso la prestazione per la disoccupazione, con 30 anni di contributi;
  • lavoratori caregiver che da almeno 6 mesi, al momento della domanda, assistono il coniuge o un familiare entro il 2° grado di parentela con disabilità grave, con 30 anni di contributi;
  • lavoratori con una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%, con 30 anni di contributi.
  • lavoratori edili, ceramisti e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta (legge numero 197 del 2022), con 32 anni di contributi;
  • lavoratori dipendenti che abbiano svolto una professione gravosa per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro o per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di lavoro, con 36 anni di contributi.

    Ecco i lavori gravosi previsti dalla legge 234 del 2021:
  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi-qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi,ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Le donne possono beneficiare di una riduzione dell’anzianità contributiva, di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni. Dunque, possono accedere all’Ape Sociale con 28, 30 o 34 anni di contributi, anziché con 30, 32 o 36 anni.

Lavorare con l'Ape Sociale riduce l'importo
Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo: in foto un anziano con un tablet.

Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo: domanda per l’Ape Sociale

Lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo? La domanda per l’Ape Sociale va inoltrata entro il 31 marzo 2023. Il richiedente è chiamato a consegnare la richiesta di certificazione dei requisiti, propedeutica all’accesso alla prestazione.

Chi, in possesso dei requisiti richiesti, dovesse aver saltato la prima scadenza, può inoltrare domanda entro il 15 luglio. Oltre questa data, qualsiasi domanda presentata entro il 30 novembre verrà presa in considerazione soltanto se rimangono a disposizione le risorse economiche assegnate all’Ape Sociale.

La domanda va inoltrata direttamente all’INPS, in via telematica, accedendo al sito dell’istituto, cliccando su “Prestazioni e servizi”, inserendo una delle vostre credenziali (SPID, CIE o CNS) e poi seguendo questo percorso: “Ape Sociale – Anticipo Pensionistico” e “Accedi al servizio”.

In alternativa è possibile richiedere assistenza presso patronati o Caf abilitati.

Abbiamo visto se lavorare con l’Ape Sociale riduce l’importo. Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sulle pensioni:

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