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Lavoratori con part time verticale: calcolo pensione

Lavoratori con part time verticale: per il calcolo della pensione nei periodi di sospensione del lavoro parziale devono essere calcolati ai fini pensionistici. Le sentenze della Corte di Giustizia e della Cassazione. Ma il dipendente deve presentare domanda all'Inps per farsi riconoscere quei periodi.

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4' di lettura

I lavoratori con part time verticale avranno diritto, nel calcolo della pensione, a contributi versati per tutto l’anno e non solo per i periodi di attività effettiva. Questo diritto è scattato dal primo gennaio del 2021, dopo l’approvazione dell’articolo 1, comma 350 della legge numero 178/2020.

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Cosa dice la normativa:

Il periodo di durata del contratto di lavoro a tempo parziale che prevede che la prestazione lavorativa sia concentrata in determinati periodi è riconosciuto per intero ai fini del raggiungimento dei requisiti di anzianità lavorativa per l’accesso al diritto alla pensione.

In genere le norme sono scritte con una forma ai limiti dell’indecifrabile, in questo caso è piuttosto chiara.

Lavoratori con part time verticale: la norma è retroattiva

Quindi anche i lavoratori stagionali (tra gli altri spesso in part time verticali) hanno diritto a contributi che coprono l’intero anno di lavoro. I contributi per il periodi di inattività saranno al minimo, ma ci saranno. E questo incide in modo sostanziale sul raggiungimento dell’anzianità contributiva, requisito indispensabile per ottenere il trattamento pensionistico.

Ma non solo. La normativa, che ha sanato una palese ingiustizia (poi diremo il perché), riconosce ai lavoratori con part time verticale anche la retroattività se il rapporto di lavoro era già attivo prima del gennaio 2021.

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Lavoratori con part time verticale: come presentare la domanda

Ma solo a una condizione. E chi ha contratti di lavoro part time verticali farebbe bene a leggere con attenzione: per ottenere quel riconoscimento l’assistito deve presentare una domanda all’Inps, con tutta la documentazione necessaria.

Può farlo con una Pec o collegandosi sul servizio online dell’Inps nella sezione segnalazione contributiva. L’istanza deve contenere:

  • attestazione del datore di lavoro: basta una autocertificazione dove sono indicati i periodi di sospensione del rapporto di lavoro senza contribuzione;
  • la copia del contratto di lavoro part time di tipo verticale o ciclico.

In questo modo l’Inps potrà procedere all’accredito riferito ai soli periodi durante i quali non si è lavorato.

Lavoratori con part time verticale: recuperare l’anzianità

È una norma importante, perché consente a tanti di recuperare in molti casi anni di anzianità contributiva utile per la pensione.

Abbiamo parlato di una palese ingiustizia sanata con l’introduzione di questo articolo di legge. Ci arriviamo.

Lavoratori con part time verticale: come era prima

Prima la normativa italiana non prendeva in considerazione ai fini del calcolo della pensione le pause dal lavoro nei contratti part time verticali o ciclici. Quelle pause venivano considerate neutre rispetto alla maturazione dell’anzianità contributiva.

In pratica precedentemente cosa accadeva:

se un dipendente lavorava nove mesi l’anno, l’Inps accreditava come contribuzione 39 settimane e non 52.

Questa riduzione se rapportata su un determinato numero di anni rappresentava per il lavoratore una dura penalizzazione.

Lavoratori con part time verticale: l’ingiustizia

La palese ingiustizia era poi questa: per i dipendenti del settore pubblico il part time veniva invece conteggiato per intero ai fini della contribuzione.

Per fortuna sono intervenute due sentenze a sanare questa clamorosa disparità di trattamento.

La prima è stata emessa il 10 giugno del 2020 dalla Corte di giustizia europea, che ha indicato la necessità di non escludere dal calcolo dell’anzianità contributiva i periodi non lavorati.

Lavoratori con part time verticale: le due sentenze

Sulla base di quella pronuncia si è poi espressa anche la Corte di Cassazione. Sono state accolte diverse richieste di lavoratori e di fatto affermato il principio che oggi è norma: per i lavoratori in regime di part time verticale, proprio come avviene nel part time orizzontale, il calcolo dei contributi versati deve essere riproporzionato sull’intero anno in cui i contributi sono stati versati. Fermo restando, comunque, che per i periodi non lavorati la contribuzione è al minimo. Ma questo non incide sul calcolo dell’anzianità contributiva che è un elemento chiave per accedere al trattamento pensionistico.

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